Catherine - review
Siete pronti a scegliere?
Finalmente, dopo mesi di difficile attesa, Catherine è uscito anche in Europa per la gioia di tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di giocare la versione americana e che, per tutto questo tempo, non hanno fatto altro che fantasticare su uno dei giochi più assurdi e fuori di testa dell'attuale generazione.
Per la gioia di tutti i giocatori Atlus ha tirato fuori dal cilindro una perla da custodire gelosamente nella propria collezione, un titolo diverso dal solito e, soprattutto, caratterizzato da un design e da una realizzazione davvero ispirati.
Qualora non aveste letto il nostro hands-on di qualche settimana fa, sappiate che Catherine è un surreale mix tra un'avventura, un simulatore di appuntamenti e un puzzle game, il tutto condito da continui ammiccamenti agli anime moderni, sia nella caratterizzazione dei personaggi che in alcune scelte di regia.
Una volta avviata la partita e superata l'assurda introduzione condotta da una sensuale presentatrice "powered by afro", per il giocatore arriva il momento di vestire gli sciatti panni di Vincent, protagonista del gioco, la cui vita verrà rapidamente sconvolta da un'improbabile sequenza di avvenimenti allucinanti.
In pochi minuti il nostro simpatico amico viene messo all'angolo da Katherine, la sua ragazza, seriamente intenzionata a procedere a grandi passi verso il matrimonio e... la maternità! Come se questo non fosse già abbastanza, il povero diavolo di turno conosce Catherine, biondina tutto pepe con cui commette un terribile errore. Ma sarà davvero un errore?
Catherine è un titolo che, attraverso la sua struttura splendidamente organizzata, costringe il giocatore a prendere posizione in merito a tematiche piuttosto scomode, spingendolo ad esporsi e a confrontare le proprie opinioni con quelle degli altri utenti sparsi per il mondo, condividendole attraverso le classifiche online.
Dopo essersi cacciato in una situazione a dir poco scomoda, Vincent si ritrova diviso non solo tra Katherine e Catherine, ma anche tra il mondo reale e quello onirico, fatto di incubi assurdi e capace di uccidere i poveri sfortunati che li vivono notte dopo notte, in una sorta di grottesca maledizione.
"Dopo Dark Souls, Atlus ci propone un'altra perla da custodire gelosamente nella nostra collezione"
Di giorno, quindi, il giocatore segue le vicende amorose di un Vincent costantemente supportato dalla combriccola di amici che si raduna allo Stray Sheep Bar, tra un boccale di birra, una sigaretta e una partita al cabinato strategicamente posizionato vicino alla porta del bagno (con una splendida e bastardissima versione 8-bit degli incubi del protagonista).
In questa fase di gioco Catherine si rivela essere un'avventura solida e ricca di spunti interessanti. Parlando con gli amici Vincent ottiene pareri e consigli di ogni genere per affrontare i suoi problemi amorosi. Scambiando qualche parola con gli avventori del bar, invece, scopre dettagli fondamentali per comprendere meglio ciò che gli accade ogni singola notte, quando nel mondo dei sogni (o degli incubi, in questo caso), rischia costantemente la vita tra pecore, scalate e blocchi da spostare.
Bastano poche sedute allo Stray Sheep Bar per rendersi conto che anche altri clienti del locale sono nella stessa situazione di Vincent, ma il fatto che nessuno sia in grado di ricordare chiaramente cosa accada nei sogni rende difficile la ricostruzione dei fatti e, soprattutto, della drammatica sequenza di morti misteriose che flagella la città.
"Gli SMS che Vincent riceve sul proprio cellulare contribuiscono ad allentare la tensione, facendo quasi sentire in colpa il giocatore"
Nel bel mezzo di queste situazioni surreali gli SMS che Vincent riceve sul proprio cellulare contribuiscono ad allentare la tensione, facendo quasi sentire in colpa il giocatore quando arrivano nei momenti meno opportuni. Leggere i messaggi di fronte agli amici, infatti, può dar vita a reazioni di ogni genere, tanto da spingere spesso a fingere di andare in bagno per rispondere con calma.
Il bello è che le risposte non sono predefinite ma i messaggi possono essere composti mischiando tra loro diverse frasi, a seconda delle emozioni che si provano in merito all'intricata situazione sentimentale del protagonista.
A seconda del comportamento tenuto nel corso dell'avventura, infatti, Catherine giudica le scelte del giocatore secondo un sistema morale ben delineato, che sposta l'ago della bilancia verso il bene o il male (con diverse sfumature di grigio) portando a ben otto finali differenti, a tutto vantaggio della rigiocabilità.
Se le fasi ambientate di giorno vengono gestite seguendo un gameplay basato su scelte e dialoghi, gli incubi notturni di Vincent portano il giocatore in una sorta di versione moderna di Q*Bert, storico puzzle game uscito nel 1982.
In queste sequenze il protagonista, in boxer, con un evidente paio di corna sulla testa e con un cuscino da stringere forte per esorcizzare la paura, deve cercare di scalare il più velocemente possibile una serie di torri composte da blocchi di forma cubica.
I blocchi possono essere spinti o trascinati, anche due alla volta, in modo da costruire vere e proprie scale per raggiungere l'agognata uscita. Visto che si tratta di un sogno, dove decine di pecore si affannano per sopravvivere scambiandosi commenti terrorizzati e spingendosi nel vuoto, le normali leggi fisiche possono essere infrante, in particolar modo grazie alla dinamica chiamata Edge.
"Gli incubi notturni di Vincent portano il giocatore in una sorta di versione moderna di Q*Bert"
In pratica basta che due blocchi si tocchino anche per un solo spigolo per farli saldare automaticamente tra loro, permettendogli di rimanere stabili anche senza avere un appoggio solido alla base. Questo permette di ricorrere a tattiche estremamente complesse che il gioco rivela livello dopo livello, grazie a una serie di dialoghi tra Vincent e altri due personaggi fermamente decisi a portare a casa la pelle, al punto da condividere le strategie vincenti.
Durante le scalate è anche possibile fare affidamento su diversi oggetti che permettono, per esempio, di creare dal nulla utili blocchi extra, o di trasformare i cubi speciali (impossibili da spostare, dotati di trappole letali o fragili come cristallo, per fare qualche esempio) in versioni normali facilmente gestibili. Tali oggetti possono anche essere acquistati dal mercante presente tra un livello e l'altro, in cambio delle monete raccolte nel corso delle arrampicate.
I livelli conclusivi di ogni incubo sono resi ancor più interessanti da boss fuori di testa caratterizzati da un design inquietante e surreale basato sui pensieri che tormentano il povero Vincent. Se già i livelli normali sono una vera e propria corsa contro il tempo, gli scontri con i boss sono resi ancor più impegnativi dalla costante pressione che gli incubi grotteschi mettono sul protagonista in fuga, grazie a una vasta gamma di attacchi assurdi capaci di portare immediatamente alla schermata di Love Over (il Game Over in salsa Catherine, ovviamente).
"L'adattamento Italiano, limitato ai sottotitoli, è stato realizzato con estrema cura"
L'adattamento Italiano, limitato ai sottotitoli, è stato realizzato con estrema cura. È innegabile, però, che sarebbe stato piacevole avere la possibilità di scegliere se optare per il doppiaggio inglese (generalmente buono, se si escludono alcuni personaggi) o per quello giapponese (a nostro avviso più adatto allo stile molto vicino ai migliori anime nipponici e, soprattutto, caratterizzato da una qualità superiore). Sfortunatamente, come da tradizione per i prodotti Atlus portati in Occidente, il disco contiene unicamente l'audio in lingua inglese.
Come avrete ormai capito, quindi, Catherine non è un titolo come tanti, al punto da essere particolarmente difficile da classificare. La cosa importante è che a livello di gameplay, di sceneggiatura e di realizzazione tecnica, questo gioco Atlus si è rivelato essere un vero gioiello tutto da gustare. Compratelo, godetevelo e non ve ne pentirete.