Counter-Strike: Global Offensive
Valve torna su Dust 2.
Molte cose sono cambiate dall'estate del 1999: le parole "owned" e "lungo" sono ormai passate di moda, come anche le ore trascorse a studiare tattiche d'assalto e di difesa per mappe dai nomi esotici come Dust o Aztec insieme a improbabili configurazioni tastiera o sensibilità dei mouse.
Oggi invece si parla solo di pad, Call of Duty, Halo e compagnia bella, e tornare a occuparsi di un dinosauro del genere sparatutto qual è sicuramente CS potrebbe sembrare anacronistico a più di un appassionato.
Tuttavia, il tempo che passa non ha impedito a Valve di continuare a supportare il suo gioco e di pensare a più di un modo per svecchiarne forma e contenuti: da questo presupposto è partito tutto il lavoro svolto dagli scagnozzi di Gabe Newell per realizzare Counter-Strike Global Offensive.
Si tratta di un'evoluzione della serie che cercherà di mantenere intatto il nocciolo duro del gameplay così com'era stato concepito da Minh "Gooseman" Le e Jess Cliff ma aggiungendo nuovi ingredienti per renderlo più appetibile alle esigenze del pubblico di appassionati da salotto da sempre refrattari al papà degli sparatutto online.
Sono bastati cinque minuti di tempo per rendersi conto di come la meccanica di gioco sia rimasta esattamente la stessa anche se al posto di un PC stavamo disinnescando un panetto di C4 su Xbox360: una squadra entra in gioco nella parte dei terroristi con il compito di piazzare esplosivi o mantenere sotto controllo un gruppo di ostaggi.
Il secondo team è invece composto da membri di varie forze speciali, incaricate di tenere lontani i malfattori da due zone cruciali della mappa o di portare a termine audaci blitz di liberazione degli ostaggi di cui sopra. Entrambe le fazioni all'inizio del round appaiono in punti diversi della mappa e ovviamente è solo questione di tempo prima che il piombo inizi volare in maniera consistente.
Fedele a quelle che sono le sue origini di vero e proprio capostipite di un certo modo di concepire gli sparatutto, Counter-Strike faceva, e fa tuttora, del massimo realismo il suo tratto distintivo preminente: quando si viene fatti secchi, infatti, non c'è alcun genere di respawn. Oltre a questo, è notevole il realismo con cui viene riprodotto il modello di danni di un vero essere umano dotato di giubbetto antiproiettile: bastano tre/quattro colpi di grosso calibro e si diventa concime per piante.
Un approccio improponibile al pubblico console moderno? Probabile. La prima impressione è che, prima di lanciarsi nel suicidio commerciale di pubblicare una semplice conversione di Counter-strike Source, Valve abbia fatto una buona dose di compiti a casa.
La prima novità che abbiamo riscontrato nella versione console di Counter-Strike Global Offensive riguardava proprio la gestione delle partite per permettere ai novizi di farsi tranquillamente le ossa senza finire nelle grinfie dei vecchi squali della serie. Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario mettere in piedi un sistema di match-making molto simile a quello concepito da ID Software per Quake Live!
Il gioco traccia i nostri progressi incamerando statistiche su uccisioni, morti, percentuali di precisione, uso delle armi e, più in generale, tenendo conto della capacità del giocatore di giocare di squadra portando a casa gli obiettivi. In questo modo è possibile creare un database continuamente aggiornato che permette di entrare in ogni momento su server in cui si trovano avversari alla nostra portata.
La seconda mossa è stata quella di aver diversificato in modo netto le opzioni di gameplay avanzato. Fin dal menù principale è possibile scegliere come approcciare Global Offensive in base alle nostre di esigenze: chi ha intenzione di darci dentro seriamente verrà limitato notevolmente nel'uso della mappa tattica, nella capacità di acquisto di nuove armi e nella visione o comunicazione con i propri compagni di squadra. Insomma, una riproposizione del gameplay di base già abbondantemente sperimentato nella versione PC di Counter-strike Source.