Crysis 3 PC - review
Benvenuti nella giungla (urbana).
Giusto qualche giorno fa abbiamo pubblicato una gustosa anteprima di quella che sarà la prova comparativa dedicata a uno dei titoli più attesi dell'anno dal punto di vista tecnico, ovvero Crysis 3. Come anticipato in quella sede, in cui avevamo avuto modo di mettere a confronto le differenze di estetica e di prestazioni delle versioni e console e PC sul fronte multiplayer, l'impressione che ne avevamo ricavato era stata quella di un FPS sviluppato per mettere in mostra le reali capacità dei moderni computer dedicati al gioco.
Oggi, dopo aver messo le mani sul codice recensibile della versione PC, possiamo confermare quella sensazione: Crysis 3 per home computer è con ogni probabilità il titolo tecnicamente più impegnativo finora realizzato nel panorama degli sparatutto moderni, un mezzo gradino sopra a Battlefield 3 in termini di soluzioni tecniche, game design e requisiti hardware. Facciamo però un passo indietro per accennare a quelle che sono le caratteristiche di base di questa versione del gioco, che ricalca perfettamente trama e gameplay delle consorelle console già abbondantemente recensite dal nostro Luca Forte su Xbox360 all'inizio della settimana scorsa.
La trama vede una nuova dittatura paramilitare comandare quello che è rimasto del pianeta terra dopo l'invasione dei Ceph. Malgrado sia stato la punta di lancia delle forze militari che hanno combattuto gli alieni, Prophet è stato imprigionato per vent'anni come Han Solo (in una capsula di gelatina, niente grafite) per non disturbare i piani di conquista dei nuovi padroni. Dopo essere stato liberato dal suo sonno per merito di un vecchio compagno d'arme, è ora giunto il momento di insegnare le buone maniere ai Cell che controllano risorse alimentari ed energetiche di tutta la costa est degli Stati Uniti e non solo. È sempre New York lo scenario a fare da sfondo alle gesta di Prophet, anche se sarà molto diversa dall'ultima volta che l'avrete vista.
Per quanto riguarda la sostanza del gameplay, ci troviamo chiaramente di fronte alla naturale evoluzione di Crysis 2, chiudendo in un certo senso il cerchio iniziato con il primo titolo della serie. Dalla giungla del pacifico si era passati a una grande mela in piena invasione aliena. Ora i Crytek hanno deciso di mescolare le due ambientazioni realizzando una metropoli ormai abbandonata in cui la vegetazione sta riprendendo possesso di vaste aree prima cementificate. Piante, rampicanti ed erbacce sono un tutt'uno con strade, palazzi e ponti in uno scenario di abbandono stupendamente concepito. La sensazione è quella di trovarsi in un immenso parco pubblico, per quanto non molto curato.
"Per quanto riguarda la sostanza del gameplay, ci troviamo chiaramente di fronte alla naturale evoluzione di Crysis 2"
Questo, oltre a contribuire a un colpo d'occhio a tratti assolutamente eccezionale, cambia anche il modo in cui il giocatore sfrutta l'ambientazione che lo circonda durante i combattimenti. Posto che rimane intatta la flessibilità del gameplay posta dalle capacità della tuta sul fronte della corazzatura, forza, velocità di spostamento e violazione di dispositivi remoti, nel primo Crysis era facile sfruttare le capacità mimetiche della nanotuta a causa della fitta vegetazione. In Crysis 2 la situazione si è complicata leggermente a causa della natura urbana di praticamente tutte le ambientazioni coinvolte. Crysis 3 è un mix ben realizzato di entrambe queste situazioni che vengono mescolate in vari modi o riproposte singolarmente per un amarcord che farà sicuramente piacere ai fan della saga.
Gli scenari abbastanza vasti aggiungono varietà e qualità al gameplay: non siamo al livello della navigazione nella foresta del primo Crysis, ma anche se ci si trova comunque in un contesto urbano ci si accorge presto che ci sono spesso almeno uno o due percorsi alternativi al raggiungimento dell'obiettivo. La modalità stealth è sicuramente quella per cui il gioco è stato pensato, ma chi si sente particolarmente aggressivo può sempre scegliere, a suo rischio e pericolo, l'assalto frontale prediligendo la protezione all'invisibilità.
Non manca anche un altro tratto distintivo del Cryengine, ovvero la fisica degli oggetti e dei corpi non limitata ai cadaveri in caduta (eccellente già di suo) che comprende la possibilità di far volare grossi oggetti a calci e la devastabilità degli scenari: non si può demolire lo scenario o le strutture in cemento, ma se avete sempre sognato di emulare Schwarzenegger potando ampi tratti di foresta a colpi di minigun facendo saltare alberi come se fossero stuzzicadenti, Crysis 3 è sicuramente la soluzione ideale.
"La bellezza grafica semplicemente fuori parametro pone Crysis 3 nella ristrettissima cerchia dell'eccellenza tecnica"
Quindi cosa separa la versione PC da quella console? Posto che nei dettagli tecnici scenderemo con l'immancabile Digital Foundry in arrivo nei prossimi giorni, fondamentalmente la differenza sta nella resa complessiva del gioco in termini di frame rate e livello di dettaglio.
La bellezza grafica semplicemente fuori parametro pone Crysis 3 nella ristrettissima cerchia dell'eccellenza tecnica assoluta insieme a Battlefield 3, probabilmente anche un mezzo gradino più in alto per quanto riguarda la qualità complessiva e, di conseguenza, le richieste hardware. Rispetto alle versioni console, quella PC gira infatti a risoluzioni superiori, permette di attivare un range di effetti esponenzialmente maggiore, in particolare le correzioni antialias, ma soprattutto è caratterizzata da texture eccezionali già fin dal livello qualitativo medio. Chiaramente ci si può spingere tranquillamente al livello alto e molto alto, posto di disporre dell'hardware in grado di farlo girare.
Come avevamo ampiamente preventivato, Crysis 3 non è un titolo per tutte le configurazioni e per riuscire a giocarlo, anche solo scendendo a compromessi, occorrono per forza un Quad Core da oltre 3 GHz, 4 GB di RAM e una scheda video con almeno 1GB di DDR di classe Nvidia 560 o equivalente ATI. Con questa configurazione tuttavia ci si possono scordare dettagli, risoluzioni e setup antialias più elevati, dovendo scendere a compromessi sul fronte del frame rate che in molte occasioni farà fatica a restare saldamente ancorato oltre i trenta fotogrammi al secondo.
"Come avevamo ampiamente preventivato, Crysis 3 non è un titolo per tutte le configurazioni"
Una configurazione più realistica richiede un I7 da almeno 3.5 GHz, munito di 8 GB di RAM e una scheda video con 2 GB di RAM per spingersi al dettaglio massimo a una risoluzione da 1080P.
Anche in questo caso i 60 fotogrammi al secondo fissi e l'MSAA antialias a 8X saranno comunque irraggiungibili. Prestazioni del genere sono sicuramente ad appannaggio di sistemi simili ma con due schede video di fascia alta accoppiate in SLI. Il risultato finale, è tuttavia eccezionale al punto che le versioni console sembrano la brutta copia di quella PC, per quanto vada dato atto a Crytek di aver mantenuto lo stesso level design sacrificando il dettaglio delle texture. Il fatto che Crysis 3 su console sia perfettamente giocabile nonostante tali limitazioni, lo consacra a un piccolo miracolo di tecnica degno della stima di tutti.
Tornando al gameplay, rispetto a Crysis 2 spicca l'utilizzo di un nuovo gingillo, l'arco, di cui trovate un filmato esplicativo a corredo di questa stessa recensione. È un'arma tremendamente letale visto che permette di colpire da lontano in tutta tranquillità senza mandare in corto il sistema mimetico della tuta. Degna di nota è anche l'intelligenza artificiale nemica: riesce ad avvistarci a notevoli distanze, ha un'ottima mira e anche se ha la tendenza a suicidarsi venendoci a cercare piuttosto che ingaggiare un combattimento statico, tende a metterci in difficoltà con l'uso di granate.
"Tornando al gameplay, rispetto a Crysis 2 spicca l'utilizzo dell'arco"
Nel gioco troveremo anche le vecchie conoscenze dei Ceph e quasi tutti gli alieni visti in precedenza, oltre a qualche nuova entrata: gli xenomorfi sono tutta un'altra storia da affrontare visto che se ne fregano della nostra invisibilità, attaccano spesso in gruppo e, in perfetto stile Alien, schizzano a velocità supersonica da tutte le parti costringendo il giocatore a dare fondo alla sua abilità col mouse per tenerli sotto tiro, operazione leggermente meno agevole col joypad. Questo è probabilmente l'unico vero tratto distintivo del gameplay tra PC e console: per il resto, l'azione di gioco ricalca perfettamente quano descritto dal nostro Luca Forte nella recensione della versione Xbox 360.
L'unico appunto da fare riguarda l'IA nemica: un paio di volte è capitato che l'energia della tuta finisse lasciandoci scoperti di fronte a una pattuglia che ha proseguito come se nulla fosse. È successo solo all'aperto tra l'erba piuttosto fitta, probabilmente si tratta di un problema di rilevamento del giocatore dovuto alla notevole complessità degli scenari. Normalmente i Ceph si limitano a nascondersi per poi caricarci in velocità e sono un osso spesso molto duro da mettere nel mirino, oltre che da stendere.
Vale la pena spendere due parole anche sulla questione longevità. Se non siete particolarmente avvezzi agli sparatutto la scelta più ovvia è il livello di difficoltà normale. In questo modo riuscirete a concludere la campagna in otto ore scarse, circa due-tre ore in meno rispetto al precedente Crysis. Non sono molte ma il consiglio che vi possiamo dare per apprezzare al meglio Crysis 3 rimane lo stesso di Crysis 2, ovvero impostare le due difficoltà intermedie sotto Supersoldato. Al livello normale la tuta conferisce al giocatore troppi vantaggi che finiscono per rendere l'esperienza di gioco fin troppo accessibile: a difficoltà più elevate la sfida è invece impegnativa e adatta a tutti gli appassionati di sparatutto con un buon bagaglio di esperienza alle spalle.
"Il singleplayer è stupendo da vedere, ben fatto e vario sotto il profilo del gameplay ma non molto lungo"
La mira dei nemici finisce spesso per inchiodarci in una posizione o costringerci alla ritirata, obbligando a gestire sparatorie prolungate che spesso sono il preludio ad approcci alternativi con cui si apprezza il level design di Crytek. L'approccio a livelli di difficoltà superiori aumenta quindi considerevolmente la longevità, che arriva tranquillamente a una decina di ore abbondanti di sparatorie epiche da condire con una attenta esplorazione, utile al ritrovamento di potenziamenti da combinare a seconda dei nostri gusti. Soprattutto, a parte un paio di boss, il bilanciamento è molto curato e non obbliga a rigiocare intere sezioni dei livelli perché si continua a morire, anche se la natura a checkpoint del singleplayer favorisce queste situazioni.
Il singleplayer è quindi stupendo da vedere, ben fatto e vario sotto il profilo del gameplay ma non molto lungo, per quanto come detto il giusto approccio lo porta sui binari di un'esperienza tutto sommato in linea con le recenti produzioni FPS. Dove Cevat Yerly e soci hanno recuperato in termini di puro conteggio orario è sicuramente nel multiplayer. Non siamo ai livelli di varietà e complessità di Battlefield 3 ma una volta compresi i meccanismi e sbloccate tutte le armi e abilità a disposizione, avrete occupato intensamente almeno un mesetto del vostro tempo. Le otto modalità implementate non propongono nulla di nuovo rispetto a quanto già visto in passato in quanto si tratta di varie rielaborazioni concettuali di Domination, Capture the flag, Capture and hold, Deathmatch e Teamdeathmatch.
L'unica eccezione, è rappresentata dalla modalità Hunter per il suo gameplay asimmetrico: due supersoldati, perennemente mimetizzati e dotati di arco, devono dare la caccia a quattordici Cell sempre visibili e muniti soltanto di armi convenzionali, scudi e un rilevatore di movimento che si attiva quando il vostro carnefice è nelle vicinanze. L'esperienza è assolutamente gratificante e ben realizzata da entrambe le parti e capace di regalare interessanti spunti per apprezzare un gameplay tattico e brutale come pochi altri siano capitati negli ultimi tempi. Anche se sembra di trovarsi in uno spin-off di Aliens versus Predator, un'idea simile era già stata esplorata da Ubisoft (usando l'oscurità al posto del cybermimetismo) in Splinter Cell: Pandora Tomorrow.
"Dove Cevat Yerly e soci hanno recuperato è sicuramente nel multiplayer"
Aggiungete al cocktail altre sette modalità, dodici mappe stupende da vedere e tatticamente interessanti da interpretare, la flessibilità gentilmente fornita dai progettisti della nanotuta e parecchie abilità da sbloccare macinando cinquanta livelli di esperienza, e otterrete un mix nettamente superiore al multiplayer proposto in Crysis 2. Oltre alle mappe è la natura della nanotuta a rappresentare la vera difficoltà del multiplayer in cui non esiste una zona franca dove si è sicuri di non essere colpiti: grazie al sistema mimetico, chiunque può essere ovunque e in qualsiasi momento.
Proprio questo elemento ha fatto (e farà) storcere il naso a chi è abituato agli FPS tritatutto in stile Call of Duty, ma è proprio qui che la componente multiplayer dell'ultima fatica dei Crytek andrebbe esplorata a fondo perché racchiude l'essenza di uno sparatutto multigiocatore moderno. Dalla sottigliezza di apparire giusto il tempo di effettuare una kill per poi scomparire nel nulla fino all'ultraviolenza a tutto tondo tra decine di giocatori supercorazzati armati come macchine di morte, incluse ovviamente le decine di sfumature che si trovano nel mezzo.
Crytek ha fatto tesoro degli errori commessi in passato bilanciando accuratamente il gameplay, soprattutto con l'intelligente pensata di separare la riserva energetica di corazzatura e mimetismo. In questo modo, quando un giocatore colto alla sprovvista da un nemico invisibile ha qualche possibilità in più di reagire proteggendosi o scomparendo nell'ombra a sua volta: un cambiamento sottile nella forma ma essenziale nella sostanza che aumenta le possibilità di sopravvivenza a tutto vantaggio del divertimento e detrimento della frustrazione.
"Il multiplayer PC di Crysis 3 potrebbe rivelarsi una bella sorpresa per molti di voi"
Il multiplayer PC di Crysis 3 potrebbe quindi rivelarsi una bella sorpresa per molti di voi: pur non innovando in modo sostanziale il genere degli sparatutto moderni, propone parecchie ore di divertimento a chi vuole qualcosa di diverso dal solito Call of Duty e lo fa con quel genere di classe che permette di non bollarlo come un semplice riempitivo al pur ottimo singleplayer. Speriamo solo che la frenesia del pubblico nella sua attenzione a tutti i costi all'estetica messa in campo dal Cryengine 3 non distolga l'attenzione da una componente del gioco che per la prima volta, merita la stessa attenzione della campagna singleplayer.
In conclusione, Crytek ha fatto tutto quello che era lecito aspettarsi con Crysis 3. Grafica stratosferica, sonoro eccezionale, singleplayer impegnativo e un multiplayer finalmente all'altezza della situazione lo rendono un gioco assolutamente consigliato ai fan degli sparatutto a tutto tondo e un acquisto praticamente obbligato per i discepoli della nanotuta. Tecnicamente si tratta senza dubbio della produzione PC più avanzata di sempre sotto il profilo della qualità grafica, ma non bisogna farsi abbagliare dalle apparenze: il gameplay del singleplayer intenso e impegnativo, affrontabile in molti modi completamente diversi e condito da una storia ben concepita, spicca su buona parte della concorrenza.
Peccato per la longevità leggermente al di sotto dei precedenti capitoli, una lacuna tuttavia compensata da un multiplayer finalmente ben realizzato che ci auguriamo non finisca nell'oblio come spesso accade a molti FPS pubblicati fuori dalla corsa all'oro prenatalizia. Una costante per ogni titolo della serie è la potenza di calcolo richiesta per godersi appieno i frutti di uno sviluppo che fin dalle prime battute è stato impostato per spingere al massimo i limiti dell'hardware PC attualmente disponibile. Il dividendo qualitativo è eccezionale ma pone Crysis 3 fuori dalla portata di molti utenti che per lungo tempo hanno vissuto di rendita sulle limitazioni dell'attuale generazione console.
Alla luce di tutto questo, è superfluo ribadire che la versione PC si conferma, e di parecchio, la migliore del lotto anche se, alla luce di quanto detto sopra, Crytek merita un plauso per il lavoro di conversione svolto su console ormai obsolete rispetto ai PC di fascia alta moderni. Di questo, tuttavia, parleremo più diffusamente nell'imminente Digital Foundry comparativa.