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Dark Souls: Prepare to Die Edition - review

From Software sa come far soffrire gli utenti PC.

Gli sviluppatori di From Software hanno costruito parte delle loro fortune sulla capacità di far soffrire i giocatori. Demon's Souls prima e Dark Souls poi, fondano parte del loro meritato successo sull'essere implacabili nel punire ogni sbaglio e ogni distrazione di tutti coloro che si avventurano nelle loro terre oscure.

Grazie ad un gameplay impeccabilmente bilanciato, però, entrambe queste esperienze sono riuscite a travalicare la frustrazione e arrivare ad ammaliare il cuore dei player più puri ed entusiasti. Per questo motivo gli utenti Personal Computer hanno agognato per lunghi mesi una versione compatibile con la loro piattaforma del capolavoro di Namco Bandai.

Con Dark Souls: Prepare to Die Edition, la versione PC del gioco, lo sviluppatore nipponico ha però aggiunto un nuovo strato di sofferenza al suo gioco, andando a toccare, punto per punto, tutti quegli argomenti capaci di indispettire l'utente PC. Al posto di realizzare la versione definitiva di Dark Souls in grado, grazie alla maggiore potenza dell'hardware a disposizione, di superare quei limiti tecnici che in parte rovinavano l'esperienza su console, From Software ha deciso di seguire la strada del porting diretto della versione Xbox 360, Games for Windows incluso.

Ecco i contenuti della versione scatolata del gioco.

In questo modo anche tutti coloro che possono vantare 8 CPU, GPU da favola, SLI e HDD solidi, si dovranno accontentare di una risoluzione nativa a 1024x720 pixel upscalati via software per adattarsi alle risoluzioni maggiori, un frame rate incollato ai 30 fotogrammi per secondo, texture in bassa risoluzione, colori piuttosto slavati, e tutto questo nonostante vi sia ancora qualche problema di framerate.

Per fortuna gli sviluppatori sembrano essersi concentrati principalmente sulla stabilità del codice di gioco, in modo che l'esperienza globale non sia inficiata da bruschi freeze o fastidiose disconnessioni che, in un prodotto nel quale l'azione è salvata in ogni istante e non ci sono possibilità di caricare la vecchia partita, potrebbero mandare a monte ore di gioco.

Come l'analisi del Digital Foundry sottolinea (la leggerete a brevissimo), questa condizione consente a una scena mod attiva e capace come quella attuale di avere delle solide basi sulle quali lavorare, per sistemare con la passione tutte quelle lacune che un budget limitato hanno imposto. Non sono passati nemmeno due giorni dall'uscita di Dark Souls che nei forum di tutto il mondo sono comparsi link per consentire la renderizzazione grafica a risoluzioni diverse da quella di base e presto arriveranno patch che sbloccheranno il frame rate e il rapporto video bloccato sui 16:9.

Nuovi nemici, stesse imprecazioni.

"rom Software ha deciso di seguire la strada del porting diretto della versione Xbox 360, Games for Windows incluso"

Nonostante dovremo aspettare ancora qualche tempo prima di poter mettere le mani sulla versione PC di Dark Souls che sarebbe stato lecito attendersi, e non certo per merito di From Software, già da subito possiamo assaporare una delle esperienze più hardcore che l'industria videoludica abbia creato negli ultimi anni. L'essere una fedele conversione dell'edizione Xbox 360 vuol dire che sin da subito potrete avere tra le mani 'solo' uno dei videogiochi più belli, ispirati e bilanciati di questa generazione, capaci di trascinare l'utente per lunghe ore di esplorazione, terrore e sofferenza.

Coloro poco interessati alle produzioni del Sol Levante probabilmente non sapranno che Dark Souls: Prepare to Die Edition è un action GdR di matrice occidentale, nonostante sia stato sviluppato in Giappone. Impersonerete un eroe solitario che si risveglia nel regno di Lordran come non morto e che lentamente deve comprendere come fare per tornare normale.

Il gameplay è apparentemente semplice: i quattro tasti dorsali del pad (fortemente consigliato per il gioco) gestiranno i due tipi di attacchi per ognuna delle braccia dell'eroe. In base all'equipaggiamento indossato, varierà l'azione eseguita. Tutto apparentemente molto semplice, non fosse che un complesso sistema di contromosse, parate e schivate rende i combattimenti realmente impegnativi, e che un level design demoniaco fatto di salti millimetrici e precipizi letali, renda l'esplorazione altrettanto complessa e avvincente.

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Le atmosfere medievaleggianti del titolo From Software si mescolano col gusto tutto nipponico per i boss giganti, lo studio mnemonico della mappa infarcita di segreti e un gameplay bilanciato e impegnativo. Il fattore che ha reso famoso il prodotto Namco Bandai è, infatti, il livello di difficoltà piuttosto impegnativo che affiancato all'impossibilità di salvare liberamente la partita rende potenzialmente ogni morte un enorme spreco di tempo ed energie. Sconfiggere nemici e boss fa guadagnare anime, fondamentali per salire di livello, potenziare l'equipaggiamento e comprare oggetti, che però saranno perdute ogni volta che sarete messi K.O.

"Le atmosfere medievaleggianti del titolo From Software si mescolano col gusto tutto nipponico per i boss giganti"

Una volta resuscitati avrete una possibilità per toccare la macchia di sangue che si formerà nel punto esatto in cui siete morti l'ultima volta, in modo da riscattare tutto ciò che si è perduto. Questo vuol dire che se nel tragitto verso il recupero morirete un'altra volta, la vecchia traccia sparirà in favore della nuova, e con essa tutte le anime e l'umanità che possedevate.

Se vi aspettate texture in alta risoluzione e 60 frame al secondo, rimarrete delusi.

Se questa difficoltà è l'elemento che fa parlare di Dark Souls: Prepare to Die Edition, ciò che fa innamorare chi ci gioca è l'incredibile level design attorno al quale Lordran è stata costruita. Dopo alcune ore di gioco comincerete a scoprire come tutti i livelli sono interconnessi tra di loro in maniera molto intelligente, in modo tale che i pochi focolari distribuiti per la mappa, i respawn point fondamentali anche per salire di livello, teletrasportarsi e ricaricare le magie, siano sempre nella posizione ideale. Avanzare nel gioco, inizialmente suonando le due campane della città e poi sconfiggendo i vari Lord, vi farà scoprire nuove scorciatoie, personaggi misteriosi e luoghi magnifici.

Come procedere nel gioco, però, sarà tutto un altro discorso. Lordran è liberamente esplorabile, tranne alcuni punti sorvegliati da boss troppo forti o altri bloccati da eventi legati alla trama, è starà a voi decidere dove andare e soprattutto il tipo di personaggio da interpretare. Diventare un guerriero, un mago, un ranger o un ladro, ha punti di forza e di debolezza ben evidenti, e starà a voi decidere come specializzarvi. Divenire un personaggio medio non ha molto senso, soprattutto contro i boss più potenti che incontrerete avanzando nel gioco.

Parliamo di avversari talmente forti che a volte avrete la necessità di combatterli in gruppo, il che ci porta al peculiare multiplayer costruito da From Software attorno al concetto di Umanità. Da non morto potrete essere evocati nelle partite degli altri giocatori in modo da aiutarli a completare sezioni di livelli fino al confronto con il boss finale, così da guadagnare anime e Umanità supplementari.

Nonostante lo scarso lavoro di adattamento, Dark Souls rimane uno dei migliori giochi dello scorso anno.

Presso i falò sarà possibile spendere l'oggetto 'Umanità' per abbandonare lo stato di essere vuoto. Questo vi consentirà di evocare altri giocatori o eventualmente di invadere il loro mondo, oltre che poter rafforzare la fiamma dei focolari, pratica fondamentale per avere un numero superiore di cure. Il rovescio della medaglia di questo stato è rappresentato dal rischio d'invasione da parte di altri giocatori, che piomberanno nella vostra partita per darvi la caccia, in modo da rubare la vostra Umanità.

"Un po' di cura in più avrebbe potuto rendere imperdibile la versione PC di questo capolavoro"

La comunicazione tra i diversi giocatori avverrà o tramite semplici gesti, nel caso di partita in cooperativa, o tramite scritte in modo da lasciare sul terreno preziosissimi consigli, come per esempio per indicare scorciatoie e segreti. Questo sistema, apparentemente impersonale, riesce invece a far vivere una sorta di cameratismo tra i giocatori, che saranno sì immersi nella solitudine di questo terribile regno, ma avranno la percezione di avere al loro fianco altre persone, che lottano e soffrono come loro. Attraverso le impalpabili siluette degli eroi seduti presso i focolari o le macchie di sangue sul terreno, l'eco delle loro morti, scoprirete che Lordran è più viva di quanto non sembri, contribuendo all'eccezionale atmosfera del gioco.

Per quanto riguarda i contenuti in senso stretto, la Dark Souls: Prepare to Die Edition differisce dalla versione console non solo per un framerate leggermente più stabile ma anche per nuove aree, nemici, boss, personaggi non giocanti e oggetti. Tali aggiunte non andranno a modificare in maniera significativa la qualità del gioco in sé, ma amplieranno ulteriormente la quantità di avventure a disposizione. Tali aggiunte arriveranno anche su Xbox 360 e PS3 il 25 ottobre come DLC, rispettivamente al costo di 1200 MS Points e 14.99 euro. Se questo sia o meno il valore giusto è qualcosa che verrà approfondito in quella data in sede di recensione del DLC.

Con la Dark Souls: Prepare to Die Edition, From Software avrebbe potuto realizzare la versione definitiva del suo capolavoro, eliminando quelle limitazioni tecniche che non consentivano alla versione console di brillare anche sotto il profilo tecnico. Sfortunatamente gli sviluppatori giapponesi si sono accontentati di un porting, con le limitazioni di risoluzione, texture e fluidità che questo comporta. La superiore potenza dei moderni PC consentirà in alcune occasioni di avere un framerate più stabile, ma questo risultato non è certo imputabile a un reale processo di ottimizzazione.

Un po' di cura in più avrebbe potuto rendere imperdibile la versione PC di questo capolavoro, così com'è invece la Dark Souls: Prepare to Die Edition offre la stessa esperienza sperimentata su console qualche mese fa.

8 / 10
Avatar di Luca Forte
Luca Forte: Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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In this article

Dark Souls

PS3, Xbox 360, PC

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