Datura - review
Un allucinante viaggio attraverso lo specchio, con il PlayStation Move in mano.
Non so voi ma io adoro i giochi più particolari. Non importa se psichedelici, evanescenti o addirittura grotteschi, ma se c'è dietro un'idea originale tendo irrefrenabilmente a buttarmici a capofitto. Questa passione di solito mette davanti a piccoli grandi capolavori che rischiano di passare inosservati, oppure, quando le cose vanno male, davanti a giochi brutti e noiosi. Datura? Si posiziona nel mezzo.
Questo nuovo titolo dei polacchi Plastic Studios, al loro secondo titolo per Sony e il suo PlayStation Network dopo il piccolo, semplice e ingegnoso Linger in Shadow, è qualcosa che vorrei far provare agli amici, ma è anche il motivo per cui gli stessi potrebbero sommergermi di insulti, chiedendo a gran voce di caricare subito qualcos'altro.
Questo perchè Datura ha enormi potenzialità, una fantastica atmosfera, ma quando dovrebbe colpire duro si ritrae come intimidito, perde pressione, diviene mediocre. Il gioco prende il nome da un bellissimo fiore bianco, conosciuto anche come "tromba degli angeli", per via della forma e della massiccia presenza nei suoi candidi petali di alcaloidi.
Non è un caso che per secoli il fiore della datura sia stato utilizzato come potente allucinogeno, e non è un caso che presti il suo nome proprio a questo titolo che fa delle atmosfere oniriche il suo più grande punto di forza.
In Datura il giocatore è destinato a morire, più e più volte, singhiozzando col suo gameplay tra diversi stati mentali e fisici che probabilmente rappresentano quel limbo che separa la vita dalla morte, la lucidità alla follia. In questo contesto si dovrà interagire con l'ambiente circostante utilizzando a scelta il PlayStation Move o il Sixaxis, ma anche quest'ultimo verrà utilizzato come un motion controller qualunque, grazie alla presenza del giroscopio al suo interno.
Il tramite tra noi e i mondi di Datura è proprio la mano del protagonista, la cui visuale in prima persona ne è la diretta conseguenza. Tralasciando la tediosa esperienza con un Sixaxis, è con il PlayStation Move che quella mano diventerà virtualmente la nostra.
"In Datura il giocatore è destinato a morire, più e più volte, singhiozzando col suo gameplay tra diversi stati mentali e fisici"
In questo gioco, grazie alle tecnologie in ballo, potremo davvero toccare gli oggetti circostanti, passare le dita sul viso di un putto scolpito nel marmo muovendo naturalmente il Move davanti allo schermo o accarezzare la corteccia di un albero che magicamente ci permetterà anche di aggiornare il nostro taccuino con una mappa più dettagliata della zona.
La mano virtuale reagirà di conseguenza ad ogni forma su cui verrà poggiata, le dita si piegheranno realisticamente (e a volte irrealisticamente) in base alle increspature della superficie, trasmettendo un feeling e una conseguente vibrazione del controller straordinario.
In Datura il giocatore potrà muoversi liberamente attraverso gli scenari grazie alla pressione dei pulsanti del Move e alla sua inclinazione. Tale soluzione funziona molto bene in un gioco come questo, con i suoi ritmi dilatati e il gameplay basato proprio sulla lenta esplorazione degli ambienti circostanti.
Per evitare di lasciare il giocatore a gironzolare nella frustrazione, quando ci avvicineremo nei pressi di un oggetto utile comparirà sullo schermo l'icona del pulsante triangolo, il quale una volta premuto porterà l'inquadratura davanti all'area con cui si potrà interagire, di solito con un movimento del Move simile a quello reale.
"Gran parte del gioco vi vedrà alle prese con un perverso giardino"
Gran parte del gioco vi vedrà alle prese con un perverso giardino, tortuosamente adagiato tra la fitta vegetazione di un bosco spoglio, corrotto. In questo non luogo il giocatore dovrà cercare di mettere in relazione diversi oggetti, come statue e porte nel vuoto, interagendoci secondo un ordine logico per accedere a strumenti e conoscenze indispensabili per proseguire nella trama.
Capita la correlazione, fatto quel che si doveva fare, Datura ci strapperà dal bosco incantato per riportarci sopra il freddo asfalto davanti ad arresti, guerre, in un'ambulanza in fin di vita o di notte, mentre guidiamo ascoltando musica la nostra macchina in una buia strada di campagna.
In queste scene il gioco ci metterà davanti a semplici scelte morali, alcune d'impatto, altre meno, ma per quanto il bosco in cui inevitabilmente torneremo risentirà di queste decisioni, le stesse non sembrano sortire il medesimo effetto sul giocatore. A volte, in queste circostanze, sarà difficile capire di aver inevitabilmente cambiato il corso di qualcosa, un gran problema per un titolo che cerca di essere così toccante e profondo come questo Datura.
Anche i comandi danno dei problemi. Come abbiamo detto lo schema è funzionale ma non sempre le nostre azioni verranno riprodotte sullo schermo con la stessa velocità e la stessa precisione, al punto che nel corso del gioco probabilmente vi ritroverete a ricalibrare il Move più volte, nel dubbio che qualcosa nei settaggi sia andata perduta chissà come, chissà quando, proprio come è accaduto durante la nostra prova. E questo è senza dubbio un altro problema relativo al gioco, vista e considerata la precisione che il Move ha dimostrato in altri frangenti.
"Datura ricorda da vicino giochi come Myst o Riven"
Graficamente il lavoro dei Plastic Studios è ottimo e per fare le cose in grande e puntare tutto sul concetto di realtà virtuale, questo titolo può essere giocato anche in 3D. Ma il duro colpo che subisce la risoluzione e gli effetti grafici utilizzati rendono l'immagine tridimensionale troppo sporca, impastandola ad ogni movimento con effetti disastrosi sulle percezioni del giocatore. Ottimo invece il sonoro, con effetti e musiche ispirate e prepotenti.
Datura ricorda dunque da vicino giochi come Myst o Riven. E la cosa sarebbe stata fantastica se il progetto fosse stato sviluppato con una maggiore cura, se le idee comunque abbondanti fossero state sfruttate meglio e se la trama, così accattivante inizialmente, non fosse così insistente nel sorprendere e confondere il giocatore.
Anche perché tutti i difetti di Datura si concentrano in due ore scarse di gioco, soffocando le incredibili potenzialità che un progetto del genere senza dubbio possiede. Potenzialità che avrebbero sicuramente beneficiato di un respiro più ampio, di una trama meno stilizzata.
Forse i Plastic Studios sono ancora immaturi per un progetto più grande e di conseguenza più costoso e rischioso, Datura dimostra anche questo, come anche il loro incredibile coraggio. Sono 7,99 euro per gettarsi nel pozzo, attraversare lo specchio: l'avventura non sarà indimenticabile ma in una notte di primavera potrebbe anche essere proprio quello che cercavate.