Dead Island: Riptide - review
Non sempre gli incubi svaniscono al risveglio.
La tendenza più recente nel mondo dei videogiochi è quella di prendere in prestito lo stile narrativo dai serial televisivi... e ovviamente gli zombie continuano a dettare legge, sia in TV che sulle nostre console. In pieno delirio da The Walking Dead, ecco arrivare il seguito ufficiale di Dead Island, gioco che a suo tempo sollevò tanta polvere più per il trailer che lo precedette che per gli effettivi meriti.
Come probabilmente sapete al sottoscritto quel gioco piacque, nonostante i suoi innegabili difetti, ecco perché era inevitabile che mi occupassi anche di questo Riptide, che riprende le fila della narrazione esattamente da dove si era interrotta la volta scorsa. I pochi sopravvissuti all'apocalisse zombie dell'isola di Banoi sono riusciti a salire sull'elicottero che li porterà in salvo, lasciandosi dietro migliaia di cadaveri e tante domande: cosa diavolo ha scatenato quella follia? Chi c'è dietro al virus che ha ridotto la popolazione dell'arcipelago ad un orda di mostri affamati di carne umana? C'è vita dopo la morte? Perché quando imburri un toast, se questo cade lo fa sempre dalla parte imburrata?
Con questi terrificanti interrogativi in testa, il rapper Sam B., l'ex quarterback Logan, l'impiegata Xian Mei e la guardia del corpo Purna guardano al futuro con rinnovata speranza ma ovviamente qualcosa va dannatamente storto e vengono imprigionati su una nave da un'organizzazione paramilitare, apparentemente controllata da una grande multinazionale... qualcuno ha pensato alla Umbrella?
Il prologo del gioco serve ovviamente per far capire l'espediente narrativo che fa da sfondo a Dead Island Riptide, ovvero che la suddetta apocalisse è stata tutt'altro che casuale. Il virus che l'ha provocata è stato solo un'incidente nel corso di una sperimentazione per una nuova arma biologica, un'incidente che presto verrà coperto con una completa nuclearizzazione del luogo in cui è avvenuto... ancora una volta, Mikami e qualche altro designer Capcom in questo momento sono diventati quasi completamente sordi.
"I sopravvissuti di Banoi sono riusciti a salire sull'elicottero che li porterà in salvo. Ma cos'ha scatenato quella follia?"
Ma bando alle ovvie similitudini, una volta terminato il prologo ci si ritrova imprigionati all'interno della nave. Piccola parentesi, Dead Island Riptide consente di scegliere tra gli stessi personaggi del primo capitolo per iniziare una partita completamente da zero, ma anche di importare l'eroe scelto nella precedente avventura con il livello raggiunto e le abilità già sbloccate.
Una tempesta sbatte la nave contro gli scogli e quello che sembra l'inizio della fine... in effetti lo è! Dopo qualche fase confusa e concitata ci si ritrova svegli sulla battigia di un'isola tropicale, il sole splende in cielo, i gabbiani viaggiano in circolo e una donna ci dice che siamo sopravvissuti ancora una volta.
Da questo momento in poi il senso di déjà vu inizia a farsi sempre più forte e il giocatore di fronte allo schermo ha più di un motivo per credere di trovarsi di fronte ad una copia esatta del primo Dead Island. Sì, perché gli sviluppatori della Techland non sembrano essersi dati da fare un granché per proporre qualcosa di nuovo. I controlli sono esattamente gli stessi, compresa la possibilità di combattere usando i grilletti del pad o anche lo stick analogico, e anche i menù sono stati riciclati "pari pari" dalla precedente avventura. Visto che in particolare questi ultimi non erano sicuramente lo stato dell'arte, magari una piccola rinfrescata non avrebbe fatto male.
"I tre rami delle abilità che si sbloccano passando di livello sono rimasti intatti"
I tre rami delle abilità che si sbloccano passando di livello sono rimasti intatti e nel caso si decida di iniziare con un personaggio già "skillato", si avranno a disposizione tutti i poteri già accumulati in precedenza. Identico anche il sistema per riparare, potenziare e progettare le armi, così come l'organizzazione dell'inventario, che ancora una volta non consente di vedere subito e chiaramente gli oggetti a disposizione o di capirne quanti se ne hanno nelle fasi di compravendita.
Le novità inserite in questo sequel sono davvero poche e si contano sulle dita di una mano. La più evidente riguarda ovviamente la presenza di un quinto personaggio giocabile, tale John Morgan. Trattasi di un soldato della Australian Defense Force esperto nel combattimento corpo a corpo che possiede abilità specifiche come un apprendimento più rapido delle abilità delle armi, nuovi attacchi speciali e un moderato effetto curativo che gli consente di riprendersi più rapidamente quando si trova vicino alla morte.
Fatta eccezione per qualche attacco diverso in modalità Furia, che ancora una volta si raggiunge accumulando uccisioni e che consente di essere invulnerabili e ultra-potenti per qualche secondo, una volta scesi in campo tutti i personaggi si comportano più o meno nello stesso modo e le differenze sono a dir poco impercettibili... ecco perché il sottoscritto, dopo aver provato per un po' il nuovo arrivato, ha deciso comunque di tornare al suo primo amore.
"Una novità è rappresentata dalle "missioni di squadra""
Un'altra novità è rappresentata dalle cosiddette "missioni di squadra", che hanno comunque poco a che vedere con una svolta tattica della serie. Semplicemente ogni personaggio principale del gioco vi assegnerà delle missioni scollegate da quella principale, in gran parte focalizzate sul ritrovamento di particolari oggetti, che una volta portate a termine aumenteranno in qualche modo l'apporto della squadra e vi faranno guadagnare qualche oggetto extra.
Sinceramente l'apporto dei miei compagni alla causa non mi è sembrato gran cosa, pure dopo averli riempiti di regali, anche perché ancora una volta l'avventura si gioca quasi esclusivamente in solitaria, con pochissime fasi in cui si ha l'occasione di combattere in gruppo. In queste ultime, poi, la sensazione di "dover fare tutto da soli" è comunque forte.
Leggermente più alto è sembrato il numero di nemici da fronteggiare così come sensibilmente più veloce risulta il respawn dei mostri, segno evidente che il team di sviluppo ha voluto alzare l'asticella del livello di difficoltà in questo sequel. Più che in passato risultano vitali l'utilizzo di armi dalla distanza ma anche dei mezzi sparsi un po' ovunque, che consentono di eliminare mostri più duri in maniera piuttosto semplice.
"Un prezioso alleato in questa nuova lotta per la sopravvivenza sarà il vostro calcio! "
Un prezioso alleato in questa nuova lotta per la sopravvivenza sarà il vostro calcio! Che ci crediate o no, infatti, l'utilizzo di questa semplice arma offerta da madre natura risulta fondamentale per venire a capo di situazioni piuttosto complicate, e per vari motivi. Per prima cosa non si consuma e non richiede munizioni, e poi è in grado di sbilanciare e far cadere gran parte degli zombie che vi troverete di fronte (Assassini, Galleggiatori e boss a parte, ovviamente), permettendovi così di finirli a colpi di tacco senza troppo sforzo.
Anche i calci però dovranno però fare i contri con la barra della fatica, che si consumerà ogni volta che compierete azioni come combattere a mani nude o correre. Questa richiede qualche secondo per essere ricaricata e si svuota con una velocità imbarazzante, quindi fate attenzione.
Dead Island Riptide consente di affrontare l'avventura, o parte di essa, con alcuni compagni in modalità co-op. Il multiplayer del gioco di Deep Silver utilizza ancora una volta il "sistema di prossimità" visto nel precedente capitolo, che avverte il giocatore quando un altro sopravvissuto umano si trova nelle vicinanze e consente di unirsi alla sua partita.
Il tempo passato dal primo capitolo non sembra però aver dato agli sviluppatori la possibilità di correggere gli errori che affliggevano questa modalità in passato. Ancora una volta, in alcuni casi, si sperimentano strani fenomeni come missioni doppie, necessità di portare a termine quest già completate in precedenza e via dicendo. Fatta eccezione per questi difetti, che si spera vengano presto patchati, l'esperienza co-op fila via abbastanza liscia anche in quattro. Speriamo che la situazione non peggiori quando i server saranno un po' più affollati.
"Dead Island Riptide sembra un enorme, gigantesco DLC del gioco precedente"
Dal punto di vista tecnico questo sequel offre a tratti alcuni guizzi che mostrano un certo raffinamento del motore di gioco. La resa dell'acqua negli scenari lagunari o sulle spiagge è migliorata, così come alcuni effetti d'illuminazione e gli eventi atmosferici, che cambiano molto più spesso pur essendo assolutamente inutili ai fini del gameplay. Per il resto ci si trova di fronte ad un prodotto molto simile al precedente, con texture di discreta fattura alternate ad altre spappolate alla pari delle teste degli zombie che ci si trova di fronte.
Per riassumere quanto detto finora in poche parole si potrebbe dire che Dead Island Riptide è più vicino all'essere un enorme, gigantesco DLC del gioco precedente, piuttosto che un titolo completamente nuovo. Per essere più alla moda si potrebbe anche dire che ci troviamo di fronte alla Stagione 2 di una saga televisiva, con tanto di breve riassunto delle puntate precedenti.
La cosa farà sicuramente piacere a chi, come me, non vedeva l'ora di spappolare qualche altro migliaio di zombie senza pretesto alcuno, ma sicuramente chi non aveva apprezzato il primo capitolo non troverà valide ragioni per acquistare questo sequel.