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Deadlight - review

L'apocalisse zombie ha luci ed ombre.

Che cos'hanno in comune giochi come Shadow Complex e Canabalt? Poco o niente se togliamo il fatto che entrambi sono titoli con una prospettiva bidimensionale. E se a questi due aggiungiamo anche un pizzico di The Walking Dead che cosa otteniamo? Semplice, otteniamo Deadlight ovvero il gioco di cui stiamo per parlare.

Il team che si è occupato del suo sviluppo si chiama Tequila Works e sicuramente il nome di questo gruppo di sviluppatori non vi dice nulla. E' una neonata software house spagnola nella quale militano ex- Blizzard (World of Warcraft, Diablo III), Mercury Steam (Castlevania: Lords of Shadow), Pyro Studios (Commando) e Sony.

Il level design è decisamente ispirato nella prima metà di gioco ma tende a ripetersi troppo nella seconda.

I ragazzi che ne fanno parte hanno curriculum di tutto rispetto e questo loro titolo d'esordio si fa notare fin da subito per un comparto tecnico di tutto rispetto, mosso dall'ormai collaudatissimo Unreal Engine 3... ed ecco la prima cosa in comune con il suddesso Shadow Complex.

Il gioco si svolge nella sua quasi totalità lungo ambientazioni che alternano toni monocromatici ad effetti di luce decisamente azzeccati e d'atmosfera. Se l'intenzione degli sviluppatori era quella di creare scenari post-apocalittici che trasmettessero al giocatore un senso di angoscia l'obiettivo è pienamente riuscito. Efficaci giochi di luce ed ombra alternati a qualche colpo di scena da "salto sulla poltrona" costruiscono intorno al giocatore un feeling che riporta alla mente i primi lavori di Romero e a questo contribuisce anche la consapevolezza che il gioco è ambientato in una Seattle anni '80 ben lontana dalle atmosfere "grunge" di Nirvana e soci.

Per certi versi il gameplay ricorda anche lo splendido Limbo, ma ovviamente il ritmo è ben diverso da quello del gioco PlayDead. A differenza di titoli come Resident Evil o Dead Rising, in Deadlight non si ha a disposizione un arsenale pressoché infinito. Dopo mezz'ora di gioco entrerete in possesso di un'accetta da pompiere che rappresenterà l'unica arma "infinita" del gioco. Occasionalmente avrete a che fare anche con armi da fuoco, ma la scarsa disponibilità di proiettili vi insegnerà presto che risparmiare proiettili sarà quasi obbligatorio.

Il trailer di Deadlight.

"Per certi versi il gameplay ricorda anche lo splendido Limbo, ma ovviamente il ritmo è ben diverso"

Vale la pena segnalare il particolare sistema di controllo di questi simpatici gingilli spara-proiettili. Quasi a voler sottolineare il fatto che le armi non vanno utilizzate come fossero acqua fresca, gli sviluppatori hanno deputato allo stick analogico destro la mira delle suddette. Una linea di tiro regolabile apparirà sullo schermo e vi permetterà di mirare meglio qualsiasi tipo di bersaglio, sia esso la testa di uno zombie da far saltare o un fusibile da colpire per poter attivare un meccanismo.

A tal proposito, l'eliminazione fisica dei nemici che vi troverete davanti non sarà demandata solo alle armi, anzi... è consigliabile guardarsi sempre intorno nel caso siano a disposizione trappole ambientali da utilizzare a tale scopo. Il gioco è stato studiato anche per mettere un po' alla prova la vostra materia grigia e infatti il buon Randall Wayne (anti-eroe alla ricerca della sua famiglia sperduta chissà dove nell'inferno che lo circonda) è anche in grado di attirare l'attenzione degli zombie con fischi ed urla, allo scopo di farli avvicinare a qualche precipizio o fonte di elettricità che li sistemi una volta per sempre.

I livelli sono intervallati da sequenze in stile fumetto che ne delineano la storia, e da una timeline appena accennata in brevi schermate.

In alcuni casi, invece, non potrete andare troppo per il sottile e l'unica scelta sarà quella di correre a perdifiato verso un rifugio più o meno sicuro. E' proprio in queste fasi che Deadlight mi ha ricordato di più il divertente Canabalt... quando le uniche cose di cui bisogna preoccuparsi sono tenere premuto il tasto dorsale del pad per effettuare uno scatto e saltare con la maggior precisione possibile.

Questa alternanza di situazioni rende le prime due ore di gioco decisamente divertenti grazie ad un sapiente mix di azione e sezioni puzzle/platform. La possibilità di cercare le carte d'identità delle persone uccise dagli zombie e le pagine del diario di Randall sparse per i livelli, inoltre, accontenterà anche i malati del collezionismo.

Il gioco dura una mezza dozzina di ore, ma purtroppo la seconda metà dell'avventura risulta decisamente più sottotono rispetto alla prima. Il ripetersi di alcune delle situazioni proposte all'inizio non può passare inosservato, così come lo scarso approfondimento della storia. Altra cosa che fa storcere un po' il naso è la caratterizzazione dei personaggi, che viene appena accennata nel corso del gioco... vi accorgerete di questo difetto in particolare quando farete la conoscenza del "Ratto", un attore non protagonista che avrebbe meritato ben altro approfondimento.

Gli sviluppatori che hanno realizzato Deadlight sono veterani dell'industria con enorme talento e quindi avrebbero sicuramente potuto impegnarsi un po' di più per dare maggiore spessore ad un titolo che ha delle potenzialità enormi. Mi auguro sinceramente che queste verranno sfruttate al meglio in un eventuale sequel.

"Gli sviluppatori che hanno realizzato Deadlight sono veterani dell'industria con enorme talento"

Scopriamo la storia di Deadlight con questi video.

Se state cercando un gioco "zombesco" che faccia passare in fretta il tempo che vi separa da Resident Evil 6, il titolo Tequila Works potrebbe comunque essere una scelta di buon livello. Il gioco avrebbe anche potuto salire un ulteriore gradino nella nostra scala di valutazione... peccato però che ancora una volta i 1.200 Punti Microsoft richiesti per il download siano un prezzo un po' troppo esoso per la quantità di contenuti offerti.

7 / 10