Diablo III - prova
La versione per console alla prova dell'E3.
Los Angeles - Le produzioni Blizzard non sono il genere di titoli che aspetti di vedere su console. Questo non vuol dire che nel mondo dell'intrattenimento "da divano" non esistano giochi di strategia o action RPG, ma fanno tutti parte di una nicchia chiamata "carino... ma su PC ci si gioca meglio".
Grande dunque è stata la sorpresa quando da Irvine hanno annunciato di voler portare Diablo III su PS3 e PS4. Perché? Ha senso? Sarà facile da controllare? Come la mettiamo con l'always online?
Beh alle prime due domande è facile rispondere: Diablo III su console ha molto senso se vuoi espandere ancora di più il mercato di un gioco che, pur con tutte le polemiche generate, è stato comunque un titolo in grado di vendere 3,5 milioni di copie in meno di 24 ore, e tutt'ora frutta alla compagnia un discreto afflusso di denaro.
Per rispondere a tutte le altre domande, durante l'E3 ci siamo seduti su un divanetto dello spazio Activision Blizzard e, pad in mano, abbiamo dato un'occhiata a questa interessante trasposizione.
Il primo impatto col sistema di controllo è abbastanza straniante, non potendo più muoversi cliccando in giro per la mappa, i nostri spostamenti sono legati esclusivamente all'analogico di sinistra, come in un FPS o in un qualunque altro titolo per console, mentre quello di destra è dedicato alla schivata, una variabile introdotta in questa versione per rendere più semplice la vita al pubblico console, meno abituato a questo genere di titoli.
La schivata ha anche l'effetto secondario di rendere il tutto molto più frenetico (come se Diablo III fosse un titolo statico), visto che permette spostamenti repentini, con i quali evitare rapidamente le magie nemiche, ma anche, per le classi melee, di accorciare la distanza in poco tempo, mettere a segno i propri colpi migliori e poi allontanarsi nuovamente per evitare il contrattacco.
"La schivata ha anche l'effetto secondario di rendere il tutto molto più frenetico, visto che permette spostamenti repentini"
Dopo l'inevitabile periodo di adattamento, muovere il proprio personaggio è abbastanza semplice, anzi, oseremmo dire naturale, tanto che in alcuni momenti si hanno pensieri ai limiti dell'eretico, tipo che il gioco è quasi più divertente giocato in questo modo che con i classici mouse e tastiera.
Beh senza dubbio è molto divertente giocare il multiplayer locale con i proprio amici, che prevede anche una sorta di "asocial mode". Se ad esempio due amici vogliono giocare insieme e un terzo preferisce continuare la campagna in singolo, lo schermo di si divide in due, permettendo a tutti di giocare nel modo che preferiscono.
In alcuni casi il pad si rivela ancora più efficiente, grazie all'immediatezza del movimento data dallo stick analogico e alla velocità della schivata, tanto che, quando abbiamo chiesto se i nemici fossero stati resi meno ostici per venire incontro al pubblico console, ci hanno risposto che, al contrario, alcuni sono più difficili da affrontare, proprio perché col pad il giocatore risponde in maniera più immediata. L'unica differenza può riguardare il numero che in alcuni casi è stato ridotto per lasciare spazio di movimento al giocatore.
Parlando della grafica, non abbiamo visto la versione per PS4 ma quella per la sua parente prossima al pensionamento mostra qualche limite rispetto all'edizione PC. Niente di eclatante, ma la differenza c'è.
"Dopo l'inevitabile periodo di adattamento, muovere il proprio personaggio è abbastanza semplice, anzi, oseremmo dire naturale"
Cambiando i controlli è cambiata anche l'interfaccia, che adesso è molto "pad-friendly" e permette di muoversi al suo interno, spostare gli oggetti, compararli e posizionare le abilità in maniera molto veloce.
Normalmente usare un pad per questi menu piacevole come correre con le pinne, ma lo sforzo di Blizzard in termini di ergonomia ha reso l'esperienza decisamente meno traumatica, addirittura, è possibile scorrere, equipaggiare e scartare gli ultimi loot senza entrare nell'inventario, ma scorrendoli con il pad direzionale, direttamente nella schermata di gioco.
Per Matthew Berger, capo del progetto, l'obiettivo era dare la sensazione che il gioco fosse stato sviluppato nativamente per console, un prodotto che non emulasse la versione PC, ma che avesse una dignità propria.
Dopo la nostra prova, ci sentiamo di rassicurare Berger, Diablo III per console, pur non essendo il titolo che ti aspetteresti su queste piattaforme, ha dignità da vendere, e pare proprio che la proverbiale attenzione con cui Blizzard cura i propri prodotti abbia fatto centro anche stavolta.
"L'obiettivo era dare la sensazione che il gioco fosse stato sviluppato nativamente per console"
Come se non bastasse, il gioco supporterà il multiplayer locale e online fino a quattro giocatori, per non parlare del fatto che non ci sarà nessun "always online" a pendere come una spada di Damocle sulle nostre sessioni di gioco.
Possibile che la versione per console di Diablo III si riveli la migliore? Staremo a vedere.