Dragon's Dogma - review
La risposta di Capcom a Skyrim e Dark Souls.
L'attuale generazione di videogiochi è stata considerata da molti il paradiso per gli appassionati di picchiaduro ed FPS ma, a conti fatti, anche gli amanti del fantasy nudo e crudo hanno avuto modo di togliersi grandi soddisfazioni.
Senza tornare troppo indietro negli anni, titoli come Skyrim e Dark Souls hanno tenuto i giocatori incollati alle proprie console o ai monitor del PC, senza contare l'amatissima saga di Monster Hunter che ha praticamente fuso milioni di PSP in ogni angolo del mondo.
Pur avendo in casa un cavallo di razza come Monster Hunter, Capcom è rimasta colpita dai successi occidentali in ambito ruolistico, al punto da decidere di creare la propria interpretazione del più classico dei fantasy occidentali. Interpretazione che, non a caso, parte proprio dalle solidissime basi gettate da Monster Hunter nel corso degli anni.
Coraggiosi avventurieri armati di tutto punto ed enormi creature selvagge da domare con la forza, quindi, sono gli ingredienti fondamentali anche di Dragon's Dogma, titolo che pur prendendo ampiamente spunto da altri prodotti già presenti sul mercato, dimostra in più di un'occasione di avere un'identità ben definita.
La trama di questo action GDR Capcom è quanto di più canonico si possa immaginare per un genere classico come quello fantasy: in un mondo dove ciclicamente, a distanza di centinaia di anni, un enorme drago si manifesta portando con sé migliaia di mostri di ogni genere, un eroe chiamato Arisen sorge a sua volta per difendere gli abitanti di Gransys.
Ad aiutare l'eroe (il classico prescelto incastrato dagli avvenimenti senza che nessuno chiedesse il suo parere) vi è la razza delle Pedine, creature in tutto e per tutto simili agli esseri umani ma totalmente prive di volontà. Questi pittoreschi personaggi possono essere incontrati in ogni parte del mondo, oppure interagendo con le Faglie, pietre incantate che collegano l'universo dell'Arisen a quello di altri Arisen, rappresentati da ogni singolo giocatore di Dragon's Dogmaa connesso a internet.
"Coraggiosi avventurieri ed enormi creature selvagge sono gli ingredienti fondamentali di Dragon's Dogma"
Se, come noi, siete rimasti delusi dalla scelta di Capcom di non inserire una modalità multiplayer alla Monster Hunter in questo intrigante titolo fantasy, sappiate che il sistema di gestione delle Pedine funziona alla grande, tanto da non far quasi mai rimpiangere l'impossibilità di condividere l'avventura con gli amici. Quasi mai.
L'Intelligenza Artificiale che regola le azioni dei compagni d'avventura dell'Arisen è stata infatti realizzata con grandissima cura. Anche durante gli scontri più duri (e ce ne sono parecchi, ve lo possiamo assicurare), non ci si sente mai come se ci si dovesse impegnare il quadruplo per sopperire alle mancanze degli avventurieri controllati dalla CPU.
Dimenticatevi dunque l'incubo vissuto con Resident Evil 5. In Dragon's Dogma le pedine non solo si rivelano preziosi alleati durante i combattimenti, ma spesso e volentieri sono fonti di informazioni utili tanto in fase esplorativa che sul campo di battaglia.
La chiacchiera facile delle Pedine, che dopo il nostro primo hands-on avevamo criticato considerandolo alla stregua di un difetto, in realtà si è rivelata essere una piacevolissima sorpresa. Durante le lunghe fasi esplorative del vasto mondo di Dragon's Dogma, infatti, la presenza dei compagni d'avventura si rivela essere non solo piacevole ma anche estremamente utile.
"In Dragon's Dogma le pedine sono preziosi alleati durante i combattimenti e fonti di informazioni utili"
Ogni Pedina è infatti in possesso di utili informazioni relative ai luoghi da esplorare e alle creature da affrontare. La cosa interessante è che la loro IA non è scolpita nella pietra, ma è stata creata in modo da evolversi accumulando esperienza.
Affrontando una missione assieme a una Pedina, infatti, quest'ultima accumulerà importanti informazioni che potrà successivamente condividere con tutti i giocatori che la accoglieranno nel party. In più di un'occasione, quindi, capita di sentire i propri compagni di squadra esclamare cose come "Ho accumulato nuove informazioni su questa missione", o ancora "Ora conosco nuove strategie per affrontare queste creature".
Le esperienze accumulate in questo modo vengono poi sfoggiate con puntuale precisione durante l'avventura. Esplorando una zona a noi sconosciuta del mondo di Gransys, per esempio, una delle nostre pedine ci ha informati della presenza nei dintorni di un accampamento dove avremmo potuto riposare. In un'altra occasione, invece, siamo stati informati del fatto che una miniera di cui avevamo appena superato l'ingresso collegava due zone di Gransys rendendo molto più semplici viaggi altrimenti lunghi e pericolosi.
Lo stesso accade durante i combattimenti. Ogni volta che si elimina un nemico, le Pedine apprendono nuove strategie da sfruttare in futuro e, perché no, da suggerire al prossimo Arisen che le sceglierà come compagni di viaggio. Mentre affrontavamo un enorme ciclope, il guerriero del nostro gruppo si è arrampicato sulla mastodontica creatura per farle saltare l'elmo che proteggeva l'occhio, prezioso punto debole da sfruttare per causare gravi danni. Allo stesso tempo il nostro mago scagliava a ripetizione incantesimi basati sull'elemento del fulmine, stordendo il gigante e limitandone i movimenti.
"Le Pedine apprenderanno nuove strategie da sfruttare in futuro e da suggerire al prossimo Arisen"
Certo, vedere tutto questo mentre si gioca da soli è gratificante e coinvolgente, ma resta comunque vero che sarebbe stato interessante avere la possibilità di organizzare tattiche simili con gli amici, dividendosi i compiti e agendo come una Compagnia dell'Anello in miniatura. In fin dei conti parliamo di un titolo di Capcom che riprende molte delle dinamiche di Monster Hunter, al punto che sarebbe stato lecito attendersi il medesimo multiplayer.
Ora che vi abbiamo tolto il dubbio più importante, possiamo passare ad analizzare tutti gli altri elementi che compongono la piacevole esperienza di Dragon's Dogma. Il sistema di combattimento, per cominciare, è stato pensato per rendere gli scontri con le creature dinamici e gratificanti. Ogni volta che si incontra qualche nemico, dalle semplici orde di goblin ai letali draghi rossi, è necessario mettere in campo tutta la propria abilità per portare a casa la pelle. Pur non raggiungendo i livelli di Dark Souls, questo fantasy Capcom si rivela infatti essere mediamente difficile, instillando nei giocatori la giusta dose di paura e di rispetto.
I viaggi nelle terre di Gransys non possono essere mai affrontati a cuor leggero, visto che basta una mossa falsa per trovarsi in seria difficoltà. Tutto ciò è possibile principalmente grazie all'ottimo design dell'ambientazione, che pur mancando di varietà sul fronte della fotografia (dopo qualche ora di gioco non ne potrete più di vagare per le solite pianure e foreste) è assolutamente perfetta in termini di bilanciamento e di distribuzione dei pericoli.
Nulla, in Dragon's Dogma, avverte il giocatore della pericolosità dei luoghi esplorati. L'unico modo per capire se una zona sia sicura o meno è mettersi ad esplorare, correndo più di un rischio. Presi dalla febbre dell'esploratore, in più di un'occasione ci è capitato di imboccare piccoli sentieri apparentemente pacifici, magari attratti da nuove varietà di erbe da raccogliere o da quel particolare ingrediente di cui avevamo bisogno per completare una quest, salvo poi imbatterci in mostri eccezionalmente forti e aggressivi che hanno spazzato via in un lampo il nostro gruppo.
"Viaggiando di notte la sensazione di pericolo che si percepisce è particolarmente convincente"
Viaggiando di notte, poi, la sensazione di pericolo che si percepisce è particolarmente convincente, al punto da ricordarci l'incertezza e l'ansia che provavamo anni fa durante gli spostamenti da una città all'altra in Ultima Online, dove tra PK e mob il tasso di mortalità era sempre altissimo.
La notte, in Dragon's Dogma, porta allo scoperto creature temibili, aggiungendo all'equazione anche una visibilità ridotta all'osso e affidata unicamente alla flebile luce delle lanterne. Imbattersi in un ciclope, in una chimera, in un gruppo di temibili orchi (che sorprendentemente hanno un debole per i personaggi di sesso femminile, che non esitano a rapire e a trascinare in disparte per cibarsene in tutta calma) nella più completa oscurità, è un vero e proprio incubo.
È in questo genere di situazioni che ci si rende conto di quanto in questo gioco la strategia sia importante per restare vivi. Muoversi alla cieca senza tener conto della conformazione del terreno e dei pericoli circostanti è pura follia, visto che è il modo migliore per cadere in un crepaccio, per "aggrare" altri nemici (magari più piccoli ma non per questo meno pericolosi) e, più in generale, per mettersi nei guai. Una volta abbiamo vissuto questa spiacevole situazione e ci siamo trovati a combattere al buio contro un gruppo di banditi, un paio di fastidiosissimi spettri vulnerabili unicamente alla magia e un enorme ciclope in armatura. Vi lasciamo immaginare com'è andata a finire…
"Nelle locande è possibile istruire la Pedina principale, impostandone il carattere in base alle proprie esigenze"
In un mondo tanto ostile, per non farsi trovare impreparati è fondamentale organizzare al meglio il proprio party. Il giocatore ha il pieno controllo solo su due dei quattro personaggi del gruppo: il protagonista direttamente al suo comando e la Pedina principale, creata nelle prime fasi di gioco e gestibile sia sul fronte dell'equipaggiamento sia su quello comportamentale.
Nelle locande è infatti possibile trovare delle sedie che permettono di istruire la Pedina principale, impostandone il carattere in base alle proprie esigenze. Il processo educativo è estremamente semplice e intuitivo, visto che richiede solo di rispondere a una serie di domande utili a stabilire le reazioni del personaggio in una buona varietà di situazioni.
Mentre l'atteggiamento generale della Pedina principale può essere modificato ogni volta che se ne sente la necessità, le altre due Pedine di supporto sono strettamente fedeli alle impostazioni fissate dal loro creatore, che sia esso un altro giocatore di Dragon's Dogma o uno dei programmatori.
Per questo è necessario scegliere con cura le proprie Pedine, esaminandone le caratteristiche, il carattere, l'equipaggiamento e, soprattutto, il livello. Mentre infatti l'Arisen e la Pedina principale salgono di livello accumulando esperienza proprio come accade in qualsiasi gioco di ruolo, i personaggi di supporto rimangono sempre identici al momento in cui vengono assoldati, motivo che spinge a variare con una discreta frequenza la composizione del proprio party.
Anche se tale scelta del team di sviluppo potrebbe non essere condivisa, dobbiamo dire che l'accesso frequente alle faglie sparse per il mondo con lo scopo di evocare nuove pedine diventa un rito piuttosto piacevole, durante il quale si possono passare anche alcuni minuti a effettuare ricerche accurate.
"L'accesso alle faglie con lo scopo di evocare nuove pedine diventa un rito piuttosto piacevole"
Le Pedine possono infatti essere evocate secondo parametri molto specifici. Si può cercare in base al livello, alla classe e ad altri fattori che permettono di isolare con una buona precisione gli elementi di cui si ha bisogno per affrontare una quest o una creatura particolare.
Tornando all'aumento di livello dell'Arisen e della Pedina principale, non possiamo non sottolineare l'assenza di una qualsiasi possibilità di personalizzazione delle caratteristiche. A differenza di quanto accade in molti altri GDR, in Dragon's Dogma l'aumento delle caratteristiche è infatti completamente automatico. Gli unici elementi in mano al giocatore sono la scelta dell'equipaggiamento (completamente potenziabile, come vedremo tra poco) e l'apprendimento delle abilità, attive o passive che siano.
Presso le locande è infatti possibile investire i punti accumulati salendo di livello per acquistare nuove abilità, nuovi attacchi e nuovi incantesimi. Visto che il numero di abilità che è possibile equipaggiare contemporaneamente è molto ridotto (tre principali, tre secondarie e una decina passive), è necessario selezionarle con cura in base al proprio stile di gioco, alla classe e alla composizione del party. I punti faglia, invece (accumulati ogni volta che la Pedina principale viene evocata da un altro Arisen nel proprio mondo), permettono di acquistare oggetti inediti per la personalizzazione del protagonista.
" L'unico modo per interagire con gli altri giocatori è mettere a disposizione la nostra Pedina principale"
Ora che abbiamo parlato dei viaggi della Pedina principale, è giunto il momento di soffermarsi sull'atipico multiplayer pensato da Capcom per Dragon's Dogma. L'unico modo per interagire con gli altri giocatori, infatti, è quello di mettere a loro disposizione la propria Pedina principale.
La Pedina principale di ogni utente, infatti, può essere evocata dagli altri Arisen alla ricerca di compagni d'avventura. Ogni volta che un giocatore effettua una ricerca da una faglia, infatti, esiste la concreta possibilità che la nostra Pedina principale venga chiamata in causa e sfruttata per completare una missione.
Ogni volta che ci si riposa in una locanda, si riceve il rapporto delle imprese compiute dalla nostra Pedina principale, che nel caso visiti un nuovo mondo riporterà con sé tutti gli oggetti ottenuti e, soprattutto, l'esperienza accumulata in loco. È possibile, quindi, che dopo aver aiutato un altro giocatore ad affrontare una creatura da noi mai incontrata, la nostra fida compagna di viaggio abbia accumulato preziose informazioni che le permetteranno di darci utili consigli al momento opportuno.
Finalmente è giunto il momento di parlare del sistema di crafting e di potenziamento degli oggetti. In Dragon's Dogma ogni oggetto dell'equipaggiamento può essere potenziato nei negozi, a patto di avere abbastanza denaro e risorse per compiere l'operazione in questione. I livelli di potenziamento sono tre e ognuno richiede investimenti diversi in termine di monete e di materiali.
"In Dragon's Dogma ogni oggetto dell'equipaggiamento può essere potenziato nei negozi"
Tali materiali possono essere semplicemente raccolti esplorando il vasto mondo di Gransys oppure, nel caso di alcuni oggetti specifici, ottenuti sotto forma di loot legato all'eliminazione di alcune creature. In alcuni casi tuttavia ciò non basta, visto che determinati reagenti sono il frutto della combinazione di diversi ingredienti.
Presso le solite locande (luoghi dalle mille risorse, come avrete ormai capito anche voi) si possono infatti combinare tra loro oggetti di ogni genere per ottenerne di completamente nuovi. Mentre alcune combinazioni sono piuttosto scontate, altre sono più difficili da immaginare.
Fortunatamente (e al tempo stesso sfortunatamente) il gioco non premia la sperimentazione ma spinge semplicemente a passare in rassegna quanto conservato nel proprio deposito, premendo il tasto A (o X, nella versione PS3) sulle caselle dei possibili risultati per vedere cosa viene fuori.
"Non possiamo non segnalare la scarsa varietà delle ambientazioni, unita ad alcuni rallentamenti particolarmente evidenti "
Nonostante le numerose qualità che lo contraddistinguono, tuttavia, Dragon's Dogma non è un gioco privo di difetti. Dal punto di vista tecnico non possiamo non segnalare la scarsa varietà delle ambientazioni, unita ad alcuni rallentamenti particolarmente evidenti nelle situazioni più concitate.
Mentre affrontavamo degli scheletri negli stretti cunicoli di alcune catacombe, per esempio, ci siamo trovati in una situazione surreale in cui il nostro mago continuava a lanciare incantesimi ad area che riempivano lo schermo di effetti grafici di ogni tipo, il tutto mentre la telecamera si era incastrata in un angolo, mettendo a dura prova il motore grafico. Il risultato è stato uno scontro al rallentatore, perfetto per sottolineare i momenti più spettacolari dell'azione, ma di sicuro poco digeribile per noi che impugnavamo il joypad.
Un altro elemento che mette in seria difficoltà il motore grafico è quello legato all'eventuale fretta del giocatore. In un'occasione, per spiegarci meglio, appena usciti da una miniera abbiamo iniziato a correre in direzione della città per raggiungere la nostra destinazione il più velocemente possibile. La nostra fretta ha impedito alla console di caricare adeguatamente la nuova ambientazione, portando a un rallentamento generale dell'azione e all'apparizione improvvisa di elementi del fondale come cespugli, tronchi e pietre.
Un altro problema del comparto tecnico è quello degli interminabili caricamenti. Sebbene una volta entrati in un'area specifica il gioco gestisca tutto in streaming, permettendo di esplorare ambienti molto vasti senza fastidiose interruzioni, quando si cambia ambientazione i caricamenti sono così lunghi che viene quasi voglia di accendere il 3DS, la PS Vita o l'iPad, giusto per ammazzare il tempo. Lo stesso accade quando, per un qualsiasi motivo, si muore durante l'avventura, costringendo a ripartire dall'ultimo checkpoint o da un qualsiasi salvataggio.
"Un altro problema del comparto tecnico è quello degli interminabili caricamenti"
Come nel caso di Street Fighter X Tekken e Asura's Wrath, anche questa volta siamo tenuti a segnalarvi che la compagnia nipponica porterà avanti con Dragon's Dogma la medesima strategia di gestione dei DLC, tanto discussa negli ultimi mesi. Pur avendo annunciato di essere intenzionata a cambiare registro ascoltando le critiche degli utenti, infatti, Capcom non ha avuto il tempo di modificare quanto precedentemente pianificato per questo gioco fantasy.
Come al solito, questo dettaglio non ha influenzato in alcun modo la nostra valutazione, legata esclusivamente al gioco distribuito nei negozi, ma invitiamo ognuno di voi lettori a trarre le proprie conclusioni.
Vale quindi la pena di acquistare Dragon's Dogma? Se amate il fantasy, l'epicità di alcuni scontri proposti dal titolo Capcom vi farà ribollire il sangue nelle vene. La realizzazione generale è all'altezza delle aspettative e alcune delle situazioni proposte dal gioco sono veramente esaltanti. L'ottima qualità dell'intelligenza artificiale nonché l'introduzione delle Pedine, rendono poi il gioco un'esperienza assolutamente da provare. Peccato solo per i problemi tecnici evidenziati qui sopra e per una certa monotonia delle ambientazioni, che precludono al gioco una valutazione superiore.