Dustforce - review
Steam fa le pulizie di primavera…
Il genere dei platform bidimensionali è sicuramente uno dei più longevi in assoluto nella storia dei videogiochi, sebbene dopo il furore degli anni Ottanta in sala giochi e degli anni Novanta su console e PC, non ha più goduto della considerazione dei grandi publisher. Una naturale conseguenza, questa, della rivoluzione 3D che ha cambiato l'industria a partire dal 1996 in avanti.
Dopo anni di oblio, la scena indipendente e l'affermarsi di dispositivi portatili capaci di ridare nuova linfa al genere; anche su Eurogamer.it non abbiamo mancato di segnalarvi esempi più o meno riusciti di questo trend. Dustforce è l'ultimo titolo in ordine di tempo ad essere arrivato sugli scaffali di Steam per mano di un team indipendente e fin dai primi minuti ci si accorge di avere per le mani un prodotto diverso dal solito.
Le premesse vedono il giocatore immerso in una foresta da cui è possibile accedere a numerosi sottolivelli: per progredire è necessario ottenere le chiavi delle porte che conducono alle zone bloccate e per farlo è necessario completare ogni stage con un punteggio sufficientemente elevato.
Il gameplay non è innovativo nel concept ma ben realizzato nella forma: il giocatore all'inizio di ogni stage può impersonare uno tra quattro spazzini dotati di scopa, ramazza, aspirapolvere e stracci, che dovranno percorrere i livelli ripulendoli dalle foglie secche o dalla polvere che si trovano per terra, sulle pareti o sui soffitti degli scenari. Spesso e volentieri ci s'imbatte in cumuli di fogliame o di sporcizia sospesi per aria in cui sono imprigionati animali di vario genere che dovremo liberare usando gli attacchi veloci e ripetuti, o lenti e potenti, dell'arma in dotazione.
Dustforce è essenzialmente un platform game ma non è raro imbattersi anche in esemplari della fauna "posseduti" dal fogliame che ci si scagliano contro e che dovremo "ripulire" velocemente per non perdere tempo. La morte del protagonista solo in apparenza non è un grosso problema poiché non abbiamo un numero massimo di vite da consumare prima del game over, quindi è possibile completare un livello andando con tutta calma e schiattando in precipizi senza fondo o fosse chiodate, anche decine di volte.
"Il gameplay non è innovativo nel concept ma ben realizzato nella forma"
Purtroppo, per ottenere le chiavi che aprono le porte bloccate occorre non solo ripulire i livelli ma farlo il più velocemente possibile e anche con un certo "stile": eventuali dipartite non giocano quindi a nostro favore. La valutazione stilistica viene calcolata alla fine di un livello ed è una sommatoria tra velocità, pulizia (un livello completato perfettamente senza morire) e la capacità di reagire alle avversità dello scenario risolvendo al primo colpo situazioni di platform intricate che normalmente richiedono più di un tentativo per essere portate a termine.
Oltre al doppio salto e alla capacità di aggrapparsi a muri e soffitti, è infatti possibile usare scopettoni e aspirapolvere per avere maggiore forza propulsiva e compiere movimenti in grado di farci raggiungere zone altrimenti inaccessibili dello scenario. Da non sottovalutare sono anche le differenze tra i vari personaggi presenti nel gioco: possono compiere più o meno le stesse azioni ma sono caratterizzati tutti da velocità di spostamento, salto e portata della ramazza diversi tra loro. Questo significa che non tutti gli "spazzini" si adattano allo stesso modo ai livelli e occorre una buona dose di pratica e occhio per capire qual è il personaggio giusto per lo scenario da affrontare.
Dustforce è un gioco sicuramente piacevole a un primo impatto, grazie a uno stile grafico minimale ma godibile e a un gameplay facilissimo da assimilare: basta tuttavia completare cinque o sei livelli senza sbloccare nessuna chiave per accorgersi del fatto che non si tratta del solito platform passatempo adatto a tutti ma di una vera e propria riedizione in chiave moderna dei difficilissimi titoli tipici degli anni '80/'90.
"La precisione e la capacità di controllo richieste caratterizzano un gioco capace di far impazzire come pochi"
La precisione e la capacità di controllo richieste caratterizzano un gioco capace di far impazzire come pochi per la frustrazione che è in grado di generare quando si scopre di aver mancato la chiave solo perché si è perso tempo prezioso nell'eseguire un passaggio o perché si è morti una sola volta senza riuscire ad eseguire una perfect run.
Alla luce di questo, è altrettanto evidente il fatto che, per essere apprezzato e affrontato come si deve, è praticamente essenziale disporre di un joypad analogico, che insieme a un joystick vecchia maniera rappresenta l'unica periferica in grado di garantire quella precisione necessaria a pilotare il proprio alter ego.
Man mano che si procede e che si riescono a sbloccare i livelli avanzati, ci si rende anche conto che Dustforce non è solo una questione di coordinazione occhio-mano ma anche d'inventiva nell'affrontare i livelli più intricati: in molti casi non è possibile un approccio immediato a zone inaccessibili ma occorre studiare lo scenario e progettare in anticipo combinazioni di movimenti che ci permettano di arrivare al punto giusto con la giusta tempistica. Una feature possibile solo dopo abbondanti dosi di pratica e travasi di bile.
Per i più pigri, c'è un'alternativa interessante: quella di andare sul sito ufficiale del gioco e studiarsi per bene le classifiche mappa per mappa, visionando i replay dei giocatori migliori per scoprirne trucchi e segreti.
"L'eccezionale longevità è garantita da cinquanta livelli a difficoltà crescente che possono veramente tenervi impegnati per settimane"
L'eccezionale longevità è garantita da cinquanta livelli a difficoltà crescente che possono veramente tenervi impegnati per settimane, cui si aggiunge l'editor e due modalità multigiocatore, per quanto si possano considerare un riempitivo rispetto alla già consistente modalità singleplayer. King of the Hill obbliga a controllare quattro zone della mappa mentre in Survival si combatte per spingere gli avversari dentro alle fosse chiodate a colpi di ramazza.
In definitiva, i motivi per non considerare Dustforce uno dei migliori platform degli ultimi tempi sono veramente pochi: a volte si ha la sensazione che il sistema di controllo non sia reattivo quanto vorremmo, ma spesso questo è dovuto all'effettiva difficoltà di alcuni passaggi particolarmente intricati e al diverso stile di gioco dei quattro protagonisti. Graficamente poi è sicuramente carino, ma non ci sono dubbi che lo stile cartoonesco sia a volte un po' troppo datato per essere considerato appagante dal punto di vista visivo.
Poca roba in confronto a tanta sostanza sul fronte della pura e semplice giocabilità, che fa di Dustforce un osso durissimo anche per gli asceti dei platform vecchia scuola ma in grado di regalare belle soddisfazioni a chi riesce a perseverare. Se amate il genere, non portarselo a casa per soli sette Euro sarebbe una vera sciocchezza.