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Elite: Dangerous - preview

Verso l'infinito e oltre.

Scrivere un preambolo su Elite che sfoci nella nostalgia è un rischio più che tangibile. Troppo facile perdersi nelle lodi di un titolo che molti giocatori non hanno mai visto se non in qualche immagine a bassa risoluzione che sa troppo di un passato sbiadito, tra grafica in wireframe e una manciata di poligoni che è possibile contare a occhio in pochi secondi.

Facile però anche cadere nell'errore opposto, quello di considerare l'originale Elite un titolo che deve il suo fascino a un'era in cui ogni titolo era una meraviglia tecnologica in grado di far brillare gli occhi ai giocatori di allora. Elite fu il primo videogame ad avere un fascino "scientifico", con i suoi immensi spazi impossibili da immaginare in uno dei supporti di allora e, in generale, uno dei migliori esempi di sandbox in un'epoca in cui creatività e sperimentazione non mancavano.

La storia di Elite è particolare a partire dai suoi creatori, David Braben e Ian Bell, che passarono attraverso divergenze e perfino dispute legali che portarono alla separazione delle loro strade. Un mito insomma pieno di sfumature, che in tempi in cui perfino le riviste di videogiochi erano una rarità (chiedendo Zzap! in edicola si veniva rimandati alla sezione giardinaggio) riuscì a farsi conoscere per le sue caratteristiche uniche e le sue soluzioni particolari.

La generazione procedurale permetterà di avere in gioco elementi sempre diversi senza pesare sull'hardware.

Il già citato David Braben è rimasto nel settore dei videogiochi con la sua Frontier Entertainment, studio inglese di discrete dimensioni che è riuscito a mantenersi piuttosto solido negli anni, a differenza di realtà che nonostante le luci della ribalta sono comunque tristemente scomparse. Nonostante due seguiti, Braben non è però mai riuscito ad affrontare la realizzazione di un altro Elite con una tecnologia in grado di supportare la sua creazione: First Encounters, uscito nel 1995, rappresenta l'ultima iterazione della serie che è poi rimasta nella mente (oserei dire nel cuore, visti alcuni episodi passati) del suo creatore in attesa di un'occasione per materializzarsi.

"Vogliamo creare una galassia quanto più fedele all'originale - Michael Brooks, produttore esecutivo

Come sappiamo la materializzazione in questione non è mai avvenuta, per cause facilmente comprensibili: per quanto apprezzabile e apprezzato, Elite: Dangerous non è un titolo in grado di attirare l'attenzione e gli investimenti di un publisher. Solo l'avvento dell'ormai famoso Kickstarter e della sua apertura sul territorio inglese ha permesso a Frontier Entertainment di lanciare una campagna di crowd-funding, che dopo un ottimo inizio ha avuto un andamento incostante per poi accelerare di nuovo e sfociare in un notevole successo.

In realtà alcuni publisher si sono interessati in passato al progetto del nuovo Elite, ma come Braben stesso chiarisce che "le prime discussioni ci hanno fatto capire che avrebbero voluto avere grande peso nelle decisioni relative al game design". E Braben, che al suo gioco lavora da anni dietro le quinte, vuole realizzare Elite solo alle sue condizioni.

Esplorare lo spazio sconosciuto sarà problematico senza l'appoggio di una stazione spaziale in cui rifornirsi.

La richiesta di una cifra decisamente alta (1,25 milioni di sterline) e una partenza avara di materiale con cui stuzzicare gli appetiti dei giocatori nuovi alla serie, si sono fatte sentire dopo i primi giorni di euforia, in grado di portare la campagna a quasi un terzo della cifra richiesta. Come spesso accade (un altro esempio ne è Project Godus di Peter Molyneux), l'interesse si è poi affievolito per riaccendersi in concomitanza della diffusione di nuovo materiale, dai concept art ai diari di sviluppo.

"La community ha premiato la campagna ed Elite: Dangerous ha raggiunto il traguardo"

A prescindere dall'andamento, come sappiamo la community alla fine ha premiato la campagna ed Elite: Dangerous ha raggiunto il traguardo minimo (superandolo poi ampiamente) proprio in occasione del compleanno di David Braben, col raggiungimento nelle ultime ore dei due stretch goal supplementari: la realizzazione di una versione Mac e l'inclusione di altre dieci astronavi nella versione di lancio.

Ma veniamo più nel dettaglio di quello che sarà o vorrebbe essere Elite: Dangerous nelle intenzioni del suo creatore, che in occasione del raggiungimento del traguardo minimo della campagna si è prestato a passare un po' di tempo online coi fan e i finanziatori del suo progetto, sottoponendosi di buon grado a una discreta quantità di domande.

Ciò che è già noto è che il gioco utilizzerà le stesse meccaniche di generazione procedurale dell'originale, ovviamente rivedute e rifinite secondo gli standard odierni. I primi numeri fanno girare la testa, ma danno anche una prima idea ben definita del gioco a chi non ha mai provato l'originale o i suoi seguiti: si parla di 100 miliardi di sistemi solari generati in base a leggi ben precise, vale a dire una galassia troppo vasta per essere visitata anche solo di corsa. Un sandbox infinito in cui nessuna rotta sarà quella giusta da seguire, e dove potrà anche capitare di essere gli unici testimoni di un evento o di un segreto troppo remoto per essere raggiunto da altri giocatori.

Il video di ringraziamenti diffuso al termine della campagna di crowd-funding.

A movimentare le cose saranno comunque vari NPC, "inferiori ai piloti della federazione e meno importanti ai fini del gioco". Il che significa che si potrà ingaggiarli più facilmente in combattimento, dato che "l'IA non reagirà in maniera fortissima alla loro uccisione. Ma non è ancora deciso se avranno o meno una valutazione". L'ultima affermazione si riferisce alla scala di valori che classificherà i piloti come nell'originale, partendo da Harmless (innocuo) per giungere appunto a Elite. Gli NPC avranno comunque una propria vita simulata "in maniera semplicistica, avranno le loro attività e a volte combatteranno anche tra di loro".

"Bene, sto per gettare tutti i miei soldi in un nuovo Elite di David Braben!" - Markus "Notch" Persson, ideatore di Minecraft.

Tornando ai corpi celesti, la maggior parte dei contenuti pensati dagli sviluppatori sarà plausibile a livello scientifico, ed è su questo argomento che comincia a intravedersi la natura meticolosa di Braben. "Comete, pulsar, buchi neri... sì, anche la Fascia di Kuiper e la Nube di Oort, ma non i quasar perché sono quasi certamente dei corpi esterni alla nostra galassia". Non ci addentriamo nella lezione di scienza ma ci fermiamo all'infarinatura solo per far capire la fedeltà della riproduzione. I controlli verranno comunque calibrati cedendo qualcosa in termini di realismo ma a vantaggio della giocabilità.

"Ci saranno anche cose da vedere qua e là nelle regioni inesplorate della galassia", recitano praticamente insieme Braben e il produttore esecutivo Michael Brookes. Quest'ultimo suggerisce anche che la galassia potrebbe essere molto vasta e che le spedizioni in luoghi più lontani richiederanno quasi sicuramente la collaborazione di più giocatori, perché "non si ha idea di cosa si incontrerà nello spazio profondo, e serviranno delle scorte per un viaggio così lungo".

I controlli delle astronavi abbandoneranno parte del promesso realismo per risultare più giocabili.

L'esplorazione verrà incentivata anche da "missioni per raccogliere dati astronomici, campioni di materiali e altre cose che spingeranno ad addentrarsi in zone inesplorate". O anche dalla semplice notorietà, visto che il team ha in cantiere "un sistema per venire a conoscenza di quello che accade nella galassia".

Tra le possibilità che il team contempla per i giocatori c'è anche quella di costruire avamposti stellari per spingere l'esplorazione e la colonizzazione sempre un passo più in là, e rivelare giorno dopo giorno i misteri di una galassia praticamente infinita, dove il senso dell'avventura non dovrebbe mai mancare.

"I mercati promettono di essere complessi al punto da rendere interessante il commercio e la loro manipolazione"

Possibile che si crei un nucleo di giocatori che sceglieranno di vivere nelle zone interne della galassia, sfruttando le possibilità offerta dal multiplayer e magari tornando a operare sui mercati come tanti anni fa, con qualche sorpresa in più. "Il sistema sarà diverso ma lo spirito rimarrà lo stesso", sono le parole di Braben che non si sbilancia comunque sul funzionamento ma rivela che "sarà possibile giocare coi mercati e questo includerà delle missioni che verranno attivate dalle loro fluttuazioni".

I mercati promettono di essere quindi complessi al punto da rendere interessante il commercio e la manipolazione degli stessi. Al momento però è ancora incerta la valuta che verrà utilizzata. Il team vorrebbe inserirne diverse ma "averne troppe potrebbe essere una scocciatura. Non abbiamo ancora deciso quante ce ne saranno e non è detto che il tutto non si basi su dei crediti universali".

L'esplorazione sarà un'attività fortemente incentivata dal gioco.

Allontanandosi dalle zone civilizzate e relativamente sicure, scompariranno progressivamente le leggi e le forze di polizia in grado di tenere al sicuro i giocatori, concetti comunque molto relativo nel mondo di Elite: Dangerous. Immancabile la domanda da fan di vecchia data e la replica di Braben: "Sì, sarà possibile commerciare anche armi, droghe e schiavi. La schiavitù sarà anche legale in alcune zone". Anche i crimini "verranno trattati in maniera differente a seconda della gravità del reato. Gli archivi della polizia saranno diversi da sistema a sistema, e non mancheranno le taglie". La natura multiplayer di Elite: Dangerous ha preoccupato più di un giocatore, ma Frontier Developments sembra aver già pensato a svariati modi per contenere le lamentele nonché alla possibilità di giocare comunque da soli come nell'originale.

"Volendosi limitare alla contemplazione, sarà possibile anche volare liberamente sulla superficie dei pianeti"

Volendosi limitare alla contemplazione o a un tipo di esplorazione più limitata, sarà possibile anche volare liberamente sulla superficie dei pianeti. "In una futura espansione", precisa Braben, "non vogliamo fare niente a metà". La dichiarazione fa pensare a una scaletta abbastanza dettagliata, il che non sorprende considerando da quanto tempo gli sviluppatori stiano cullando l'idea del nuovo Elite.

A fronte di una scala così immensa su cui è stato pensato il gioco, è nei dettagli che il gioco deve essere ancora maggiormente sviluppato. Da finalizzare, ad esempio, il numero di astronavi che potranno possedere i giocatori, così come le possibilità di potenziamento delle stesse: in questo, forse si è dato troppo per scontato che nomi come Anaconda o Cobra MK III siano immediatamente identificabili dai più. Ma notizie in merito saranno quasi sicuramente le prossime ad arrivare negli aggiornamenti post-Kickstarter o nei diari di sviluppo.

Gli sviluppatori prevedono aggregazioni spontanee di giocatori nelle parti centrali della galassia... e inevitabili conflitti.

I piani di Frontier sembrano essere comunque ben delineati: le espansioni parlano già di strutture terrestri sui pianeti per una prossima espansione e della possibilità di impersonare direttamente il proprio pilota, muoversi e avere più libertà di azione, magari "per estinguere un fuoco sulla propria nave, o nascondersi nel cargo di un'altra con tutto quello che ne consegue", ha suggerito Braben in un diario di sviluppo. Si tratta di elementi che verranno comunque introdotti separatamente in modo da dare loro la giusta attenzione.

"Questo è il gioco che ho sempre voluto realizzare" - David Braben, fondatore di Frontier Developments.

Altri possibili sviluppi riguardano il supporto per Oculus Rift, su cui non c'è ancora molto di più a parte una dichiarazione. La possibilità di rendere il gioco moddabile è invece un punto su cui Braben e Brookes sono completamente d'accordo, ma "supportare il modding è una cosa complessa che richiede molte risorse e che sicuramente non considereremo per la versione di lancio".

Per aggiornamenti e sviluppi non c'è quindi carenza di materiale, e anzi la rotta verso le frange esterne della galassia sembra essere piena di argomenti da approfondire. Considerando che il motore di gioco è già collaudato e che il grosso delle fondamenta concettuali è già al suo posto (anche se, com'è giusto che sia, la comunità dei backers potrà dire la sua sui forum appositi), il grosso del tempo dovrebbe essere dedicato allo sviluppo e al bilanciamento delle meccaniche di gioco.

La data di uscita, pur se comprensibilmente passibile di modifiche, è prevista per marzo 2014 e sembra in grado di fornire il tempo necessario a un'opera attenta. Considerando che David Braben ha definito Elite: Dangerous come "il gioco che ho sempre voluto realizzare", la propulsione giusta sembra esserci.

Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.
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Elite: Dangerous

PS4, Xbox One, PC, Mac

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