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End of Nations

Un RTS con 50 persone in contemporanea!?

Alla passata gamescom, vicino a quello di Eurogamer c'erano un sacco di altri stand. Alcuni erano piuttosto appariscenti (Bethesda e CD Projekt) altri, al contrario, erano nascosti e non riconoscibili.

Alcune volte era piuttosto complicato scovarli, distratti come eravamo da un sacco di belle figliole e da effetti sonori sparati a mille.

Uno di questi "stand mimetizzati" era proprio quello di Trion Worlds, la cui ricerca però ha premiato i più tenaci con uno dei più giochi più interessanti in circolazione, ovvero End of Nations (EoN da ora).

Si tratta di un progetto portato avanti da alcuni dei più famosi e rinomati sviluppatori di RTS sul mercato: molti dei programmatori, nonché il presidente della software stessa, sono ex dei gloriosi Westwood Studios, gente che ha lavorato a titoli come Red Alert, Command & Conquer e Dune 2. Non proprio degli sprovveduti, vero?

Combattimenti di massa come questo metteranno a dura prova la nostra capacità di riconoscere le unità!

Ma cosa è EoN? È un MMORTS con diversi aspetti RPG. Il gioco è ambientato in futuro non tanto lontano in cui il mondo è collassato a causa di una profonda crisi economica. Dopo diverse guerre, le nazioni sono scomparse e per un breve periodo l'anarchia è regnata sovrana … finché un bel giorno venne creato il cosiddetto "Order of Nations", incaricato di riportare l'ordine.

L'Order of Nations riuscì nel suo intento ma, come spesso accade, invece di portare pace e prosperità diventò un sistema totalitario. E qui entrate in gioco voi, che dovrete combattere contro di esso per ristabilire la pace e la tranquillità nel mondo.

Ok, sono d'accordo con voi, la trama non è delle più originali ma nel 2011, dopo 20 anni di RTS, è difficile aspettarsi qualcosa di travolgente e di "nuovo".

Il giocatore potrà comandare due fazioni diverse (l'Order of Nations rappresenta i cattivi del gioco e non può essere selezionato): Liberation Front e Shadow Revolution. I primi sono i classici paladini della giustizia che credono nella morale, nelle leggi e nella libertà. I secondi sono degli ex Order of Nations che vorrebbero sostituire la loro vecchia fazione con ciò che avrebbe dovuto essere fino dall'inizio, ovvero un'organizzazione basata sull'ordine, la forza e la giustizia.

Il livello di dettaglio di End of Nations è notevole e permette di gustarsi dei particolari pregevoli come questo.

La mappa tattica del gioco è una bellissima foto satellitare del nostro caro pianeta. Ogni nazione del mondo sarà il nostro teatro di battaglia e ogni volta che vinceremo una battaglia per la nostra fazione conquisteremo la nazione in questione. La fazione che riesce a dominare il mondo, vince. Per ovvi motivi, la mappa del mondo sarà resettata ogni tot settimane, in modo da tenere alto l'interesse dei giocatori.

A livello di gameplay siamo di fronte ad un RTS stile Dawn of War 2, quindi con punti di controllo da conquistare per aumentare le proprie risorse. Non ci sono edifici da costruire o strutture da "upgradare", come succede in StarCraft 2 per esempio. E le unità seguiranno il classico principio del sasso-carta-forbici.

Arrivati sul campo di battaglia, ci saranno fino a… altre 50 persone! Non mi sono sbagliato, ho scritto 50 (CINQUANTA). EoN permette infatti di disputare partite coop fino a un massimo di 50 partecipanti (si può scegliere anche di giocare con meno persone). Interessante vero? Nelle partite in coop si cerca di eliminare tutte le truppe dell'Order of Nations, per conquistare una regione del mondo. Ovviamente, più persone staranno combattendo, più arrabbiato sarà l'avversario.

Ma come funziona in un MMORTS un coop di 50 persone? Semplice: siccome è fisicamente impossibile che si mettano tutte d'accordo, ogni giocatore può cominciare in qualsiasi momento in una qualsiasi battaglia e scegliere le truppe da utilizzare (aria-aria, terra-aria, terra-terra, tank, fanteria, ecc.).

Il trailer più recente del gioco.
Avatar di Simone Barillà
Simone Barillà: Simone Barillá è un genovese DOC. Tifoso del Genoa, divide la sua vita tra famiglia, lavoro, videogiochi e antipatia per i ciclisti.
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