Crysis 3 - prova
È tornato il momento di indossare la nanotuta!
Una delle regole non scritte per fare un buon terzo capitolo è prendere il meglio del primo, il meglio del secondo e mescolarli assieme: il risultato dovrebbe essere il miglior titolo della serie, no?
In teoria è un'equazione abbastanza facile, in pratica non tutti la applicano e non è detto che ogni cosa funzioni come per magia. Che questa sia stata o meno l'intenzione di Crytek non è dato saperlo, di sicuro il risultato sembra seguire questa logica, e probabilmente gli è andata anche bene perché ciò che troveremo sugli scaffali nel 2013 potrebbe essere il miglior Crysis della serie.
Durante la Games Week milanese abbiamo avuto modo di provare con calma la demo di Crysis 3, esplorando in lungo e in largo lo scenario di gioco che prevedeva come obiettivo finale la distruzione di una diga newyorchese presidiata dai Cell.
La diga in questione era collocata sotto una grande cupola, chiamata Nanodome, che dovrebbe proteggere la popolazione dagli alieni ma i cui veri scopi verranno rivelati soltanto con lo svolgersi della trama.
"Ciò che troveremo sugli scaffali nel 2013 potrebbe essere il miglior Crysis della serie"
L'unica cosa certa è che la Nanodome funziona benissimo come serra, perché sotto di essa New York si è trasformata in una lussureggiante foresta pluviale, ricca di liane, erba alta, alberi e torrenti. Il che rappresenta il perfetto terreno di caccia per il protagonista (e il perfetto modo per mescolare ambienti urbani e giungla), il quale inizia la sua avventura all'angolo tra Broadway e Liberty con una palude di fronte a sé, la diga in lontananza, e tanta voglia di provare il suo nuovo giocattolo, quell'arco composito che potete vedere in ogni immagine del gioco.
L'ispirazione di tutto ciò è abbastanza evidente, anche senza scomodare predatori alieni, e se un uomo dotato di tuta con un sistema di occultamento che va a caccia in una giungla urbana con un arco non vi esalta, vuol dire che avete visto i film sbagliati o che li avete dimenticati troppo presto.
Comunque sia, è arrivato il momento di partire per la nostra missione, appostati dentro palazzo che sovrasta la zona e dal quale possiamo valutare una delle tre scelte disponibili per iniziare la nostra infiltrazione. L'impatto iniziale con il CryEngine è maestoso, con effetti particellari, riflessi, luci dinamiche e texture di altissima qualità, il tutto esaltato da un ambiente vasto e colorato in cui non si sa letteralmente dove fissare lo sguardo.
Certo, probabilmente sotto il cofano del computer su cui abbiamo effettuato la prova c'era lo stato dell'arte dell'hardware più potente in circolazione, ma è sempre bello trovarsi di fronte a una grafica ancora in grado di stupire, che poi è il marchio di fabbrica di Crytek.
"L'impatto iniziale con il Cry Engine è maestoso"
Analizzando la zona è subito chiaro che non avremo vita facile: a destra troviamo una palude e delle guardie pronte a farci la pelle; al centro c'è un edificio che taglia in due un fiume e delle guardie pronte a farci la pelle; a sinistra infine c'è un'altra zona paludosa e... sì, altre guardie pronte a farci la pelle.
L'unica cosa da fare, dopo aver osservato un po' i movimenti delle pattuglie da una posizione sopraelevata, è attivare il sistema di occultamento e scendere al livello più basso, cercando di non farci notare.
Un cambiamento molto piacevole rispetto al secondo episodio è la possibilità di utilizzare l'occultamento in maniera più dinamica ed efficace. Prima si rimaneva invisibili soltanto se ci si muoveva piano e non si sparava, adesso si può sparare rimanendo nascosti grazie anche all'arco composito, l'arma perfetta per il super soldato che ama abbinare potenza letale e stile. Questa caratteristica permette di superare alcune zone con un paio di frecce ben piazzate, stando attendi a non allertare le truppe vicine e ricordandosi che i soldati si muovono sempre in coppia.
"Un cambiamento rispetto al secondo episodio è la possibilità di utilizzare l'occultamento in maniera più dinamica ed efficace"
Strisciando dietro ad alberi e rocce riusciamo a raggiungere l'ingresso della diga, e l'ambiente intorno a noi cambia bruscamente dal verde della giungla ai toni metallici di un impianto industriale. Dopo esserci riparati per un po' dietro ad alcune casse di munizioni, decidiamo che l'approccio soft ci è venuto a noia e cominciamo a falciare le truppe dei Cell col fucile che abbiamo precedentemente preso da un soldato che non ne aveva più bisogno.
In queste situazioni il potenziamento dell'armatura e tanti proiettili sono il modo migliore per non dover ricaricare un salvataggio ma in Crysis la soluzione diretta non è mai quella migliore, anche considerando i miglioramenti effettuati dal punto di vista dell'intelligenza artificiale.
Il nostro piccolo scontro a fuoco è stato infatti un ottimo banco di prova per capire come si comportano i nostri avversari umani, e il risultato è senza dubbio soddisfacente. I bastardi infatti non solo sfruttano le coperture in maniera adeguata, ma coordinano i propri movimenti per accerchiarci e stanarci con le granate.
Il tocco di classe è stato l'ultimo soldato che, avendo capito come girava la situazione, ha tentato una fuga; peccato che un piccolo scatto e un calcio siano stati più che sufficienti per fargli apprezzare da vicino il soffitto del Nanodome.
"L'arco composito è senza dubbio un'ottima aggiunta al gameplay, soprattutto se si riescono a sfruttare adeguatamente le varie frecce disponibili"
Crysis 3 però non è fatto soltanto di infiltrazioni silenziose alternate a momenti in cui bisogna far parlare il piombo, c'è anche una forte componente di hacking. Anzi, questo terzo capitolo pullula di torrette, allarmi laser e pannelli che dovremo disabilitare a tutti i costi, se non vogliamo che un allarme faccia convergere su di noi un piccolo esercito.
L'arco composito è senza dubbio un'ottima aggiunta al gameplay, soprattutto se si riescono a sfruttare adeguatamente le varie frecce disponibili. Purtroppo la loro disponibilità è limitata ma è anche giusto così: sono talmente potenti che, se usate con accortezza, possono tranquillamente eliminare un intero gruppo di soldati.
Lo si capisce facilmente quando, lanciando una freccia con scarica elettrica, folgorariamo simultaneamente tutte le guardie che hanno la sfortuna di camminare dentro uno specchio d'acqua, o ammirando le esplosioni particellari dei dardi esplosivi, utilissimi verso la fine della demo, quando ormai la nostra presenza è stata rivelata e i Cell ci aspettano in forze nei pressi di un eliporto.
Distrutta la diga e allagata mezza New York, l'impressione che ci è rimasta è che Crytek stia cercando di percorrere con Crysis 3 la strada segnata da Bungie con Halo, ossia quella di uno sparatutto in cui non esiste un unico modo di risolvere la situazione e dove il giocatore può sperimentare varie soluzioni.
"Crysis 3 è uno sparatutto in cui non esiste un unico modo di risolvere la situazione"
Il gameplay è infatti in grado di adattarsi sia a coloro che vogliono farsi strada tra le pallottole, sia a quelli che preferiscono un approccio più discreto, e il tutto è supportato da un impianto visivo in grado di slogare anche la più solida delle mascelle.
Resta da capire se questo terzo episodio riuscirà a risolvere l'unico difetto che caratterizzava i capitoli precedenti, che erano erano “belli senz'anima”. La mancanza di una una storia appassionante li rendeva infatti gratificanti da vedere ma un po' freddi da giocare.
Non c'è dubbio però che tutto il resto sia ai massimi livelli in Crysis 3: speriamo dunque che questo capitolo, dopo aver incorporato il meglio degli altri, sappia aggiungere l'elemento che ancora manca alla formula per rendere finalmente perfetta l'equazione di Crytek.