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Gua-Le-Ni Or: The Horrendous Parade

Dadi e chimere in un puzzle game tutto italiano.

Può un gioco essere un'opera d'arte? Assolutamente sì, ormai ci sono abbastanza esempi da riempire una galleria d'arte moderna. Ma può un gioco essere anche parte di un esperimento scientifico, anzi nascere proprio sfruttando i dati di suddetto esperimento? Ancora una volta la risposta e sì, e arriva dall'Italia.

Gua-Le-Ni Or: The Horrendous Parade è un titolo per iPad che nasce infatti dalla collaborazione tra Stefano Gualeni, dottorando in filosofia e docente di Game Design presso l'università di Breda in Olanda, il team di Double Jungle diretto da Paolo Giacomello, e Diego Zamprogno, docente di Computer Game Development presso l'Università degli Studi di Verona.

Le cose all'inizio sono facili...

La meccanica di gioco di Gua-Le-Ni è molto semplice, e viene suggerita anche dal titolo del gioco. Una bestia, una chimera composta da più parti di altri animali, cammina da destra verso sinistra, e voi dovrete ricomporne la figura su dei cubi posti nella parte bassa dello schermo, che possono essere ruotati e spostati a piacimento. Quindi ad esempio un Ar-Al-Dor, sarà una bestia con testa d'aragosta, la parte centrale di cinghiale e la coda di un condor; un Pe-Re un pesce con la coda di tigre e così via.

Per rendere le cose più interessanti, potrete decidere di mutare geneticamente l'animale e aumentarne la lunghezza, e quindi il punteggio, ma anche la difficoltà nel ricostruirla. Perché state certi che dover capire come sistemare i cubi in un animale composto da cinque parti diverse non è assolutamente facile. In vostro aiuto tuttavia arriverà la possibilità di rallentare la bestia offrendogli del cibo in base alle sue abitudini alimentari, sempre che non decidiate deliberatamente di dargli il cibo sbagliato, cosa che ridurrà di un elemento la sua composizione, rendendo il gioco più semplice quando e come volete voi.

Ecco, se c'è una cosa che mi ha sicuramente fatto un'ottima impressione in Gua-Le-Ni Or: The Horrendous Parade è la possibilità di scegliere in ogni momento il livello della sfida, regolando a piacimento il ritmo e la difficoltà del gioco, rendendolo quindi un titolo dal bilanciamento perfetto, visto che sarete voi a decidere quanto avete voglia d'impegnarvi in quel momento e se vi ritenete abbastanza esperti da rendere la situazione più complessa.

Ma basta poco per complicarle!

Ed è qui che entra in gioco la componente scientifica di Gua-Le-Ni, questo gameplay così equilibrato è infatti il frutto di una lunga serie di calibrazioni e di informazioni ottenute grazie all'utilizzo della tecnologia biometrica.

Ad ogni sessione di testing infatti il giocatore è stato collegato a strumenti di misurazione come un cardiofrequenzimetro, un misuratore di conduttività, un sensore per la pressione cardiaca e un eye-tracker.

In questo modo il team di sviluppo ha potuto capire con precisione i livelli di stress, rabbia, frustrazione e appagamento degli utenti, intervenendo in maniera puntuale là dove serviva, così da ottenere un'esperienza di gioco talmente bilanciata da rendere Gua-Le-Ni un puzzle game davvero ben riuscito.

Tali tecniche non sono una novità nel mondo del sviluppo di videogiochi ma di solito vengono utilizzate solo da produzioni di un livello molto alto; questa invece è la prima volta che vengono impiegate in un casual game, e il fatto che a farlo siano stati degli italiani fa sinceramente piacere, visto lo stato attuale in cui versa la scena degli sviluppatori nostrani.

Il risultato finale è un puzzle game avvincente, in grado di creare quella dipendenza viscerale che fa la fortuna di questo genere di titoli. D'altronde come si può sfuggire un titolo che si adatta al tuo umore del momento, qualunque esso sia?

Il trailer di Gua-Le-Ni Or: The Horrendous Parade.

L'unico difetto che ho potuto riscontrare in Gua-Le-Ni Or: The Horrendous Parade, se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, è una certa mancanza di intuitività nei menù del gioco. Invece del classico "premi qui per iniziare" c'è un'interfaccia che ricorda un libro e che non è molto chiara nello spiegare cosa si debba fare per iniziare una partita. Superato però il disorientamento iniziale, tutto fila via che è un piacere.

Se avete un'iPad dunque non lasciatevelo sfuggire: non solo avrete aggiunto un gran gioco alla vostra collezione ma avrete fatto un piccolo gesto per aiutare gli sviluppatori italiani. Vi pare poco?

9 / 10
Avatar di Lorenzo Fantoni
Lorenzo Fantoni: Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.

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