Infinity Blade II - review
Il connubio perfetto di spade, magia e Unreal Engine.
Avere tra le mani uno dei dispositivi Apple di ultima (o penultima) generazione e non aver mai giocato a Infinity Blade è un po' come comprare una Wii per giocare esclusivamente ai Power Rangers. E per favore, evitate tautologiche citazioni del tipo "i gusti son gusti": potranno non piacervi gli enormi mostri da mazzolare a suon di acrobatici swipe, probabilmente non sarete attratti dai picchiaduro in "stile touch" o faticherete a capire la logica da Giorno della Marmotta di un gioco che si reitera quasi inspiegabilmente ad ogni game over. E ok, forse riterrete più divertente organizzare il party di Hello Kitty piuttosto che dare la caccia ad una fantomatica spada capace di uccidere un dio immortale. Ma difficile, se non impossibile, resistere al richiamo di un titolo capace non solo di toccare nuove vette tuttora ineguagliate in quanto a grafica su dispositivi mobile, ma anche di regalare un gameplay semplice e immediato, abile nel tramutarsi in una droga digitale nell'arco di pochi minuti.
Alla luce delle migliaia e migliaia di recensioni positive presenti nell'App Store, di una permanenza invidiabile nelle Top 25 globali e della vasta pletora di riconoscimenti ricevuti nel corso di un anno di onorata attività, l'esperimento dei ragazzi di Chair, coadiuvati dalle menti geniali di Epic e dalla potenza dell'Unreal Engine riprogettato per iOS, può considerarsi un totale successo. Nulla di più normale che aspettarsi un seguito, dunque, ed eccomi infatti qui a raccontarvi di questo attesissimo sequel che, a solo 24 ore dalla sua pubblicazione nello store Apple, sta già scalando la classifica delle App più vendute.
Prima di addentrarci nell'analisi tecnica del titolo, vale la pena ricordare che Infinity Blade II è compatibile con tutti i tutti i modelli di iPhone a partire dal 3GS e con entrambe le revisioni di iPad: inutile sottolineare come la potenza dei nuovi processori A5, sfruttata dal recente iPhone 4S e da iPad 2, sia estremamente indicata per godere appieno della magnificenza grafica che caratterizza il nuovo lavoro del team di Chair, che comunque fa la sua spettacolare figura anche negli hardware antecedenti.
Ad un primo sguardo fugace Infinity Blade II potrebbe non sembrare poi così diverso dal suo predecessore, con un gameplay spietato e frenetico fatto di affondi e schivate, parate e contraccolpi per mandare al tappeto l'energumeno mostruoso di turno, impreziosito da un sistema di progressione che permette di livellare il nostro alter ego tanto con le vittorie nei duelli, quanto con l'utilizzo degli oggetti (spade, scudi, anelli magici e quant'altro) a disposizione, sino a permettergli di neutralizzare anche le minacce più impegnative e gli immancabili boss più ostici.
"Il gioco, ancora una volta, ruota intorno alla predisposizione del giocatore nei confronti del caro vecchio grinding."
Il tutto, ancora una volta, ruota intorno alla predisposizione del giocatore nei confronti del caro vecchio grinding, che seppur potenzialmente ripetitivo si dimostra fondamentale per la crescita del nostro eroe, e alla ricerca dei moltissimi sacchi d'oro, disseminati con perfidia dai designer negli anfratti più impensabili delle varie location e che permettono, man mano, di acquistare gingilli da combattimento sempre più potenti.
Ma non passa molto tempo prima di accorgersi che le differenze di questo secondo capitolo sono molto più sostanziali. Laddove la ripetitività veniva additata dai detrattori degli Infinity Blade come il principale tallone d'Achille, il team di sviluppo ha rimescolato le carte in tavola modificando pesantemente non solo le meccaniche di gioco, che illustreremo tra una manciata di righe, ma anche inserendo la nostra avventura in un contesto narrativo più articolato.
"Ebbene sì, Infinity Blade II ha una trama!"
Ebbene sì, Infinity Blade II ha una trama e sebbene non possiamo certo attenderci colpi di scena alla Max Payne, l'affannosa ricerca dell'Artigiano dei Segreti, che parte dai giardini nipponici pattugliati dalla letale Saydhi e che tra un segreto e l'altro condurrà alla Cripta delle Lacrime, finisce per instillare nel giocatore una sana curiosità che lo porterà a esplorare tutte le zone dell'immancabile "castello dei mostri" per scoprire anche l'ultimo retroscena.
Chiunque abbia speso più di qualche ora col precedente capitolo non avrà impiegato troppo tempo a memorizzare la topografia dell'evocativo teatro di battaglia e le varianti di percorso che i non moltissimi bivi offerti proponevano. Acqua passata. La nuova arena di battaglia è quanto più di intricato si possa pensare, con un castello che si dipana in numerosi bivi a due, tre o addirittura quattro strade, di stanze inizialmente inaccessibili che richiedono particolari chiavi o un opportuno livello del personaggio per essere visitate e di un numero di segreti destinato a crescere rinascita dopo rinascita. Il tutto, chiaramente, contribuisce a smorzare quel senso di eccessiva linearità che aveva caratterizzato lo scorso capitolo, dimostrandosi eccellente nell'ottica della rigiocabilità e, allo stesso tempo, un ottimo pungolo per insistere nel livellamento del protagonista.
"In Infinity Blade II morire significa essere teletrasportati alle porte del castello e ricominciare daccapo."
Lo stesso scontro finale è destinato a variare a seconda del percorso prescelto, offrendo boss differenti che di volta in volta arricchiscono di dettagli la narrazione nelle relative cut scene (che, per l'occasione, vengono raccontate in lingua inglese anziché nell'incomprensibile idioma dello scorso episodio). Proprio tali combattimenti nascondono una sostanziale novità, non tanto nel loro livello di sfida che si mantiene comunque a livelli significativi, obbligando il giocatore a mangiare più volte la polvere, quanto piuttosto nella "punizione" che dovremo espiare in caso di sconfitta.
Se in Infinity Blade essere sconfitti dal Re Dio significava dare il via ad una nuova stirpe, successiva di circa 20 anni alla nostra prematura dipartita, in Infinity Blade II ciò si traduce nell'esser "teletrasportati" alle porte del castello e nel ricominciare l'escalation di battaglie da capo: una scelta particolarmente severa, se si considera il trend videoludico generale di salvare la partita subito prima della sfida finale, ma che saprà rendere ancora più dolce l'anelata vittoria. La "reiterazione" incarnata precedentemente dalle nostre successive stirpi viene rielaborata nel concetto di rinascita, essendo la storia incentrata su un personaggio -divenuto immortale nello scorso epilogo.
Ma le novità più interessanti, come anticipato, risiedono nell'aggiornamento alle meccaniche di gioco. Il sistema di combattimento raggiunge una profondità tutta nuova, arricchendo quanto di buono già visto con una struttura al limite del rolistico. Il nostro alter ego potrà fare affidamento su tre diverse tipologie di arma (leggera per gli attacchi più rapidi, pesante per i colpi più incisivi seppur con minor frequenza e doppia), che possono essere equipaggiate di volta in volta a seconda dell'avversario che si parerà di fronte. Un minimo approccio tattico al combattimento, specie a "rinascite avanzate", si dimostra particolarmente utile per raggiungere indenni lo scontro finale.
"Il sistema di combattimento raggiunge una profondità tutta nuova."
Armi, elmi ed anelli sono ulteriormente potenziabili ricorrendo all'utilizzo delle gemme, misteriose pietre nascoste nei consueti scrigni (alcuni dei quali richiederanno un'apposita chiave per essere aperti) o ottenibili in premio dopo la vittoria in un duello. Ogni oggetto perfezionabile in nostro possesso richiede una o più gemme specifiche, che una volta "incastonate" infondono in esso il loro potere magico: ecco che una semplice ascia diventa un'arma letale capace di lanciare scosse elettriche, o un normalissimo scudo ci permette di recuperare piccole porzioni di salute per ogni parata perfetta effettuata. Dato il numero non troppo generoso di gemme sparse nei livelli e, allo stesso tempo, l'elevato numero di armi acquistabili da un apposito menù, toccherà al giocatore investire con oculatezza sulle scelte più adeguate, evitando in questo modo inutili sprechi di gemme che potranno comunque essere tolte dall'arma corrente, ovviamente pagando un piccolo corrispettivo in oro.
Il risultato lo potete immaginare da soli: un gameplay che si riconferma immediato, frenetico e appassionante come pochi, impreziosito da una gestione rolistica del personaggio che, nella sua elegante semplicità, ammalia il giocatore e lo obbliga duello dopo duello a raggiungere un livello sempre più alto. Infinity Blade II è una danza vorticosa di spade lucenti tra eroi in armatura e mostri disgustosi, dipinta da un motore grafico che, senza mezzi termini, rappresenta il non plus ultra nell'universo Apple. Senza dubbio, i ragazzi di Chair hanno saputo rimediare a quei piccoli nei che ne hanno caratterizzato l'esordio nel'universo iOS, dando vita ad un'IP che minaccia sin da ora di infrangere ogni record.
Alla ragionevole somma di 5.49€, considerando la mole di aggiornamenti alla quale il team di sviluppo ci ha abituato, consigliarvi di acquistarlo ad occhi chiusi è il minimo che possiamo fare.