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Iron Sky: Invasion - review

Incontri ravvicinati del Terzo Reich.

I cosiddetti film di 'serie B' sono facilmente identificabili come produzioni di budget e qualità ridotti per pura mancanza di mezzi. A volte nascono però pellicole che di quella serie B fanno il loro punto di forza maggiore, puntando su elementi spesso estremi nella loro demenzialità e diventando piccoli cult per gli appassionati del genere. A questa seconda categoria, tra non pochi film di fantascienza dalla trama spicciola, ha recentemente tentato di aggiungersi TopWare Interactive.

Al film si ispira questo Iron Sky: Invasion che si propone di allietare per qualche ora gli amanti dei combattimenti spaziali, tra il ricordo di Wing Commander e l'attesa per l'uscita ancora molto remota di Star Citizen. Sinceramente quella di Iron Sky non sembra una licenza particolarmente forte e in grado di spingere le vendite della controparte videoludica, ma visto che le licenze non sono sempre fondamentali per la riuscita di un videogioco (forse è vero il contrario), la speranza per un titolo in grado di sorprendere non è da perdere in partenza.

Iron Sky: Invasion parte dal presupposto che i nazisti sconfitti si siano rifugiati sulla Luna, coltivando nuove tecnologie belliche in attesa del momento giusto per riprendere il loro tentativo di conquista mondiale. E quel momento arriva quando dischi volanti e gigantesche astronavi a forma di Zeppelin sciamano verso la Terra. Nei panni di un anonimo e abilissimo pilota terrestre, toccherà a noi fermare ondate e ondate di nazisti volanti non identificati con solo poche navi alleate a fare da supporto.

Un'immensa flotta di astronavi naziste si dirige verso la terra e le ostilità hanno inizio in modo spettacolare e pirotecnico. Poi la presentazione finisce.

Come la pellicola da cui è tratto, anche Iron Sky: Invasion si prende alla leggera, configurandosi come un arcade non troppo articolato nonostante la descrizione sul sito ufficiale parli di "simulatore con elementi di strategia in tempo reale". I controlli prevedono dei tasti per effettuare qualche virtuosismo come rollii e beccheggi, utili a togliersi dalla linea di fuoco di qualche nemico pericoloso, ma prendere confidenza con il sistema di controllo e padroneggiarlo restano comunque due tappe molto ravvicinate nella curva di apprendimento.

"Come la pellicola da cui è tratto, anche Iron Sky: Invasion si prende alla leggera"

Ogni astronave tra quelle controllabili è caratterizzata da valori ben precisi di scudo, potenza delle armi, velocità e altri parametri, tutti potenziabili spendendo crediti da acquisire tramite la rivendita di rottami spaziali (la raccolta differenziata sembra pagare molto nello spazio). In questo frangente la volontà di rendere il gioco immediato sembra essersi spinta un po' troppo oltre il livello di guardia: i rottami perduti dalle navi sono generici materiali di recupero da vendere con qualche click nel menu apposito che compare quando si è attraccati alle stazioni. Visto che potenziare le astronavi è fondamentale, prendersi le dovute pause dal combattimento per navigare verso il prezioso materiale da recuperare diventa un passaggio obbligato, che spezza il ritmo e stona con natura e tema del gioco.

La trama è scandita da una serie di intermezzi recitati dagli stessi attori del film, prestatisi per l'occasione alla registrazione di queste scene supplementari. Posto che le considerazioni relative alla recitazione sono relative ai gusti personali, non abbiamo trovato né interessanti né divertenti le scenette dall'umorismo pacchiano che costellano il gioco.

Nonostante un inizio incoraggiante, le flotte non assumono mai dimensioni eccessive.

Se sulla natura di questo retaggio del film si può sorvolare, c'è anche da dire che a volte il tutto avviene nei momenti meno indicati e spinge a saltare le sequenze che perdono quasi ragione di essere. Altre volte si ha a che fare con missioni secondarie terribilmente noiose introdotte da un filmato in cui il diplomatico di turno ci invierà a recuperare un satellite , salvare un ostaggio o fare delle riprese.

"I suddetti combattimenti costituiscono la parte centrale di Iron Sky: Invasion"

Tutte queste missioni apparentemente diverse si riducono però a volare per un po' di secondi vicino all'obiettivo fino a missione compiuta o, in altri casi, a proseguire normalmente e recuperare un numero sufficiente di rottami, ed è un peccato visto che di diversivi tra i combattimenti si inizia a sentire il bisogno ben presto.

I suddetti combattimenti costituiscono la parte centrale di Iron Sky: Invasion, l'attività che come prevedibile impegna la maggior quantità di tempo. Anche se il gioco nonostante i proclami è decisamente semplice nelle meccaniche, il sistema di puntamento e fuoco è troppo primitivo: per colpire una nave è sufficiente tenerla nei pressi del mirino per qualche frazione di secondo, dopodiché basta sparare per colpire automaticamente anche a più di un chilometro di distanza.

Per spostarsi da una zona calda all'altra è sufficiente selezionare una destinazione dalla mappa e attivare un warp: nel caso siano necessarie delle riparazioni non mancano le stazioni a cui attraccare, mentre in caso di esaurimento dei missili le navi alleate sono solite sganciare dei rifornimenti contraddistinti da colore diverso su schermo e radar.

Troppo difficili da affrontare da soli, troppo facili con il supporto alleato: i nemici più cattivi di Iron Sky: Invasion soffrono spesso di questo problema.

I missili in realtà sono una delle poche cose limitate in Iron Sky: Invasion. Laser, scudi ed energia per i postbruciatori sono regolati da livelli di energia che si rigenerano automaticamente e che possono essere trasferiti tra i vari sistemi con la pressione di un tasto dedicato: un sistema semplice quanto basta che permette di cavarsi d'impiccio dalle situazioni critiche, trasferendo l'energia necessaria dove necessario. Insieme ai missili, le navicelle hanno in dotazione anche delle esche in grado di dirottare i missili a ricerca nemici. Nel complesso un sistema che più arcade non si può ma che funzionerebbe in maniera adeguata se non fosse per un paio di problemi molto marcati, vale a dire ritmo e ripetitività.

"Iron Sky: Invasion propone una serie di combattimenti o troppo sbrigativi o troppo lenti"

Per voler essere un gioco di combattimento spaziale arcade, Iron Sky: Invasion manca di verve e propone una serie di combattimenti o troppo sbrigativi contro i nemici che fungono da semplice carne da cannone (i Rheingold cadono con un singolo colpo dopo un paio di potenziamenti della nave), o troppo lenti e protratti nel tempo contro quelli più corazzati. Le flotte nemiche più grosse vantano poi delle navi particolarmente possenti, come zeppelin spaziali corazzatissimi, che possono essere affrontate solo con il supporto delle navi alleate che tra l'altro non sembrano mai esplodere sotto il fuoco nemico. Ne consegue che, complici dei messaggi radio decisamente mosci che non riescono assolutamente a dare la minima parvenza di comunicazioni trasmesse durante un intenso scontro a fuoco, si passa di bersaglio in bersaglio fino ad abbattere l'ondata di turno e proseguire oltre.

La possibilità di mirare sistemi particolari di una nave, come motori o cannoni, non aggiunge quel tocco di strategia che si potrebbe auspicare: sparare a un sistema secondario è utile solo nel caso di nemici di grandi dimensioni e per di più solo in maniera marginale. Alcune strategie che il gioco fa passare per indispensabili, come sparare agli zeppelin quando aprono i portelloni per lanciare delle navette diventando più vulnerabili, sono inutili perché il supporto alleato alla fine riesce a tirare giù qualsiasi nave anche sparando quando i danni inflitti sono minimi.

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I motivi d'interesse cadono quindi tutti dopo troppo poco tempo: la trama, a prescindere dal livello generale della recitazione, non fa che accompagnare scontri tutti troppo simili e senza particolari novità a lungo o anche solo medio termine. Il modello di volo arcade fa intravedere qualcosa di buono, come quando si sfreccia per svariati secondi lungo il fianco di un immenso zeppelin, ma si ferma lì. Potenziamenti e sviluppo sono ridotti all'osso, specialmente nelle meccaniche di acquisizione dei crediti tramite il recupero dei materiali lasciati dai nemici distrutti.

"Tecnicamente non c'è nulla da segnalare, se non immensi spazi vuoti"

Tecnicamente non c'è nulla da segnalare, se non immensi spazi vuoti che darebbero la sensazione di stare fermi se non fosse per i minuscoli detriti che fluttuano sullo schermo a seconda di velocità e direzione della nave. È vero che il gioco risulta generalmente fluido a parte alcuni rarissimi e inspiegabili cali di frame rate, ma su schermo non si vede mai nulla di particolarmente pesante da gestire.

In conclusione, non è escluso che Iron Sky: Invasion possa rivelarsi moderatamente interessante nelle prime fasi, ma dopo non molto tempo i combattimenti e le meccaniche che ruotano intorno ad essi si rivelano veramente piatti e il gioco di TopWare Interactive trasmette l'infelice impressione di essere stato lasciato a metà.

4 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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Iron Sky: Invasion

iOS, PS3, Xbox 360, PC, Mac

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