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Kaptain Brawe: A Brawe New World - review

Un'avventura anni '90.

Da quando Zodiac è arrivato, la vita per gli amanti del punta e clicca è decisamente migliorata: una piattaforma digitale dedicata espressamente alle avventure grafiche porta del resto diversi vantaggi, fra cui quello di vedere arrivare sul nostro mercato e in lingua italiana alcuni titoli che qualche mese fa solamente i più attenti osservatori della scena indie avrebbero potuto conoscere.

Kaptain Brawe: A Brave New World, oltre che essere la prima esclusiva del service dei ragazzi di Adventure's Production rientra in pieno in questa casistica: l'avventura di Cateia Games a sfondo spaziale si è infatti guadagnata un buon riscontro dai giocatori di tutta Europa al tempo della sua uscita e ora è finalmente disponibile sottotitolata nel nostro idioma.

La grafica si lascia gustare nella sua semplicità.

La risposta alla domanda se valga la pena di aprire il vostro (ricco) portafogli dipende quindi unicamente dal tipo di avventuriero che rappresentate: se siete dei nostalgici del classico punta e clicca, di quelli che non lasciano spazio a innovazioni o ad enigmi che vadano al di là della semplice combinazione di oggetti, continuate pure a leggere.

Se invece avete la nausea di polli e carrucole, è meglio che spendiate il vostro tempo sfogliando qualche rivista di gossip o facendo Sudoku adagiati su un'amaca.

Messo in chiaro questa cosa e sperando che siate rimasti sintonizzati su queste pagine, credo che non vi stupirò dicendovi che in Kaptain Brawe: A Brave New World avrete a che fare con i pirati.

A differenza però dei classici di Lucas, questa volta giocherete le vostre sorti dalla parte dei buoni, più precisamente in quelli del prode capitano Brawe, ranger spaziale senza macchia e paura, protagonista di un futuro alternativo dove l'esplorazione del cosmo è iniziata ai tempi della gloriosa madre Russia e delle stufe a carbone.

"Le analogie fra il tutore dell'ordine spaziale e il buon vecchio Guybrush si sprecano"

Nonostante però i ruoli siano diametralmente opposti, le analogie fra il tutore dell'ordine spaziale e il buon vecchio Guybrush si sprecano: entrambi infatti si ritrovano invischiati in vicende i cui contorni faticano a comprendere ed entrambi riescono a uscire vittoriosi da ogni guaio quasi senza volerlo.

La crisi si fa sentire anche nei resort spaziali più esclusivi.

Quella che ad esempio sulla carta sembrava essere una semplice missione di soccorso si rivelerà invece essere la base per un intricato gioco di spie e complotti dove, per poter arrivare a lieto fine, vi verrà chiesto di guidare per alcuni tratti anche altri personaggi secondari come il misterioso Agente Zero e Danny, un pirata clonato.

Non esultate però in maniera smodata: escludendo infatti il gran finale, non potrete praticamente mai guidare più di un personaggio alla volta, cosa che purtroppo limita fortemente le varianti e le possibilità di interazione che si sarebbero potute sviluppare.

Eliminata così agilmente la questione "trama" con una discreta soddisfazione di fondo, entriamo nel vivo della questione, andando ad esplorare il nocciolo di quanto questa avventura grafica può offrirci.

Fin dai primi istanti quello che emerge chiaramente è che la struttura di Kaptain Brawe: A Brave New World basa tutto il suo appeal su un feeling anni '90, ossia combinazione di oggetti, dialoghi lineari ed esplorazione delle (poche) aree disponibili di volta in volta per le vostre indagini, con i consueti hot spot che attendono pazientemente il vostro clic.

Anche la possibilità di scegliere se giocare fra una versione hardcore o una con un sistema di aiuti integrato non fa altro che richiamare alla mente la famosa "Mega Monkey" che per i più attempati di voi rappresenta la cartina tornasole dell'esperienza nel genere.

Entrare nella super base del nemico risulterà più facile del previsto.

In questo contesto, a tratti accogliente e a tratti un po' stantio, gli unici segnali che ci ricordano che ci troviamo nel 2012 vengono così dalla presenza di tutta una serie di obiettivi che vi premieranno con l'incedere delle vicende e che, in alcuni casi, vi porteranno a compiere alcune azioni forse non strettamente necessarie ai fini dell'avventura ma capaci comunque di strapparvi un sorriso.

"Non è da questa avventura che bisogna aspettarsi la rinascita o l'evoluzione del genere"

Capite bene quindi che non è di certo da questa avventura che bisogna aspettarsi la rinascita o l'evoluzione del genere, ma il pedigree di Cateia in questo senso parlava già chiaro ben prima dell'arrivo di Brawe; l'esperienza acquisita sul campo permette tuttavia ai ragazzi croati di costruire un titolo solido nella sua staticità architetturale, cosa che di per sé rappresenta già un punto a favore.

Il richiamo ai sacri dogmi si ripropone poi anche nel comparto degli enigmi, aderenti anch'essi alla classicità più estrema con in più però il difetto di non farsi mancare alcuni passaggi non proprio "logici", cosa che sinceramente speravo di aver ormai lasciato alle spalle negli anni passati: se durante l'avventura doveste rimanere bloccati, è più probabile che sia perché non abbiate chiaro cosa dovete fare piuttosto che perché non sapete che pesci pigliare.

La linearità si riflette di logica sulla lunghezza complessiva dell'avventura che si attesta, nella sua variante "hard", sulle sei ore scarse comprendendo anche i vari possibili incastri lungo la via; vi confesso che sorge quasi spontanea la domanda se anche nelle avventure grafiche sia venuto il tempo del "gioco per tutti", con la perdita di quel grado di sfida che tanta soddisfazione aveva dato agli avventurieri di fine millennio, ma una risposta al riguardo è forse ancora lungi dal venire.

"Il comparto grafico, pur nella sua semplicità, adotta uno stile piacevolmente cartoonesco"

Il comparto grafico invece, pur nella sua semplicità, adotta uno stile piacevolmente cartoonesco, con un utilizzo di colori accesi e vivaci capaci di donare carattere e folclore ai luoghi e ai personaggi che via via vi troverete a incontrare; certo, la qualità delle animazioni non vi causerà nessuna slogatura alle mascelle, ma per un titolo di questo genere direi che possiamo decisamente accontentarci.

Dove Kaptain Brawe: A Brave New World rivela però l'ampiezza (o meglio la scarsità) dei fondi a propria disposizione è nel comparto audio con il doppiaggio che riscopre il "fascino" del muto e con una colonna sonora che difficilmente potrete definire come indimenticabile, con una serie di motivetti che dimenticherete poco dopo il termine dell'avventura.

Pur eccessivamente debitrice di una tradizione che in alcuni passaggi rischia di diventare un peso eccessivo, Kaptain Brawe: A Brave New World si rivela così essere alla fine dei conti una buona avventura grafica, supportata da un comparto visivo accattivante e da un background narrativo che non ricade nello stereotipato cliché di grog e voodoo.

Sicuramente più adatta ai neofiti che ai veterani, potrebbe essere un buon antipasto nell'attesa dell'arrivo di qualche pezzo grosso nell'arena del punta e clicca.

7 / 10
Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

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