Skip to main content

L.A. Noire: Edizione Completa - review

Rockstar torna sulla scena del crimine in versione PC.

Nei polizieschi di maggior successo capita spesso di sentire dire l'espressione "tornare sulla scena del delitto". L'uscita di L.A. Noire: Edizione Completa dopo ben sei mesi dall'entrata sul mercato console ha molti punti in contatto con questa situazione: già nel momento in cui giocatori di tutto il mondo si deliziavano con le versioni PS3 e Xbox 360, era chiaro infatti che mancava ancora un tassello al mosaico, un punto oscuro che per molti versi risultava inspiegabile.

L'attesa è però finalmente giunta al termine e dopo molto penare (su questo ci torneremo dopo) abbiamo finalmente potuto scandagliare le oltre 30 ore di avventura che questa incarnazione dell'opera dell'ormai defunto team Bondi ha regalato ai fedeli seguaci del sistema operativo a finestre.

Quello che ci aspetta è ben noto: attraverso gli occhi di Cole Phelps vivremo la vita investigativa di un poliziotto della Los Angeles degli anni '40 attraverso un susseguirsi di indagini e interrogatori dall'alto sapore noir, il tutto condito da un innovativo sistema di mappatura facciale implementato dal team australiano.

Esplorare la scena del crimine è un'esperienza davvero coinvolgente.

Là dove l'atmosfera e una struttura di gioco "a blocchi" richiamano un classico come Mafia, è nella sua componente di gameplay più pura che L.A. Noire mette sul tavolo un'originalità e una componente narrativa di altissimo livello, incarnando così l'esempio videoludico di quello che in antropologia viene definito come "step evolutivo".

In ognuno dei casi che dovremo affrontare ci sarà chiesto infatti di esaminare la scena del crimine, raccogliere indizi e successivamente fiondarci in una delicatissima fase dedicata agli interrogatori, dove dovremo cercare di far quadrare il cerchio sfruttando quanto raccolto in precedenza e cogliendo in fallo i sospettati qualora dovessero tradirsi con un cenno del loro viso o con una dialettica incerta.

È in questo dualismo indagine-interrogatorio che il gioco da il meglio di sé, relegando la componente più action a poche e limitate occasioni qualora doveste attenervi alla storyline principale e sottolineando invece in misura maggiore una natura riflessiva che ben si inserisce nel contesto investigativo che il team Bondi ha cercato di ricreare.

Il risultato come credo sappiate bene è stato tale che da più parti si sono levate grida di giubilo e, nonostante alcuni difetti che erano già stati sottolineati in sede di recensione dal nostro esimio direttore, è indubbio che L.A. Noire rientri a buon diritto nel ristretto novero dei titoli che ridefiniscono il termine capolavoro.

La resa dei volti è sicuramente uno dei punti di forza di L.A. Noire.

Preso quindi atto che il gameplay logicamente non sarebbe cambiato, uno dei punti di domanda che maggiormente aleggiavano sulla nostra testa era come si sarebbe comportata Rockstar in sede di conversione: memori infatti del lavoro svolto con GTA IV eravamo infatti in qualche modo preoccupati di quello che avremmo potuto aspettarci.

Fortunatamente in quest'occasione le cose sono andate sicuramente meglio, sebbene come vedremo anche in questo caso non possiamo certo gridare al miracolo, ma piuttosto constatare un onesto lavoro di rifinitura supportato da qualche trucco del mestiere.

Partiamo dai requisiti richiesti: sia che il vostro computer rientri nella fascia alta che nella fascia bassa, difficilmente potrete riscontrare una differenza significativa: il frame rate anche con dettagli elevati e anti aliasing attivato non soffre in maniera eccessiva, attestandosi sempre ben oltre la soglia dell'accettabilità grazie (o a causa, dipende dal punto di vista) ad un frame rate sostanzialmente bloccato.

Anche a livello di texture o di modelli poligonali non si riesce a constatare un miglioramento così netto rispetto alle versioni console, anche se rispetto a quest'ultime il motore grafico sembra essere più sicuro relegando i rallentamenti a poche, isolate situazioni, e offrendo una resa complessiva migliore. Non mancano tuttavia alcuni bug fastidiosi, fra cui quello che ha rallentato la nostra prova, non permettendoci di avviare il gioco al primo colpo, ma richiedendo diversi contatti con l'assistenza tecnica per averne ragione.

Il tizio in questione sembra avere qualche problema di circolazione.

"L'accoppiata mouse e tastiera in certe fasi del gameplay risulta essere limitativa rispetto al pad."

Aggiungete infine qualche crash occasionale e il quadro che si presenta è sì molto più che sufficiente, ma ben lontano da una piena soddisfazione: sebbene sembri infatti che sia oramai la prassi che giochi al day one non possano scorrere via lisci come l'olio, ci sembra comunque doveroso criticare un atteggiamento che porta spesso all'uscita di una patch di aggiustamento contestuale all'uscita sul mercato. Ne usciremo mai da questo giro virtuoso? Dubito.

Dove invece L.A. Noire tradisce in maniera più chiara la propria natura di gioco nato e pensato per le console è sicuramente il sistema di controllo: la fedele accoppiata mouse e tastiera mostra infatti di essere alle corde risultando limitativa in alcuni dei punti focali del gameplay.

Il mouse ad esempio, per ovvi impedimenti tecnici non vibra mentre esplorate la scena del crimine per indicarvi la presenza di qualche prova, e anche l'incedere dell'agente Cole Phepls risulta non proprio intuitivo sia quando dovrà muoversi con le proprie gambe, sia quando si troverà a spasso della città con i vari mezzi a sua disposizione.

La mancanza degli stick analogici, unita allo scarso feeling della tastiera rispetto ai pulsanti del pad, porta così quest'ultimo in netta corsia preferenziale, anche se non stiamo ovviamente affermando che senza non si possa giocare, anzi. È solo che potendo scegliere, la soluzione più comoda risulta essere indubbiamente un joypad.

Correre e sparare è una cosa da non fare. O perlomeno continua a essere alquanto difficile.

"Nel complesso si può parlare di una buona conversione, non esente da difetti che si spera verranno risolti al più presto con una patch."

Per l'impianto audio, invece, niente di nuovo sotto il sole: ottimo il doppiaggio in lingua inglese, ottima la traduzione con tutto il testo a video (dialoghi compresi) in lingua italiana e una musica d'atmosfera che potrebbe tranquillamente vivere di vita propria.

Nel complesso si può pertanto parlare di una buona conversione, non esente da difetti, ma in grado di far apprezzare al meglio L.A. Noire: Edizione Completa anche ai giocatori PC.

Analizzato il quadro complessivo degli indizi, la domanda che però ci si pone è cosa dovrebbe spingere l'impavido giocatore a devolvere il proprio vil denaro nelle casse di Rockstar. O, tradotto in un linguaggio più diretto, cosa porti di nuovo questa versione rispetto a quanto già visto mesi orsono.

Innanzitutto l'offerta complessiva: al prezzo del gioco vi portate a casa non solo L.A. Noire, ma anche tutti e cinque i DLC usciti finora (Un mare d'erba, La città nuda, Nicholson Electroplating, Un piccolo lapsus e La macchina del console), più tutto l'armamentario di extra vari ed eventuali, regalando così una longevità a dir poco lievitata rispetto al gioco originale.

Qualora poi siate amanti della deriva social ecco arrivare il Rockstar Social Club, un "circolo" dove potrete confrontare risultati e premi con il popolo della rete e con i vostri amici, utile fonte per gli amanti delle statistiche e dei numeri. Certo, costringere il giocatore a registrarsi non è sicuramente una gran mossa, però per molti sarà uno dei motivi che spingeranno a riprendere il gioco anche una volta terminato.

"L.A. Noire: Edizione Completa è un titolo di rara bellezza che porta una ventata di aria fresca nel mondo PC."

Giunti così alla fine di questa indagine, dopo aver interrogato i sospettati e risolto il crimine, è realisticamente difficile essere soddisfatti al 100%: il ritardo accumulato dalla versione PC rispetto alle controparti console non è infatti giustificato da un deciso miglioramento tecnico, ma anzi è foriero di alcuni problemi che non rendono giustizia ai requisiti richiesti per installare il gioco sul proprio computer.

Se a questo aggiungiamo una serie di limitazioni sul sistema di controllo che portano comunque a ripiegare su un pad per poter vivere un'esperienza al meglio delle possibilità offerte, e un'aggiunta social che non risulta di certo imperdibile rispetto alle controparti console, l'unico vero motivo di gioia sono forse i DLC già inclusi nel pacchetto.

Detto questo, non si può però non considerare il fascino di un gioco capace comunque di tracciare un ponte verso il futuro del videogaming, portando una ventata d'aria fresca in un genere che rischiava di essere soffocato dalla propria natura. Siamo di fronte a un titolo di rara bellezza e il vero delitto era probabilmente che fino ad oggi i giocatori PC ne fossero stati privati.

Se e come i semi gettati dal Team Bondi riusciranno poi a germogliare per portarci in una nuova era dell'intrattenimento digitale, è un'indagine di cui non vediamo l'ora di occuparci.

9 / 10