LEGO City Undercover - review
Il Wii U ha trovato il suo salvatore?
Con il passare dei giorni e il susseguirsi di notizie sempre più allarmanti sulle scarse vendite del Wii U, la domanda che gli appassionati di videogiochi si pongono con sempre maggiore frequenza è: chi o cosa salverà la nuova console di Nintendo?
Il toto-salvatore va avanti a dire il vero già da diversi mesi, a principiare dalle settimane immediatamente successive al lancio della prima piattaforma HD della Grande N. Pur essendo di tutto rispetto, la line-up con cui questa è arrivata nei negozi è parsa robusta ma poco innovativa, costituita com'era da prodotti altrove disponibili da mesi e da esclusive non troppo ispirate.
A marzo 2013, e cioè a quasi cinque mesi da quell'uscita di fine novembre, tirare le prime somme sembra quasi obbligatorio e il risultato non è affatto benevolo nei confronti di Nintendo: il rinvio di Rayman Legends, con tanto di annuncio delle versioni per Xbox 360 e PS3, e (solo in Europa) di Scribblenauts Unlimited, cui vanno aggiunte le incertezze in merito alla pubblicazione di Pikmin 3, hanno notevolmente complicato i piani della casa di Kyoto, ora in cerca di un punto di riferimento per il proprio catalogo.
LEGO City Undercover è stato proposto da molti come il candidato ideale a questa posizione ed è in quanto tale che oggi lo valutiamo, cercando di non cadere nella tentazione di iconizzarlo per la semplice assenza di concorrenti validi.
La serie dei Traveller's Tales ha abbandonato per l'occasione le rivisitazioni delle pellicole hollwoodiane più celebri e si è lanciata in un'avventura solitaria ambientata a LEGO City, lo spensierato campo da gioco per i mattoncini della compagnia danese, trasformato per l'occasione in un'autentica città sotto l'assedio del crudele Rex Fury.
"È proprio la demenzialità il perno dell'intera esperienza a LEGO City"
Il capo della criminalità organizzata locale è infatti tornato in azione dopo l'ingiusto esilio di Chase McCain, il venerato agente di polizia che aveva contribuito al suo arresto diversi anni prima. Che però è stato richiamato in servizio per arginare la furia della delinquenza cittadina, sventare i piani malefici di Rex e riportare la quiete nella metropoli ispirata alla nota serie di giocattoli.
Mentre il corposo background verrà svelato di volta in volta dalle spassose cut-scene, il buon Chase ci proverà tra una gag demenziale e l'altra con l'aiuto di personaggi curiosi (ce n'è persino uno che spoilera...) come Frank Honey, pivellino della centrale nonché notevole spalla comica, Ellie Phillips, veterana e rifornitrice di costumi, e il commissario "antipatico" Dunby: un cast che garantisce non solo un elevato volume di divertimento ma anche una demenzialità vicina a classici della cinematografia comica come Scuola di Polizia e Una pallottola spuntata.
Ed è proprio la demenzialità il perno dell'intera esperienza a LEGO City. Undercover è un titolo molto fresco e non a caso si apre con una scena d'introduzione da sbellicarsi dal ridere, sulle note dell'eterna "Walking on sunshine", parodiando diverse pellicole acclamate da critica e pubblico. Un approccio che ci ha strappato più di un sorriso ma che potrebbe far storcere il naso a quanti cercavano, forse a torto visti i precedenti della saga, un adventure dal tono serioso e dal carattere adulto.
Pur estendendo il gameplay a meccaniche tipiche degli open world, come la circolazione libera sulla generosa mappa e le missioni fatte d'inseguimenti o sfide a tempo, l'ultimo nato in casa Traveller's Tales mantiene infatti il feeling delle precedenti produzioni, e cioè una riuscita contaminazione col genere platform e una continua derisione della sfida proposta in qualunque altra produzione moderna.
"Pur estendendo il gameplay alle meccaniche degli open world, il gioco mantiene il feeling delle precedenti produzioni"
Chi lamenta un drastico calo della difficoltà nei giochi più recenti, infatti, avrà pane per i propri denti: il marchio di fabbrica del franchise, vale a dire l'impossibilità di perdere, è rimasto immutato nel tentativo forse di avvicinare il titolo ad un pubblico di più piccoli, insieme al linguaggio edulcorato e a situazioni poco realistiche (un caso su tutti: i pedoni investiti si rialzano saltando). Un tentativo rispettabile, certo, ma di cui gli utenti smaliziati dovranno tener conto in fase di valutazione dell'acquisto.
In quest'ottica si inserisce un sistema di combattimento non profondissimo che, nonostante l'introduzione di rampini e pistole, ricorre prevalentemente agli scontri a mani nude. Questi, soprattutto nella prima parte, risulteranno un semplice passatempo, dal momento che per risolverli basterà premere il tasto Y, l'equivalente di un attacco fisico, e il tasto A utile all'ammanettamento degli avversari.
Tale meccanismo si arricchisce di lievi sfaccettature col prosieguo della storia, forte delle variabili della difesa e della presa, ma non riesce ad offrire un grado di sfida accettabile coerentemente col tono dell'intero pacchetto ludico.
A queste mancanze di non poco conto, cui va aggiunta la sparizione della canonica modalità cooperativa e del multiplayer, LEGO City Undercover compensa con una serie di espedienti tipici del mondo dei mattoncini. L'assenza di combattimenti complessi viene ovviata dirottando il piacere del gioco sull'esplorazione e sui collezionabili sparsi per le ambientazioni, da sbloccare di volta in volta grazie alle abilità guadagnate sul campo o all'evoluzione delle location in seguito a particolari eventi della storia.
"L'assenza di combattimenti complessi viene ovviata dirottando il piacere del gioco sull'esplorazione e sui collezionabili"
Quelle che abbiamo poc'anzi chiamato abilità si trasformano nell'equivalente LEGO dei costumi che, indossati da McCain, consentono di ricorrere a strumenti altrimenti inutilizzabili. Il poliziotto può usare un prezioso rampino per raggiungere punti sopraelevati, il ladro è in grado scassinare delle porte blindate, il minatore è capace di maneggiare la dinamite e così via.
Sebbene si giunga ad ogni scenario con la skill necessaria già sbloccata, un'ovvietà dovuta allo sviluppo lineare dell'avventura, non è raro trovarsi di fronte ad interazioni rese impraticabili dall'assenza di una particolare abilità: una componente, questa, che induce tutt'altro che di rado ad un comunque piacevole back-tracking per i variegati ambienti del titolo.
Altro ingrediente che rende gradevole la fase esplorativa, infine, è la presenza degli immancabili blocchetti di LEGO. Resistere alla tentazione di raccoglierli non solo è impossibile ma è anche dannoso, perché impedisce di sbloccare i tanti veicoli a disposizione, peraltro con un modello di guida troppo leggero soltanto con le moto, e di edificare le super-costruzioni (come le stazioni di recupero, con cui cambiare mezzo senza passare per l'hub della centrale di polizia) spesso obbligatorie per lo svolgimento della trama.
Quanto al GamePad del Wii U, gli sviluppatori hanno fatto un lavoro buono ma non sorprendente per il suo utilizzo. Oltre alle ormai consuete gestione e visualizzazione della mappa, quest'ultima scomoda durante la guida, lo schermo del tablet è stato adibito anche a scanner per la ricerca di indizi utili ai fini delle indagini. Nulla di dissimile a quanto già visto in Batman Arkham City: Armored Edition.
"Grazie al display aggiuntivo è poi possibile avviare le missioni ed osservare un breve briefing"
Grazie al display aggiuntivo è poi possibile avviare le missioni ed osservare un breve briefing realizzato dal personaggio che intende assegnarle, mentre non è stata sbloccata l'opzione per il gioco off-screen, evidentemente per lasciare spazio alle funzionalità speciali del controller. Il nostro timore, dopo aver assistito a diversi e importanti banchi di prova, è che si sia già giunti all'apice della creatività per quanto riguarda le possibili applicazioni del nuovo pad. Speriamo naturalmente di essere smentiti con le prossime uscite. Viriamo adesso sul comparto grafico che, complice uno stile visivo relativamente semplice, non fa gridare al miracolo né allo scandalo. Undercover è infatti caratterizzato da alti e bassi, che vanno dai lievi cali di frame-rate nelle situazioni di grande concitazione agli scossoni della visuale in caso di movimenti bruschi e al gradevole motion blur di tanto in tanto presente.
Restando in tema tecnico, vanno sottolineati i lunghi caricamenti disseminati per tutto il gioco, in particolar modo negli spostamenti da una macrosezione della mappa all'altra. I 19GB di LEGO City Undercover fanno evidentemente una certa fatica a comunicare tra loro e, sebbene questo aspetto stupisca nelle sole fasi iniziali e non sia il caso di farlo pesare più del dovuto, sarebbe stato lecito attendersi una maggiore ottimizzazione.
Un'ultima menzione va al riuscito doppiaggio in Italiano, pur non composto da una grande varietà di voci, e alla colonna sonora in pieno stile poliziesco. Tracce e parlato non fanno altro che ricalcare l'atmosfera di goliardia intorno al quale ruota il titolo per Wii U e riescono bene nel loro intento.
"Un'ultima menzione va al riuscito doppiaggio in Italiano e alla colonna sonora"
Chiudendo con una risposta alla nostra domanda iniziale, sul possibile avvento del toto-salvatore per la nuova console di Nintendo, LEGO City Undercover non è probabilmente l'avventura longeva e attraente che tanti stavano cercando per rispolverare il proprio GamePad.
Di certo è un prodotto fresco e simpatico, che richiede una discreta dose di fantasia e buon umore per essere apprezzato appieno. E non vi nascondiamo che, in virtù delle argomentazioni portate sin qui, il voto ideale sarebbe forse di mezzo punto superiore a quello che vedete in basso.
Pertanto, se vi sentite pronti a sfoderare gli utenti incantati che ancora si celano dentro di voi e a ridere come fareste davanti all'ultimo film demenziale, il gioco dei Traveller's Tales fa senza dubbio per voi. In caso contrario, nell'attesa di accogliere titoli più maturi sotto ogni punto di vista, potrebbe comunque valere la pena di dare un'occhiata.