LocoCycle - review
Un gioco in cerca d'identità.
I ragazzi della Twisted Pixel Games si sono fatti notare nel panorama mondiale con due splendidi titoli arcade, The Maw e Splosion Man, e hanno poi confermato il loro talento con il divertente Comic Jumper e l'ottimo sequel Ms. Splosion Man. Atteso al varco dal salto generazionale su Xbox One, il talentuoso team texano ha purtroppo steccato.
LocoCycle è infatti un gioco d'azione di quelli tamarri che molto probabilmente aveva intenzione di scimmiottare in modo divertente film già di per se "coatti" come Fast & Furious e, soprattutto, Torque: Strade di Fuoco. Il primo, sono sicuro, lo avete visto quasi tutti ma il secondo è una chicca da intenditori, uno di quei film talmente assurdi da fare il giro a 360 gradi e diventare un instant classic.
Nel gioco si vestono i panni di Pablo, un signor nessuno che suo malgrado si ritrova alla guida di una due ruote ad altissima tecnologia, un bolide futuristico chiamato I.R.I.S. a metà tra le Light Bike di Tron e la moto guidata da Akira nell'omonimo film d'animazione.
La trama del gioco sfiora le vette toccate dai film d'azione anni '80 con Schwarzenegger e Steven Seagal: la Big Arms, colosso della produzione di armi a livello planetario vuole recuperare la suddetta moto per scopi non propriamente umanitari, ma essendo senziente, la stessa decide di darsela a gambe, anzi... a ruote, coinvolgendo nella sua fuga il povero Pablo.
"La moto senziente decide di darsela a gambe"
Sulle tracce della strana coppia vengono ovviamente inviati gli scagnozzi dell'organizzazione, capeggiati da una seconda moto rispondente alla sigla S.P.I.K.E. e molto simile al mezzo scheletrico cavalcato da Ghost Rider nei fumetti e nelle due trasposizioni cinematografiche.
I filmati utilizzati per raccontare questa trama da Oscar sono volontariamente comici e richiamano alla mente telefilm anni 80, da Supercar a Street Hawk, ma anche film dell'epoca come Corto Circuito. Dal punto di vista del gameplay, invece, LocoCycle strizza l'occhio a grandi classici come Spyhunter e Road Rush, senza purtroppo possederne il carisma e l'appeal ludico.
I primi 20/30 minuti in compagnia del titolo Twisted Pixel sono tutto sommato abbastanza piacevoli. Trattasti di un ibrido tra un gioco di corse e uno sparatutto, nel quale è anche possibile attaccare fisicamente gli avversari con "qualcosa" che potrebbe essere assimilato ad un picchiaduro, con tanto di combo e counter.
"I primi 20 o 30 minuti sono tutto sommato abbastanza piacevoli"
La moto di Pablo può anche essere potenziata nel corso del gioco, con miglioramenti per le sue armi e boost per le statistiche di base. Purtroppo tale skill-tree in stile GdR poco o niente aggiunge all'esperienza iniziale, che ben presto si rivela fin troppo ripetitiva a causa della cosidetta "sindrome da button mashing".
Detto in parole povere: poco importa se sapete alla perfezione le combinazioni di attacchi migliori, premere i tasti forsennatamente e senza alcuna logica vi porterà sicuramente a risultati migliori.
Il binomio "corri e spara" viene occasionalmente interrotto da mini giochi durante i quali la telecamera cambia inquadratura e il giocatore è chiamato ad affrontare sfide che assomigliano più ad un classico sparatutto con light-gun... ovviamente anche in questi casi a farne le spese è sempre e solo il povero Pablo, usato a mò di frisbee da I.R.I.S. per eliminare ondate di nemici.
"Il comparto grafico potrebbe addirittura danneggiare l'immagine di Xbox One"
Al tutto aggiungete alcuni combattimenti con boss (esatto, ci sono anche quelli) ai limiti del frustrante, che vi costringeranno a ripetere le stesse azioni almeno una mezza dozzina di volte, spesso senza farvi assolutamente capire il motivo della vostra dipartita dal gioco.
Vanno infine segnalate occasionali ma fastidiose imprecisioni nelle collisioni che nei controlli e un comparto grafico che potrebbe addirittura danneggiare l'immagine di Xbox One. Texture di bassa qualità, profondità di campo quasi ridicola, scenari a dir poco scarsi e così via... se non fosse per la risoluzione più alta, LocoCycle potrebbe tranquillamente passare per un gioco PlayStation 2 o GameCube.
La disastrosa situazione descritta finora è solo parzialmente (molto parzialmente) risollevata dallo humor nero che pervade l'intero gioco. Pablo in questo senso è una delle note più positive del gioco. Le paradossali situazioni in cui il povero meccanico viene a trovarsi nel corso della sua (dis)avventura riescono in alcuni momenti a strappare un sorriso e a distrarre il giocatore dalla pochezza del gameplay.
Se state cercando un gioco alternativo ai vari Forza 5, Ryse e Dead Rising 3 è meglio che rivolgiate la vostra attenzione altrove. L'ultimo nato in casa Twisted Pixel Games non merita attenzione e ci auguriamo vivamente che il team texano d'ora in poi si dedichi a qualcosa di più consono al suo talento.