Lollipop Chainsaw - preview
Toglietemi tutto, ma non la mia motosega!
Prendete una cheerleader e promuovetela a protagonista di un videogioco. Non basta? Allora levatele dalle mani quei ridicoli pom pom e al loro posto metteteci una motosega, ovviamente rosa. Non basta ancora? Datele un fidanzato, ma non intero, solo la testa appesa alla cintura. Fatto questo scatenatela in un delizioso balletto a base di ye-ye e motosega ringhiante contro orde di zombi.
Quello appena descritto è il concetto chiave attorno al quale ruota Lollipop Chainsaw, e se a qualcuno i nomi Suda51 e James Gunn dicono qualcosa, allora lo stupore è relativo. Tutti gli altri possono raccogliere la mascella e magari domandarsi fino a che punto si può arrivare se questi sono i presupposti.
La presentazione ufficiale, avvenuta negli uffici di Warner Bros, ha avuto come protagonista Scott Warr, producer del gioco, con il quale ci siamo poi intrattenuti in una piacevole chiacchierata, ma andiamo al sodo, nel vero senso della parola, e partiamo dal filmato introduttivo.
Sembra di trovarsi davanti a una via di mezzo tra un film di animazione, un fumetto Marvel degli anni '70 e una puntata di Happy Days. Senza citare le movenze assassine, almeno per il pubblico maschile, della protagonista Juliet, che comincia una nuova giornata stiracchiandosi pigramente e introducendo la sua famiglia per mezzo di istantanee appese alla parete, senza troppo preoccuparsi dei vestiti succinti che indossa.
Gli ammiccamenti si sprecano ma in fondo è quello che ci si aspetta da un gioco che, dichiaratamente, si propone sopra le righe ed è il frutto della collaborazione dei già citati Goichi Suda, meglio noto come Suda51, James Gunn e il musicista Jimmy Urine, tutte personcine di un certo spessore.
Il risultato è difficilmente collocabile in un genere. Potremmo citare Duke Nukem, Bayonetta e tutti quegli hack 'n' slash che fanno dell'azione, dell'esagerazione e delle parolacce il loro punto di forza. Lollipop Chainsaw è un gioco pervaso di citazioni e di umorismo, dove i sottotitoli in Italiano cercano di stare al passo con la marea di f**k, f**k it, f**k you sparsi a piene mani dai protagonisti.
"Il livello che ci viene mostrato è ambientato nella scuola di Juliet. La San Romero, ovviamente."
L'Unreal Engine muove una grafica che a tratti sfocia quasi nel cartoon, spingendo la conturbante Juliet, la cheerleader armata di motosega, a esibirsi in un massacro senza compromessi, perpetrato però con la grazia e l'entusiasmo di una coreografia a bordo campo. Disorientante a dir poco.
Il livello che ci viene mostrato è ambientato nella scuola di Juliet. La San Romero, ovviamente. È solo una delle ambientazioni che faranno parte del gioco finito, ma sufficiente a dimostrare come la motosega sia in effetti l'arma di preferenza, nonché l'unica.
L'arrivo delle prime ondate di zombi è l'occasione giusta per vedere il sistema di combattimento, che malgrado tutto non sembra poi così distante dal button mashing, sebbene impreziosito dalla possibilità di eseguire combo e mosse speciali nel procedere della storia.
Mosse particolarmente riuscite, come la decapitazione degli zombi, vengono infatti ricompensate con medaglie, utilizzabili poi per sbloccare non solo le suddette combo, ma anche una valanga di contenuti come mosse speciali vestiti per Juliet e molto altro.
L'ambiente è piuttosto distruttibile, ma tutto passa in secondo piano di fronte alla festa accecante di colori che accompagna l'azione. Aprire uno zombi a metà come una mela, oltretutto da sotto in su, porta certo a qualche spruzzo di sangue, ma il tutto è alleggerito da coriandoli, stelline e luci colorate. Persino la tradizionale modalità Berserk viene qui chiamata "Rainbow Mode"
"Tutto passa in secondo piano di fronte alla festa accecante di colori che accompagna l'azione"
Le schiere dei non morti sui quali rovesciare tutta questa colorata violenza possono contare su una certa varietà, anche questa ai limiti del politicamente corretto se si pensa agli zombi maestri di scuola, a quelli incendiari e persino agli zombi terroristi!
Ci sono poi alcuni nemici particolarmente coriacei, come gli studenti che vengono morsi se non riusciamo a intervenire in loro aiuto, o altri che rappresentano personaggi particolari. Questi ultimi hanno un nome specifico, e andranno ad aggiungersi alla nostra galleria dei trofei una volta eliminati.
A fare da contraltare ai combattimenti e alle battute surreali della bionda Juliet c'è la testa del suo fidanzato, Nick, morso da uno zombi e decapitato per prudenza dalla nostra stessa eroina, onde evitargli il fastidio di diventare a sua volta un morto vivente.
La testa dell'infelice, opportunamente appesa alla cintura di Juliet, ha diverse funzioni oltre a quella di ballonzolare nel corso degli scontri e prodursi in battute discutibili come rispondere all'invito "Tesoro, dammi una mano" con "Ma che c***o, lo farei se ne avessi una!".
"In alcuni casi si può innestare la testa del nostro fidanzato sul corpo decapitato di uno zombi"
In alcuni casi, per esempio, la si può innestare sul corpo decapitato di uno zombi per consentire al nostro boyfriend di affrontare alcuni minigiochi o aprirsi la strada verso aree segrete altrimenti irraggiungibili e recuperare medaglie extra o ricompense.
La presentazione procede poi con un boss di file livello: uno zombi metallaro invasato che cavalca una moto fiammeggiante in stile Ghost Rider brandendo una chitarra elettrica spara proiettili. Farlo fuori è stata una cosa lunga e tutto ci si poteva aspettare tranne che, una volta disarcionato, si trasformasse in un mammoth meccanico.
Vi sembra abbastanza? Anche a me lo sembrava, se non che in quel preciso momento una ragazza in carne e ossa, vestita (?) da Juliet e con tanto di motosega, è piombata nella stanza montando poi sul tavolo e passeggiandoci sopra ammiccando da dentro una minigonna inguinale. A quel punto ho gettato la spugna e ho chiesto spiegazioni a Scott Warr...
È il frutto di un vero lavoro di squadra. Il nome Juliet viene ovviamente da Tromeo e Juliet (versione splatter del classico di Shakespeare a opera di James Gunn, ndR), ma il vero artefice è Suda, che è partito da subito con l'idea di volere una donna protagonista. Inoltre Suda voleva un gioco dove si utilizzasse la motosega dall'inizio alla fine, poiché a suo avviso non ci sono videogame o film dove questo succeda e voleva colmare tale lacuna.
"Lavorando con Suda e James è impossibile non arrivare in qualche modo ad amare gli zombi - Scott Warr"
Lavorando con Suda e James è impossibile non arrivare in qualche modo ad amare gli zombi. Hanno una vera passione per l'argomento e riescono a trasmetterti il loro interesse. Gli zombi fanno paura, rappresentano qualcosa di simile a te, ma tu non vuoi certo diventare come loro. Inoltre, come hai detto tu, sono parte di molti giochi ma anche di film e libri. Questo ci ha permesso di inserire nel gioco tantissime citazioni.
È una definizione perfetta (ride, ndr) ed è esattamente così che abbiamo immaginato Juliet, come una sintesi di questi e altri personaggi. Lei è provocante e sensuale, ma è anche molto decisa. Un misto di fragilità, leggerezza e crudeltà sopra le righe. Mi piace Juliet perché ha molto carattere.
Sì, lo abbiamo usato perché lo conosciamo molto bene e questo ci ha permesso di procedere spediti e di concentrarci sugli aspetti del gioco. È un motore molto versatile e avendolo già usato sapevamo bene dove intervenire per modificarlo in base a quello che volevamo ottenere.
No, non stiamo pensando a produrne e ti spiego perché. Abbiamo introdotto una quantità enorme di contenuti nel gioco. Le mosse speciali, le combo, i vestiti per Juliet... veramente tantissime cose, resterete sorpresi nello scoprire quanti contenuti ci sono, quindi non abbiamo pensato a produrne altri da distribuire attraverso dei DLC.
Scott Warr: No, non credo che lo faremo.
Lollipop Chainsaw uscirà il 15 giugno per Xbox360 e PS3..