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Lone Survivor: The Director's Cut - review

Può un mucchio di pixel togliere il sonno?

Ho già avuto modo di apprezzare l'enorme talento del team Curve Studios, responsabile di quella piccola perla che risponde al nome di Stealth Inc: A Clone in the Dark, che ebbi la fortuna di recensire verso la fine di luglio. A distanza di un paio di mesi eccomi alle prese con la versione PS Vita di Lone Survivor, un survival horror in salsa 16 bit che dimostra ancora una volta come a volte non servano budget faraonici e secchiate di poligoni per ipnotizzare chi si trova davanti allo schermo.

La versione uscita proprio in questi giorni su PSN sia per PlayStation 3 che per Vita riporta la dicitura "The Director's Cut", per sottolineare la presenza di qualche novità rispetto all'edizione PC disponibile ormai da oltre un anno e mezzo. Ma a questo arriveremo tra un po'.

Il gioco ricorda dannatamente da vicino un altro piccolo capolavoro "indie", il bellissimo Home che il sottoscritto ha giocato e rigiocato più volte su smartphone e PC. Il comparto grafico è più raffinato rispetto a quel titolo ma l'aria che si respira fin dall'inizio è molto, molto simile. Lone Survivor non dà al giocatore grandi indizi su quale sia la storia in cui si sta per imbarcare. Tutto inizialmente è avvolto nel mistero più assoluto e spesso i bocconcini di trama che vengono serviti nella prima ora di gioco sembrano quasi incomprensibili.

L'inventario, non esattamente nutrito, viene gestito in maniera molto semplice tramite la croce direzionale.

Poi, improvvisamente, due pezzi s'incastrano perfettamente e qualcosa inizia a prendere forma, prima vaga e poi sempre più delineata. Dovrete dare un po' di tempo a Lone Survivor per catturarvi definitivamente nella sua ragnatela, ma una volta dentro difficilmente vi staccherete dallo schermo.

"Immaginate uno scenario in stile The Last of Us, con un'atmosfera che però ricorda più quella dei migliori Silent Hill"

Ovviamente eviterò di "spoilerare" qualsiasi cosa riguardi la trama di gioco anche se, credetemi, è davvero difficile. Immaginate uno scenario in stile The Last of Us, con un'atmosfera che però ricorda più quella dei migliori Silent Hill. Un ambiente malato, mostri deformi che si aggirano in ogni dove... e questa volta potrete procedere solo in due direzioni: destra e sinistra.

Sì, perché similitudini a parte, Lone Survivor non è esattamente un action. Siamo infatti dalle parti delle classiche avventure grafiche, con scenari più o meno ricchi di oggetti e indizi da esaminare, consultare ed eventualmente utilizzare. Molto importanti sono gli aspetti survival, rappresentati dalla necessità di mangiare e dormire nel corso dell'avventura. Questa seconda operazione è resa piuttosto semplice dalla possibilità di ritornare a una sorta di "camera base" tramite un sistema di viaggio veloce implementato nel gioco. Trovare cibo, invece, è un po' più complicato e la quantità di alimenti reperibili è influenzata anche dal livello di difficoltà scelto all'inizio: facile o esperto, senza vie di mezzo.

Lone Survivor è un'avventura lineare ma alcune scelte di gameplay riescono a renderne la formula piuttosto varia.

Di tanto in tanto vi capiterà di dover fronteggiare dei nemici ma fate attenzione perché le munizioni a disposizione del protagonista sono davvero poche. In questo senso Lone Survivor ricorda anche un po' l'avventura di Chris nel primissimo Resident Evil, nella quale anche un solo proiettile poteva fare la differenza.

"In parecchi casi sarà preferibile nascondersi nell'ombra piuttosto che ingaggiare uno scontro diretto"

In parecchi casi sarà preferibile nascondersi nell'ombra per far passare oltre il nemico di turno piuttosto che ingaggiare uno scontro diretto. In alternativa, sono presenti anche dei Flare utili per distrarre gruppi più nutriti di "esseri", ma anche questi vi verranno dispensati con estrema parsimonia dal gioco quindi non abusatene. Proprio questa penuria di risorse dona a Lone Survivor quell'aura da survival horror vecchia scuola, che sarà sicuramente gradito ai fan della Capcom di un paio di generazioni fa.

Ma torniamo qualche passo indietro per capire se questa nuova versione valga l'acquisto anche per chi ha già acquistato l'originale. Dietro al termine "Director's Cut" il team di sviluppo ha nascosto vari cambiamenti sia a livello tecnico che di gameplay, con un aggiustamento del livello di difficoltà e qualche spostamento strategico in termini di eventi della trama principale. In cima a questi c'è sicuramente la feature più interessante, rappresentata dalla modalità New Game Plus.

Molte delle porte che incontrerete sul vostro cammino saranno chiuse... non ci ricorda qualcosa di già visto?

Questa consiste non solo in un semplice riavvio dell'avventura con statistiche inalterate ma in un gioco diverso sotto molti punti di vista: nuovi dialoghi, puzzle ed enigmi cambiati e nuovi oggetti con cui interagire, che cambieranno più o meno significativamente l'andamento della storia e il suo epilogo.

"Le due versioni del gioco, PlayStation 3 e PS Vita, sono identiche sotto il profilo tecnico"

Le due versioni del gioco, PlayStation 3 e PS Vita, sono identiche sotto il profilo tecnico, il che rende automaticamente Lone Survivor un gioco molto più godibile sulla portatile di Sony. Su uno schermo eccessivamente grande, infatti, la grafica risulta fin troppo sgranata nonostante Curve Studios abbia aggiunto qualche filtro per migliorare la situazione. Volendo è anche possibile ridurre le dimensioni della finestra di gioco ma a quel punto che senso ha fruirne su un LCD, Plasma o LED che sia?

Entrambe le versioni, invece, condividono un paio di difetti non del tutto trascurabili. Il primo, molto probabilmente inevitabile vista la natura "indie" del gioco e il basso budget di produzione, è rappresentato dall'inclusione di una sola lingua, l'Inglese, che potrebbe rendere indigesta l'avventura a chi non padroneggi questo idioma. Seconda cosa, la font utilizzata per i sottotitoli risulta sicuramente adatta allo stile retrò del progetto ma in alcuni casi risulta quasi illeggibile.

Per la creazione di questa versione Director's Cut, Curve Studios ha lavorato a stretto contatto con il creatore del gioco originale, Jasper Byrne.

Un piccolo consiglio nel caso optiate per la versione portatile. All'inizio dell'avventura un messaggio dei programmatori vi consiglierà di giocare al buio e con le cuffie ben infilate nelle orecchie piuttosto che con gli speaker della console: dategli retta e l'esperienza finale ne guadagnerà notevolmente! Ovviamente potrete fare lo stesso anche su PS3 ma il risultato non è esattamente lo stesso per i motivi descritti poche righe fa.

Detto questo, Lone Survivor: The Director's Cut è sicuramente un acquisto più che consigliato. Per pochi spiccioli vi porterete a casa un'avventura molto particolare, un survival horror come non se ne vedevano da tempo. Se a questo punto pensate ancora che una manciata di pixel non possa farvi sentire a disagio o farvi correre un brivido sulla schiena... vi assicuro che vi ricrederete!

8 / 10