Lost Planet 3 - prova
Un gioco da tenere d'occhio.
Solo poche settimane fa, durante il Captivate, Capcom ha annunciato Lost Planet 3, mostrandoci una lunga demo giocata dai programmatori. Durante l'E3 2012 abbiamo avuto modo di giocare personalmente la medesima sequenza, fugando così tutti i dubbi lasciati in sospeso dalla precedente presentazione.
Mettendo mano alla versione 360 del gioco, quindi, abbiamo vestito i panni di Jim Peyton, instancabile lavoratore mosso dall'amore verso la propria famiglia e dal desiderio di offrire ai propri cari una vita dignitosa.
Jim lavora per guadagnare il denaro con cui mantenere moglie e figlio. Gli manda costantemente dei messaggi affettuosi che Capcom, prontamente, condivide con il giocatore in modo da aumentare drasticamente l'immedesimazione. Questa interessante soluzione narrativa potrebbe rivelarsi davvero valida per raccontare una storia di amore e sacrificio senza per questo sacrificare l'azione sul campo.
Il protagonista ha così bisogno di soldi da arrivare perfino ad accettare una missione considerata troppo rischiosa da un suo collega, il cui mezzo di lavoro è stato reso quasi inutilizzabile da alcune creature selvagge del pianeta in cui sono ambientate le vicende.
A quanto pare, in perfetto stile Alien, la compagnia non ha detto ai lavoratori tutta la verità in merito al pianeta su cui si svolgono le operazioni di esplorazione e recupero di materiali. Gli è stato detto che si tratta di un luogo popolato da creature indigene non aggressive, ma la situazione è decisamente diversa.
Dopo esser salito sul Rig (nome in codice dei mech da lavoro), Jim muove i primi passi al comando del gigante meccanico, mettendo in mostra animazioni curate e piacevolmente pesanti. Prima di farlo uscire all'aperto, sul Rig viene eseguita una procedura anti-congelamento per resistere alle temperature proibitive.
"Jim Peyton, instancabile lavoratore mosso dall'amore verso la propria famiglia e dal desiderio di offrire ai propri cari una vita dignitosa"
Il sistema di controllo del mech è particolarmente semplice e intuitivo. Il grilletto sinistro è associato al relativo braccio dotato di tenaglia, il destro all'arto con la trivella, mentre i due stick analogici controllano il movimento, sempre molto lento e cadenzato. Al tasto X, invece, è associato un attacco rapido con il braccio destro, mentre premendo B si esce dal veicolo, ma solo quando è previsto dal gioco.
I primi minuti della demo trasudano atmosfera, lasciando pensare a un piacevole mix tra Alien e La Cosa. Mentre procede a bordo del Rig, Jim riceve una chiamata dalla moglie, che gli ricorda che sono passati sei mesi dalla sua partenza e che sia lei che loro figlio sentono la sua mancanza.
La superficie del pianeta è rappresentata con grandissima cura, riuscendo a comunicare in un batter d'occhio l'ostilità del luogo, aggravata ulteriormente dalle intense tempeste che spazzano regolarmente le desolate ambientazioni. Durante il proprio tragitto, infatti, Jim si imbatte in una tempesta di classe Epsilon, che presto si trasforma in un vero e proprio inferno di classe Emperor. La visibilità si riduce drasticamente e Jim è costretto a scendere a terra per recuperare un componente in una zona troppo stretta per il mech.
Lampi e fulmini squarciano l'atmosfera del pianeta. Dopo esser risalito a bordo e aver percorso qualche decina di metri, Jim è costretto ad abbandonare ancora una volta il mezzo a causa di un'ondata di gelo particolarmente potente fa spegnere il Rig bloccandone le giunture.
Una volta a terra, il povero protagonista viene assalito da una creatura a quattro zampe che gli salta letteralmente addosso, costringendolo a contare unicamente sul coltello per risolvere la situazione con le cattive. Il classico indicatore su schermo invita a premere ripetutamente il tasto A per liberare la mano del coltello dalla presa e, subito dopo, a usare lo stick destro per scegliere dove affondare la lama.
"La superficie del pianeta è rappresentata con grandissima cura, riuscendo a comunicare in un batter d'occhio l'ostilità del luogo"
Eliminata la minaccia, Jim inizia a sparare al Rig per liberarlo dal ghiaccio, solo per essere assalito da altre creature ostili. Questa volta, fortunatamente, c'è tutto il tempo per usare le armi da fuoco per liberarsi delle minacce. Le sparatorie funzionano in modo molto classico e anche senza un sistema di lock-on le cose filano via benissimo. Il sistema di puntamento è fluido e preciso, al punto da permettere di mirare alle zampe delle creature per rallentarle e farle cadere durante una carica.
Superata la parte a bordo del mech, Lost Planet 3 ha mostrato un pizzico di nostalgia negli scontri con le creature più grandi e, al tempo stesso, un grandissimo rispetto verso la saga horror di Dead Space.
Sceso dal Rig per esplorare a fondo la zona, Jim si rivela particolarmente abile e in grado di affrontare ogni genere di situazione con il giusto spirito di iniziativa. Premendo il tasto LB si usa il rampino, perfetto per raggiungere zone altrimenti inaccessibili o per calarsi dalle sporgenze segnate con un piccolo indicatore verde.
Quando Jim cerca di attivare una postazione di calore, un enorme granchio corazzato emerge dal ghiaccio, dando inizio a uno scontro apparentemente impossibile. In sostanza per vincere si devono evitare gli attacchi della creatura schivando con A e una qualsiasi direzione, per poi attaccare le zone arancioni, le uniche vulnerabili. Si spezzano le due chele e poi ci si concentra sulla bocca e sul dorso.
Terminato il combattimento si può finalmente piantare il thermal post, che scioglie il ghiaccio nell'area, rivelando l'ingresso di una vecchia colonia. Prima dell'ingresso nella struttura, il gioco mostra un messaggio di Jim che spiega alla moglie il funzionamento dei thermal post. Idea interessante per informare il giocatore senza diminuire il coinvolgimento.
"Terminato il combattimento si può finalmente piantare il thermal post, che scioglie il ghiaccio nell'area, rivelando l'ingresso di una vecchia colonia"
Esplorando la colonia con un'atmosfera che sembra tratta di peso da Dead Space, Jim inizia a sentir parlare degli Acrid attraverso una registrazione ripetuta in loop su alcuni monitor. Si parla di una terribile infestazione in atto. Ogni metro si sentono rumori inquietanti e si vedono i tubi sul soffitto muoversi pericolosamente sotto il peso di misteriose creature nascoste nell'ombra.
Mentre è impegnato nel tentativo di aprire una porta bloccata, Jim viene assalito da un piccolo Acrid, che elimina prontamente a coltellate sfruttando la stessa dinamica vista negli scontri con le creature a quattro zampe. A questo punto gli attacchi iniziano ad esserci con una frequenza maggiore, costringendo a stare sempre sul chi vive.
In merito ai dubbi che avevamo espresso sul sistema di puntamento della demo del Captivate, possiamo dire tranquillamente che tutto funziona a dovere e che i bersagli, per quanto veloci, sono sempre gestibili, soprattutto con lo shotgun.
Riattivato il generatore si guadagna l'uscita, trovandosi costretti a correre immediatamente verso il Rig per evitare di dover affrontare di nuovo a piedi l'ennesimo granchione di turno. Lo scontro a bordo del mech è interessante. Si para con LB, ma premendo il tasto al momento giusto si apre la guardia del mostro, per potergli così afferrare alcune parti del corpo esponendo le zone vulnerabili da trivellare senza pietà.
Al termine del combattimento si è esaurita anche la demo, lasciandoci soddisfatti ma ansiosi di saperne di più. Fortunatamente fra poche ore avremo modo di fare quattro chiacchiere con gli sviluppatori. Tenete d'occhio questo hands-on, perché a brevissimo lo aggiorneremo con ulteriori dettagli.