Max Payne 3 - preview
L'abbiamo visto alla Games Week e vi diciamo com'è.
Dopo essere stato fatto vedere per la prima volta in forma giocabile al recente Comic-Con, Max Payne 3 sbarca in Europa e sceglie Milano come nuova sede per farsi vedere dal pubblico europeo. Rockstar ci ha invitato all'evento svoltosi nel corso della Games Week e noi siamo stati felicissimi di accettare per vedere come se la cava il caro, vecchio Max dopo tutto questo tempo.
Una membro del team di sviluppo ci ha mostrato tre livelli del titolo che sarà nei negozi di tutto il mondo dal prossimo marzo e devo ammettere di essere rimasto piacevolmente colpito da come il progetto stia uscendo fuori. Inizialmente non avevo inserito questo gioco tra gli "imperdibili" del nuovo anno, ma i circa 20 minuti di gameplay visti gli hanno fatto scalare parecchie posizioni nella mia classifica personale.
Iniziamo da qualche dato spicciolo sulla produzione vera e propria. L'intero sviluppo di Max Payne 3 è gestito da vari gruppi interni a Rockstar, che si stanno occupando di tutti gli aspetti del gioco, multiplayer compreso... sul quale purtroppo non ci è stato detto nulla. Per quanto riguarda Remedy, il suo ruolo in questo terzo episodio è di consulenza, ma ci hanno assicurato che i creatori della serie ricevono costanti aggiornamenti sullo stato dei lavori e che i loro suggerimenti sono preziosissimi per mantenere intatto lo spirito originale della saga.
In effetti, per quanto all'inizio potesse sembrare il contrario, questo Max Payne 3 mantiene parecchi punti di contatto con i suoi predecessori. Il famoso (e tristissimo) main theme è presente nella schermata iniziale anche se in forma leggermente diversa e l'inizio del gioco è ambientato in quella New York che i fan del poliziotto più sfortunato della storia conoscono bene.
Sono passati 8 anni dalle vicende narrate nel secondo episodio e Max è ormai un reietto della società. Vive le sue giornate barcollando tra un bar e l'altro e il suo appartamento rispecchia alla perfezione il suo status attuale: sporco, trasandato e decadente.
A tal proposito mi permetto di aprire una piccola parentesi. Nonostante si stia parlando di un gioco che uscirà tra circa 5 mesi, è incredibile la cura che i ragazzi Rockstar hanno già riposto nella costruzione artistica degli ambienti. Come in altri prodotti di questa compagnia, il protagonista si muove attraverso scenari mostruosamente ricchi di dettagli che da soli basterebbero per raccontare la sua storia.
La sequenza iniziale in cui il nostro eroe parla con un suo amico sud-americano (che gli propone di seguirlo a San Paolo, in Brasile, per iniziare una nuova vita) è folgorante. Si passa da una scena calma e tranquilla al caos più totale, quando l'appartamento di Max viene messo a ferro e fuoco dagli sgherri di una sua vecchia conoscenza, un boss a cui Payne ha ucciso il figlio... colpevole di aver a sua volta ammazzato la sua famiglia.
Proprio in questa fase ci è stata mostrata una delle novità del gioco, il sistema di copertura. Ok, lo abbiamo già visto in tanti altri titoli, ma in questo caso viene usato in maniera ancora più coreografica. Tutto in questa produzione è realizzato per garantire "la migliore esperienza cinematografica che si sia mai vista in un videogioco"... parole dello stesso produttore.
Le suddette coperture, abbinate alle caratteristiche che da sempre distinguono questa serie dagli altri sparatutto in terza persona, fanno di Max Payne 3 una potenziale bomba atomica. Immaginate la scena: un pazzo si è appena fatto saltare in aria per "darci una mano" e rade al suolo mezzo piano, i sicari del boss spuntano da ogni parte, si appostano sui tetti e tracciano il nostro eroe con mirini laser. Poco tempo per decidere ma parecchie munizioni a disposizione...
Max si ripara dietro un muro mezzo crollato e poi salta fuori come un felino... nonostante le rughe e l'età avanzata, ha ancora un gran fisico e una reattività muscolare invidiabile. Viene attivato l'ormai famoso Bullet Time, che stavolta è ancora più spettacolare da vedere grazie a nuovi effetti di distorsione. Attorno piovono proiettili e pezzi di cemento divelti dalle pallottole, i nemici cadono uno ad uno e una spettacolare Bullet Cam (un'altra delle novità del gioco) ci avverte quando anche l'ultimo nemico di questa fase di gioco passa a miglior vita.
Max corre, fugge e raggiunge il tetto del palazzo per mostrarci una suggestiva vista notturna di New York. Dissolvenza al nero e il responsabile di Rockstar ci dice che da quel momento in poi accadranno alcune "cose" che convinceranno il protagonista a cambiare look, vita e residenza.
Si passa in Brasile. Max si è rasato ed è in compagnia di una fanciulla, la ragazza del suo amico. Naturalmente non stanno facendo una passeggiata e sulle loro tracce c'è già mezza polizia brasiliana, ovviamente corrotta. In questo caso lo scenario è più aperto rispetto alla precedente sparatoria e ci fornisce l'opportunità di saggiare un altro paio di frecce nella faretra di Rockstar.
Il sistema di animazioni di Max Payne 3 è stato ricreato da zero e pensato per adattarsi in maniera dinamica sia alle sue azioni che a quelle dei nemici o al contesto in cui ci si trova. Anche durante le fasi al rallentatore le cose cambiano, si sente di più il "peso" e in generale tutta l'azione ha un ritmo leggermente diverso. Le stesse armi hanno un ruolo importante, perché a seconda di quale si usa (singola, doppia o a due mani) le cose cambiano.
Apro un altra parentesi proprio sulle armi, la cui gestione in Max Payne 3 avviene in maniera simile a quanto avveniva in Red Dead Redempion, con una "ruota" che ne permette la selezione rapida. Quelle a due mani possono essere usate finché non si passa al "dual wield", ovvero uno dei marchi di fabbrica della serie.
Come se tutto questo non bastasse, Rockstar non si è limitata a realizzare un semplice "motion capture" per i singoli personaggi ma ha addirittura allestito dei veri e propri set cinematografici nei quali ha ricreato le scene più importanti facendo recitare interi cast di attori, i cui movimenti venivano catturati da particolari telecamere.
Insomma, tutto in questa produzione sembra trasudare voglia di fare e passione. Se anche voi, come me, avevate qualche dubbio sul cambio di direzione che questa serie sembrava aver preso, mi auguro che le mie parole vi abbiano per ora tranquillizzato. Di tempo per parlare ancora di Max Payne 3 prima del suo ritorno ce ne sarà ancora, ma mi ha fatto piacere constatare che il suo destino è in buone, buonissime mani.