Max Payne 3 - review
Andata e ritorno dall'inferno.
A distanza di nove anni dall'ultima apparizione, inframmezzata nel 2008 da un mediocre film, la serie di Max Payne torna finalmente nei negozi grazie ad un terzo episodio carico di paure e di aspettative. Paure perché al timone non ci saranno più i ragazzi di Remedy, il team che ha creato i primi due episodi e che poteva garantire la continuità col passato, aspettative perché a svilupparlo vi è pur sempre Rockstar, uno dei più talentuosi sviluppatori del nostro settore.
Dieci anni in un'industria come quella videoludica sono un'eternità e per questo motivo la casa della stella non poteva semplicemente pensare di proporre in alta definizione gli stessi titoli usciti nei primi anni 2000, senza considerare che uno sviluppatore di questo calibro non può permettersi di svolgere semplicemente il compitino, ma deve costantemente provare ad alzare la barra e tracciare, ancora una volta, la strada che altri seguiranno.
L'obiettivo è, infatti, quello di realizzare il più cinematografico dei giochi d'azione e contemporaneamente, attraverso una modalità multiplayer costruita ad hoc, andare a insidiare Infinity Ward, Bungie e DICE nell'olimpo dei migliori creatori di esperienze multigiocatore. D'altra parte, se c'è una cosa che non manca alla creatura di Sam e Dan Houser è un budget stellare, grazie al quale poter dar vita alla visione dei loro talentuosi designer.
In questo modo Max Payne 3 è la diretta continuazione della storica serie, ma gli anni passati, anche nel mondo virtuale, segnano una profonda divisione con l'eroe che conoscevamo. L'ossessione per la morte della sua famiglia si è, infatti, diluita in un fiume di alcool e antidolorifici che hanno reso Max la patetica ombra di se stesso, incapace di pensare lucidamente.
In questo stato, era solo questione di tempo prima di sprofondare ancora più in basso: in una New York identica a quella che ci ricordavamo, per futili motivi, Max massacra lo stupido rampollo di un boss locale. Per sua fortuna (?) Raul Passos, un compagno di accademia, era giunto in città alla ricerca di gente esperta che lo aiutasse a proteggere la famiglia Branco, facoltosi imprenditori originari di San Paolo, in Brasile.
I due quindi decidono di fuggire in Sudamerica per scampare alla vendetta di De Marco e provare a rifarsi una vita. La sfortuna che perseguita Max non ha però limiti territoriali ed ecco che l'ex poliziotto si trova presto coinvolto in problemi più grandi di lui.
La narrazione tesserà incessantemente un collegamento tra il vecchio Max, che si aggira per una New York costantemente battuta dalle intemperie in spolverino, e quello nuovo, vecchio, spezzato, appesantito ma finalmente in grado di riprendere in mano il proprio destino, nonostante questo gli prometta il solito quantitativo di piombo.
Le scene d'intermezzo, sempre molto efficaci e incalzanti, mescolano sapientemente spezzoni girati col motore di gioco con cambi d'inquadratura gestiti in stile fumetto. Gli sviluppatori sono riusciti a eliminare completamente i tempi di caricamento tra una scena e l'altra, imponendo un ritmo intenso e frenetico, senza soluzione di continuità.
La narrazione verrà, come da tradizione, portata avanti anche al di fuori delle cutscene dalla voce fuori campo, che illustrerà ogni avvenimento proponendo il punto di vista e i pensieri di Max. Attraverso questo espediente sapremo costantemente il suo pensiero e otterremo spiegazioni supplementari, spesso condite da cinica ironia, su cosa lo spinge a infilarsi nelle situazioni peggiori.
"LLa narrazione verrà portata avanti anche al di fuori delle cutscene dalla voce fuori campo"
La San Paolo di Max Payne 3, come in tutti i giochi Rockstar, veste il ruolo della co-protagonista, definendo le tematiche trattate e caratterizzando ambienti, colori e musiche. Nonostante sia costantemente bruciata dal sole, la metropoli brasiliana, con i suoi forti contrasti sociali, riesce a essere un teatro degno delle drammatiche vicende narrate e in alcuni frangenti riesce a essere più oscura, malvagia e corrotta della stessa Grande Mela.
Dietro a una sottile patina di ricchezza e benessere si nascondono infatti interessi biechi e giochi di potere talmente infami da rivoltare lo stomaco. Qui non ci sono buoni o cattivi, ma semplicemente persone che cercano, spesso con ogni mezzo, di ottenere il proprio tornaconto, magari sulla pelle dei più deboli.
Nonostante parte del successo sia legata alla narrazione, Max Payne è celebre per il suo frenetico gameplay, in grado di mettere in mostra spettacolari coreografie. La rivisitazione di Rockstar non poteva dunque prescindere dall'utilizzo di bullet time, shootdodge e bullet cam per dare brio e stile al proprio gioco.
Nonostante la possibilità di ripararsi dietro una copertura, tutto è studiato per spingere il giocatore a tenere una condotta offensiva. La barra dell'adrenalina si caricherà più velocemente uccidendo i nemici con stile e maggiore adrenalina consentirà di mantenere più a lungo il bullet time attivato, dando così il tempo di mettere a segno spettacolari headshot.
"Il controllo totale di Max consente di esibirsi con relativa facilità in spettacolari evoluzioni"
Il controllo totale di Max consente di esibirsi con relativa facilità in spettacolari salti dalle balaustre in slowmotion, capriole e corse a perdifiato con due pistole in pugno che vomitano piombo sui malcapitati. I tre livelli di mira consentono a ognuno di scegliere quello più adatto alle proprie esigenze: tra granate da colpire al volo e stragi da compiere aggrappati a un argano, saranno richieste ottime doti da tiratori virtuali.
Una condotta troppo passiva spingerà l'aggressiva intelligenza artificiale a stanarvi dalla vostra posizione, con granate o efficaci aggiramenti. Nonostante questo pericolo, a volte sentirete il bisogno di ripararvi per qualche secondo per riprendere il fiato, ricaricare le armi e gettarvi nuovamente nella mischia. L'aver rinunciato alla rigenerazione automatica della salute per mantenere la meccanica degli antidolorifici rende ulteriormente inutile rimanere nascosti, anche perché potrebbe impedirvi di mettere a segno la Last Man Standing.
Dietro questo nome si cela la possibilità di riprendersi automaticamente, consumando un antidolorifico, da una potenziale morte. La dipartita di Max verrà infatti rallentata in modo da dare la possibilità di colpire chi ha scagliato il proiettile fatale. In caso di successo potrete riprendere la sparatoria da terra, senza ulteriori penalità.
Per marcare la fine di un combattimento, l'uccisione dell'ultimo avversario sarà sottolineata da una spettacolare bullet cam, in grado di mostrare la cruenta fine del nemico. Dopo le prime gustose esecuzioni, vi renderete conto che questo espediente alla lunga toglie tensione all'incedere lungo i livelli. Fintanto che non avrete attivato la bullet cam, infatti, vorrà dire che c'è almeno un nemico ancora in agguato, così come in caso contrario potrete procedere tranquillamente fino al prossimo filmato.
La ripetizione di questo schema, unito alla linearità dei livelli, castra un po' la qualità dell'azione, che alterna in maniera un po' troppo rigida e prevedibile filmati con fasi di shooting. Per spezzare il ritmo gli sviluppatori hanno inserito diverse fasi su binari, una volta a bordo di un bus impazzito, un'altra dietro il mirino di un fucile da cecchino, ma chi si aspetta di fare altro se non sparare all'impazzata rimarrà probabilmente deluso.
"Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, Max Payne 3 è un gioco concreto e solido"
Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, Max Payne 3 dimostra presto di essere uno sparatutto in terza persona piuttosto concreto e solido. Le diverse bocche da fuoco hanno una personalità ben marcata, mentre il completo controllo del protagonista garantisce un ottimo feeling in tutte le situazioni. La campagna sarà completabile in circa dieci ore, ma il tempo impiegato dipenderà fortemente dagli aiuti alla mira e dal livello di difficoltà impostato. Una volta terminata la prima partita, poi, si sbloccheranno due nuovi livelli di difficoltà, per un totale di cinque gradi di sfida differenti.
Il focus sulla velocità e spettacolarizzazione del gameplay viene dimostrato dalle due modalità alternative con le quali poter affrontare la campagna in singolo giocatore. Sotto la voce Arcade troverete "Sfida a punti" e "All'ultimo respiro", rispettivamente focalizzate sull'accumulo di punteggio e sul cercare di completare il gioco in un minuto.
In "Sfida a Punti" ogni uccisione alzerà il moltiplicatore di punti, costringendovi a mettere a segno combo sempre più complesse per raggiungere l'hi-score, mentre in "All'ultimo respiro" avrete 60 secondi per portare a termine il livello. Ogni kill darà alcuni secondi bonus grazie ai quali provare a completare lo stage. I risultati di queste modalità potranno essere confrontati con amici, globalmente o con la propria Cricca, in altre parole il modo con il quale Rockstar cerca di semplificare e rendere più viva la gestione dei clan.
"Il cuore del multiplayer è incentrato sul divertimento e sulle faide tra i giocatori"
Il cuore della modalità multiplayer è infatti incentrato sul divertimento e sulla capacità di creare 'bonarie' faide tra i giocatori. Avendo riproposto il controllo a 360° anche online, gli sviluppatori hanno creato uno shooter in terza persona dal sapore old school, fatto di corse e tuffi fuori dalle finestre, incredibilmente frenetico essendo privo di tempi morti.
Dopo ogni eliminazione verrà mostrato il killer nella posa plastica in cui ha scoccato il colpo fatale, oltre che il saldo uccisioni/morti nei confronti di quel giocatore. Nel caso in cui si tratti della seconda morte consecutiva potrete chiamare una Vendetta. Dopo di questo il primo dei due che ucciderà l'altro otterrà punti bonus, oltre che la soddisfazione di averlo umiliato.
Un meccanismo similare è stato studiato anche per la guerra tra Cricche. Queste infatti guadagneranno esperienza lottando con le fazioni avversarie, spingendo i membri a contribuire alla gloria della propria parte, umiliando i membri della fazione opposta.
Le modalità inserite per calzare con questo frenetico gameplay sono i classici deathmatch, sia singoli sia di squadra, più due ulteriori opzioni. La prima sia chiama Payne Killer, nella quale due giocatori interpreteranno Max e Raul Passos, meglio armati e resistenti degli altri giocatori. Il loro obiettivo sarà di resistere il maggior tempo possibile agli attacchi avversari. Colui che infliggerà il maggior numero di danni a uno dei due VIP prenderà il suo posto. Questo schema si manterrà immutato fino allo scadere del tempo quando verrà decretato vincitore colui che avrà inflitto il maggior numero di danni totale.
Gang Wars é invece una playlist di modalità a obiettivi che si evolverà in base all'andamento della partita. Inserite in una guerra tra bande, raccontate tramite brevi filmati con i giocatori come protagonisti, le due squadre si affronteranno in vista del match finale, il cui punteggio iniziale dipenderà dall'esito dei confronti precedenti.
"Le modalità multiplayer sono i classici deathmatch, sia singoli sia di squadra, più due ulteriori opzioni"
Per rendere completa l'offerta non poteva mancare un profondo sistema di crescita e di ricompense. Grazie all'esperienza e ai soldi guadagnati durante le partite, potrete infatti sbloccare tutta una serie di armi e potenziamenti grazie ai quali personalizzare il proprio alter ego.
Particolarmente importanti nell'economia del gioco sono le Scariche, in altre parole i poteri da attivare una volta accumulata sufficiente adrenalina. Queste andranno dal bullet time, in grado di rallentare tutti coloro che sono all'interno del vostro cono di visuale, ad altre che confonderanno i nemici e gli alleati, passando per quelle di supporto, capaci di curare i compagni o distribuire maggiori munizioni.
Buono il level design dei livelli, sufficientemente grandi e articolati per consentire diversi approcci alla partita. Comprensibile la scelta di disincentivare il camperaggio, segnalando sulla mappa tutti i giocatori troppo stazionari. Buone anche le opzioni di auto livellamento della partita, che sposteranno in corsa i giocatori da una squadra all'altra, nel caso vi siano grandi disparità nel numero di membri.
Discreto il netcode: nelle nostre prove abbiamo sperimentato un matchmaking piuttosto veloce e la connessione è stata sempre molto stabile. Peccato per qualche saltuario episodio di latenza, ma un maggior numero di giocatori dovrebbe consentire accoppiamenti migliori anche dal punto di vista della qualità della connessione.
"Il programma di espansioni già annunciato da Rockstar dovrebbe garantire un discreto supporto al multiplayer"
Il programma di espansioni già annunciato da Rockstar dovrebbe garantire un discreto supporto al multiplayer. Il lavoro e le risorse messe in campo dalla casa della stella hanno creato una sezione forse meno originale di quelle di GTA IV e Red Dead Redemption, mancando l'eccezionale modalità libera, ma assolutamente ben integrata in questo pacchetto dalla strepitosa qualità.
Anche esteticamente, infatti, Max Payne 3 si colloca tra i migliori esponenti di questa generazione, grazie ad un motore solidissimo, ancorato ai trenta frame per secondo pure nelle situazioni più concitate. RAGE, forse anche grazie a un level design piuttosto lineare e a un'interazione praticamente inesistente con gli scenari, riesce a gestire ambienti dettagliatissimi, oltre che personaggi ottimamente animati, in grado di risaltare durante le scene d'intermezzo, girate con lo stesso motore di gioco. Max è infatti uno dei personaggi più espressivi, realistici e vivi visti finora.
Nonostante questo, il vero capolavoro Rockstar lo ha compiuto sotto il profilo audio. Tutto, dalla colonna sonora all'ultimo dialogo in sottofondo, trasuda una qualità e una perizia che è possibile ritrovare solo nelle migliori produzioni hollywoodiane. Ciò detto, nonostante i discreti sottotitoli in molti potrebbero sentire la mancanza di un adattamento in italiano, data l'ingente mole di dialoghi recitata da Max che potrebbe perdersi tra una sparatoria e l'altra.
Max Payne 3 è dunque l'ennesima dimostrazione della capacità di Rockstar di avere le risorse e il talento necessario per realizzare i propri ambiziosi propositi. Solo grazie a questa forza è possibile prendere in mano una licenza delicata come quella di Max Payne e riuscire a rigenerarla, imponendo nel contempo la propria visione dei videogiochi. Tutto questo senza intaccare minimamente la qualità dell'esperienza, che può contare su di una campagna intensa e spettacolare, oltre che di una componente multigiocatore divertente e completa.