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New Little King's Story - review

Un piccolo re per un grande regno.

Il primo Little King's Story è stata forse una delle gemme più preziose apparse su Wii, rimasta ignota per qualche oscura ragione a una porzione significativa di giocatori. Un'avventura che mescolava strategia in tempo reale, GDR e creazione di un intero mondo che, nonostante l'acclamazione mediatica ricevuta, riuscì a vendere un numero di copie al di sotto delle aspettative.

Chiunque abbia trascorso qualche pomeriggio su questo sfortunato capolavoro e, nel proprio intimo, abbia sperato di vedere quel piccolo regno tornare nuovamente alla ribalta, oggi ha un motivo in più per gioire, a patto di possedere una PS Vita.

Anche un fungo enorme come questo può nascondere dei preziosi tesori. Tranquilli, non stiamo parlando dei Puffi!

New Little King's Story segue le orme del suo illustre predecessore, riproponendone gran parte delle meccaniche ludiche senza lesinare qualche nuova aggiunta qua e là. La stessa narrazione riprende dove l'avevamo lasciata, con il regno appena creato tenuto in scacco da nuove, terribili creature: toccherà a noi fare ciò che sappiamo fare meglio, ossia ricostruire da zero un luogo pacifico e privo di insidie.

Nel caso non abbiate avuto modo di provare il precedente episodio, tuttavia, non è il caso di disperare: la neonata IP di Konami rappresenta infatti un ottimo punto di partenza per prendere confidenza con queste peculiari dinamiche ibride.

"Dovremo espandere il nostro territorio, guadagnare quanti più soldi possibile, ammazzare terribili nemici e salvare moltissime principesse!"

Ma cosa dovremo fare, nel dettaglio? Beh, una volta usciti dal nostro castello sotto attacco e dopo aver esplorato le aree limitrofe, si tratterà essenzialmente di espandere sino all'orizzonte il territorio in nostro possesso, guadagnare quanti più soldi per costruire nuovi edifici, ammazzare terribili nemici e, non ultimo, salvare non una, non due bensì moltissime principesse, ciascuna delle quali tenuta in trappola da insoliti fasci di luce. Sì, mi sembra sia tutto ...

Ovviamente, un re piccino come Korobo non potrà riuscire in questa mastodontica impresa da solo. Passeggiando per i vari villaggi dovremo ingraziarci le simpatie dei nostri sudditi e "ordinare" loro di entrare a far parte del nostro entourage. Dovremo poi marciare coraggiosamente alle nostre spalle, spaccare la faccia a mostruosi impicci, persino scavare buche o abbattere alberi: quando si tratta di ricostruire un regno il lavoro non manca certo.

Le sessioni di gioco sono alternate da sequenze di dialoghi che profumano di RPG 32 bit lontano un miglio. I testi sono localizzati in Italiano.

Mettiamo però subito in chiaro una cosa: i sudditi di Korobo non sono super-palestrati addestrati a tutto ma, al contrario, dovranno essere specializzati in uno specifico ambito. Compito del sovrano sarà "inserirli" in una determinata classe di appartenenza, che ne determina in maniera univoca il lavoro: taglialegna, guardia reale, "muratore" e via dicendo.

Per far sì che i fortunati prescelti possano affinare le arti dei relativi ruoli, è necessario costruire delle apposite strutture. Ad esempio, creando caserme avremo vita facile nel reclutare soldati, laddove l'inaugurazione di nuovi laboratori favorirà la presenza di artigiani. Sbloccare nuove classi permetterà al giocatore di accedere a nuove aree e, allo stesso tempo, di creare strutture sempre nuove in un impero dai confini in costante espansione.

Troppo complicato? Niente affatto. Se un rapido periodo di prova è necessario per prendere confidenza con la pulsanteria della PS Vita, vale la pena sottolineare come il sistema di controllo rappresenti l'aspetto più riuscito dell'intera produzione Konami.

Basta un semplice tap verso l'obiettivo prescelto o la pressione del pulsante quadrato e per magia il primo suddito della nostra formazione partirà come un razzo, già perfettamente consapevole di quale sarà la mansione da compiere (sia essa l'abbattimento di un albero o un combattimento).

"Vale la pena sottolineare come il sistema di controllo rappresenti l'aspetto più riuscito dell'intera produzione Konami"

Picchettate come dei forsennati su quadrato (o, analogamente, eseguite un tap multiplo) e spedirete al lavoro l'interno battaglione; premendo il tasto X, invece, sarà il re in persona a scendere in campo, sfoderando la propria spada contro il malcapitato di turno (occhio, Korobo non è propriamente un guerriero nato, e se spedito al tappeto dovrà ripartire dal castello).

Con cerchio, infine, sarà possibile richiamare l'intero battaglione a raccolta o, in caso di battaglia, impartire la ritirata. Se avete presente Pikmin, siete a cavallo.

Considerando la ragguardevole mole di combattimenti nel corso dell'avventura, l'utilizzo alternato di attacchi (siano essi diretti o differiti al nostro team) e di ritirate temporanee, è vitale per procedere nell'esperienza. L'elevata immediatezza del sistema di controllo, tuttavia, riesce ugualmente a dare al giocatore un ventaglio tattico ragguardevole, anche nelle battaglie - o boss fight - più intense.

Non bastassero soldati, agricoltori e carpentieri, potremo fare affidamento su giocatori di football americano e cheerleader.

La progressione di New Little King's Story sarà dunque scandita da esplorazione, gestione delle classi, combattimento, costruzione e, non ultime, una serie disparata di quest. Non aspettatevi un invisibile binario che suggerisca di volta in volta quale sia il prossimo compito da adempiere: escludendo la prima ora di gioco, prevalentemente introduttiva, toccherà a voi scegliere una strada e percorrerla pazientemente in ogni sua direzione.

"Il risultato è un'esperienza per nulla lineare che si assesta su una durata stimabile in circa 30 ore"

Il risultato, manco a dirlo, è un'esperienza personale e per nulla lineare che si assesta su una durata stimabile in circa 30 ore effettive.

Avevamo tuttavia parlato di alcune novità: la transizione nel portatile di casa Sony non poteva certo non portare con sé alcune chicche. La presenza di apposite classifiche online fungerà da pungolo per la competizione tra sovrani "amici" (per modo di dire), mentre una sorta di "farmacia" permetterà di mescolare i propri oggetti con quelli raccolti da altri giocatori, dando così vita a gingilli nuovi e ulteriormente utili.

E poi? Nient'altro, purtroppo. Ma se questa mancanza di feature aggiuntive fa storcere solo relativamente il naso del giocatore, che avrà comunque parecchie cose da fare già nella modalità "base", particolarmente più fastidiosa è la quasi totale somiglianza di questo New Little King's Story al suo predecessore in termini di fastidiosi problemi tecnici.

Non stiamo parlando di quella sensazione di dejà vu che, nel bene o nel male, assalirà rapidamente chiunque abbia provato il suddetto titolo nell'attuale ammiraglia (ancora per poco) di Nintendo, quanto piuttosto di veri e propri bug.

Le boss-fight rappresentano uno degli appuntamenti più impegnativi del gioco: tattica, riflessi e gestione di squadra sono fondamentali.

Il frame rate, ad esempio, si dimostra sufficientemente stabile per la maggior parte dell'avventura, eccezion fatta quando il numero dei seguaci di Korobo inizia a divenire significativo: la situazione peggiora ulteriormente, con cadute di rate sin troppo evidenti, quanto tale squadrone raggiunge zone affollate o viene attaccato da numerosi nemici.

Non bastasse, il comportamento dei sudditi è alle volte aleatorio o imprevedibile, spesso addirittura completamente opposto a quanto originariamente programmato: alberi abbattuti anziché scalati, soldati che si rifiutano di entrare in determinati edifici senza alcuna logica apparente o che iniziano a scavare un buco al suolo invece che scagliarsi contro i nemici dislocati lì a pochi passi. Il tutto condito da sporadiche imperfezioni grafiche, dalle classiche compenetrazioni nelle pareti al pop-up improvviso dei personaggi (Korobo incluso).

"Torna lo spauracchio principale che affliggeva il capostipite, ossia la gestione mattutina delle truppe nelle zone esterne al castello"

Torna anche lo spauracchio principale che affliggeva il capostipite, ossia la gestione mattutina delle truppe nelle zone esterne al castello. In sostanza dovremo richiamare ogni volta singoli gruppetti di concittadini muovendoci nel relativo villaggio e sceglierne i migliori per il nostro scopo. Considerando che questi saranno a passeggio nelle zone più impensabili del piccolo reame, un menù di selezione vecchia scuola sarebbe stato sicuramente meno doloroso e più funzionale. Oltre che a farci risparmiare non poco tempo.

A parte tutto, stiamo parlando di un titolo che merita sincera attenzione all'interno dell'offerta PS Vita. New Little King's Story va sicuramente elogiato per il modo in cui mescola generi diversi in un unico prodotto e, seppur possa sembrare più indicato a un amante dell'RPG piuttosto che ad un veterano dell'RTS, convince entrambe le fazioni con meccaniche estremamente fruibili e sufficientemente profonde.

La presenza di alcune sbavature tecnologiche e di alcune scelte di design poco convincenti, molte delle quali già riscontrabili in Little King's Story, pesano in maniera non trascurabile nell'ultima fatica di casa Konami, che pur non candidandosi come modello di innovazione, si conferma tuttavia estremamente piacevole e longeva. Lunga vita al piccolo re.

8 / 10
Avatar di Alberto Destro
Alberto Destro: Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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New Little King's Story

PlayStation Vita

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