Pandora's Tower - review
Cosa non si fa per una donna...
Quella che state per leggere è forse una delle ultime recensioni di un gioco Wii tra quelli che hanno grandi aspettative di vendita. La console Nintendo sta tirando ormai gli ultimi respiri e si prepara, entro pochi mesi, a lasciare il posto alla sua progenie. Sarà riuscito il team Ganbarion a lasciare un segno indelebile nella storia di questa macchina con Pandora's Tower?
La storia di partenza è simile a tante altre: un uomo e una donna potrebbero amarsi fino alla fine dei loro giorni e vivere felici come farfalle in un prato fiorito, ma sul loro destino si abbatte una sfig... ehm, una maledizione che promette di distruggere tutto il loro amore. La bella fanciulla contrae una malattia terribile (si prega di non fare battute) che la porterà a trasformarsi in una bestia terribile entro poche ore, a meno che il suo amato non trovi un modo per invertire il corso del destino.
La soluzione arriva da una vecchia strega dall'apparenza inquietante, a metà tra il mercante di Resident Evil 4 e il demone-venditore di Shadows of the Damned, che gli svela un segreto. Per rallentare l'infezione serve carne "ferina" strappata dal corpo dei demoni che infestano tredici torri piene zeppe di pericoli. Nei meandri più reconditi di ogni torre, inoltre, c'è un guardiano (leggi "boss finale") la cui carne speciale, una volta ingerita, è addirittura in grado di annullare la maledizione...
E indovinate un po'? Esatto, per salvare definitivamente la fanciulla bisogna ucciderli tutti e va detto che le battaglie con tali colossi sono anche le più divertenti, per quanto classiche fino al midollo. Ogni boss infatti mostra piuttosto chiaramente i suoi punti deboli, che vanno attaccati fino al canonico esaurimento della barra vitale. Alcuni di essi però saranno in grado di sorprendervi, ma ovviamente preferisco non rivelare troppo per non rovinarvi la sorpresa.
L'intera avventura alterna, senza soluzione di continuità, sessioni di esplorazione ad altre di combattimento, con forti elementi GDR che pervadono tutta la parte "gestionale" del protagonista principale. Immaginatelo come una sorta di Zelda con stile da dungeon-crawler e un pizzico di Castlevania e Rygar (poi capirete il perché), il tutto insaporito da quasi tutti gli elementi classici dei giochi di ruolo degli ultimi 15 anni.
"L'intera avventura alterna sessioni di esplorazione ad altre di combattimento, con forti elementi GDR"
Si ha una base di partenza, nella quale Elena, la fanciulla di cui sopra, e la sua inquietante custode soggiornano per quasi tutta la durata del gioco. Vi ritornerete spesso per almeno tre buoni motivi: salvare la partita, acquistare/vendere/modificare oggetti, armi ed equipaggiamenti e, cosa più importante, portare alla ragazza la carne di cui ha bisogno per guarire.
Le prime torri sono piuttosto semplici e quasi certamente riuscirete ad arrivare alla fine di senza dover tornare alla base per rallentare l'infezione. Sì, perché su schermo avrete un indicatore che vi avvertirà del procedere della malattia: trattenetevi troppo "fuori casa" e sarà la fine. In caso troviate della carne ferina potrete interrompere l'esplorazione per portarla ad Elena e proseguire nella ricerca del boss che custodisce la preda finale.
I combattimenti avvengono tramite una catena (da qui la similitudine con Castlevania e Rygar), che può essere utilizzata per colpire direttamente i nemici con semplici combo, ma anche per imprigionarli temporaneamente e strapparne forza vitale o per legarli tra loro o a parti di scenario in modo da poterli poi colpire senza problemi.
"Alla luce di tanto dinamismo sinceramente non si spiega la scelta di realizzare il gioco con inquadrature fisse"
Sono disponibili anche altre armi ed accessori che si equipaggiano di volta in volta in un menu a griglia piuttosto classico. Questi vanno in gran parte acquistati perché normalmente gli oggetti rilasciati dai nemici consistono in pozioni ed erbe curative o componenti che permettono fusioni e potenziamenti vari.
Il tutto avviene con il più classico dei sistemi di controllo, da action puro, con un tasto dedicato agli attacchi ed uno per la parata, che abbinato allo stick del nunchuck funge anche da schivata. Puntando il Wiimote allo schermo è possibile "evidenziare" parti dei mostri sensibili alla catena, che garantiscono danni maggiori e allo stesso modo si possono colpire quelli lontani, raccogliere oggetti e agganciare parti di scenario su cui arrampicarsi.
Alla luce di tanto dinamismo sinceramente non si spiega la scelta dei programmatori di realizzare il gioco con inquadrature fisse, che già in passato hanno provocato parecchi dolori a titoli simili. Tali dolori si ritrovano in parte anche qui, con telecamere che spesso non propongono la migliore visuale possibile e che quindi costringono il giocatore di turno a virtuosismi ed acrobazie altrimenti inutili.
In generale la difficoltà del gioco non è elevatissima. Le sezioni di esplorazione sono piuttosto elementari e quelle platform, che spesso coinvolgono proprio l'uso della suddetta catena, non rappresentano un grosso problema. La cosa più difficile dell'intera avventura è orientarsi all'interno dei labirintici livelli, che specialmente dopo la quarta torre diventano piuttosto complessi in termini di struttura.
"Il problema maggiore di Pandora's Tower non risiede nel suo gameplay ma nella componente grafica"
Il problema maggiore di Pandora's Tower però non risiede nel suo gameplay, che per quanto imperfetto risulta comunque piacevole e abbastanza vario. È la componente grafica che si fa fatica a digerire. Il Wii non è ovviamente paragonabile a PS3 e Xbox 360 in questo ambito, ma negli scorsi anni ha fatto comunque vedere ottime cose, dai vari Mario Galaxy ad altri titoli "third party" di ottima fattura.
Il titolo Ganbarion, invece, ha ben poco di cui vantarsi. A parte qualche interessante effetto speciale, associato principalmente ai combattimenti, tutto il resto è a dir poco insufficiente. Le texture slavate e "stirate" fino all'inverosimile sono forse paragonabili ad alcuni giochi dell'ultima generazione GameCube e anche i modelli poligonali dei protagonisti risultano decisamente scarsi.
Nonostante tanta penuria estetica, il gioco si permette inoltre di rallentare in alcuni frangenti, in maniera del tutto ingiustificata. Il sonoro si salva con una colonna sonora orchestrata d'effetto (ma a volte "ritmicamente" non in accordo con gli eventi del gioco) e una recitazione di buona fattura.
Concludendo, è un vero peccato che un gioco dalla struttura così interessante, per quanto già vista, sia stato affidato ad un team di sviluppo ormai fossilizzato nello sviluppo di titoli su licenza. Nelle mani giuste forse sarebbe potuto diventare un titolo più completo e raffinato in ogni suo aspetto.