Path of Exile - recensione
Il vero erede di Diablo è indie e free to play!
Se siete rimasti delusi da Diablo III, Path of Exile è il vostro nuovo messia degli action GdR. Macinando l'open beta nel corso delle ultime settimane, ho sviluppato una sorta di legame empatico con Grinding Gear Games, piccolo developer neozelandese del tutto indipendente: questi ragazzi sono indubbiamente "hardcore nerd" come me, e hanno creato un gioco che se ne frega di andare incontro a un mass market sempre più affamato di titoli semplici e digeribili. Hanno creato, semplicemente, uno degli esponenti più profondi, difficili, appassionanti e per certi versi innovativi che questo ormai venerando genere abbia mai visto. Totalmente free to play.
E se siete di quelli che rabbrividiscono di fronte alle parole "free to play", sappiate che in questo caso avete torto. Path of Exile è infatti davvero gratuito da scaricare e da giocare, e il suo unico metodo di sostentamento è un sistema definito dallo stesso sviluppatore di "micro-transazioni etiche". In poche parole, nel gioco è presente uno store che però offre in vendita oggetti dal valore solamente simbolico come personalizzazioni per le vostre skin, effetti grafici o audio aggiuntivi per le abilità e cose del genere.
Una sorta di sistema di donazioni spontanee o di "kickstarter postumo", se volete: "vi è piaciuto il gioco? Allora comprate un'armatura custom da 10 dollari e supportateci." In caso non vogliate spendere nulla, però, non sarete mai costretti ad aprire il portafogli e non vi accorgerete mai della presenza dello store, che non è affatto invasivo e non apre mai fastidiose finestre "promozionali" quando meno ve lo aspettate. Davvero non saprei spendere abbastanza parole per dire quanto sia apprezzabile una politica del genere, a fronte di un'industria del gaming che ormai sembra aver fatto l'abitudine a prendere per il collo i propri utenti.
Ma i pregi di Path of Exile non finiscono qui. A livello di struttura generale, non c'è niente di straordinario: questo gioco è infatti un clone spudorato di Diablo, con lo stesso identico concetto di gioco "clicca e loota", un design delle aree e delle missioni molto elementare (qualche sporadico accampamento con NPC amichevoli e poi un'infinità di aree aperte e dungeon ricolmi di mostri da vaporizzare) e il consueto sistema di statistiche, crescita di livello, eccetera.
"L'unico metodo di sostentamento del gioco è un sistema definito dallo stesso sviluppatore di 'micro-transazioni etiche'"
Aspettate... ho detto "consueto"? Beh, non proprio. Il sistema alla base di PoE è infatti mostruosamente profondo, difficile da gestire e "aperto" al tempo stesso. Il gioco ci consente di scegliere il nostro personaggio tra sei classi "base" all'inizio dell'avventura, corrispondenti più o meno ai classici stereotipi, e basate sui soliti attributi (str/int/dex). Da qui in poi, però, si apre letteralmente un mondo di possibilità. Basta dare un'occhiata all'albero dei talenti per capire che siamo di fronte a qualcosa di speciale con un'impressionante ramificazione di skill e potenziamenti, a cui ogni classe potrà attingere liberamente e senza alcuna restrizione di sorta (i più attenti noteranno una certa somiglianza con il sistema di Final Fantasy X).
Semplicemente, i diversi personaggi partiranno in zone differenti della mappa di skill, quindi un personaggio "tank" dovrà fare più "strada" (e spendere più punti) per arrivare a prendere i talenti che potenziano il suo mana, ma questo è veramente l'unico "ostacolo" in quello che risulta, a tutti gli effetti, uno dei sistemi di multi-classing più versatile che abbia mai visto. Volete creare un templare negromante che evoca schiere di zombie, lancia palle di fuoco e picchia come un fabbro col suo martello a due mani? Nessuno ve lo impedirà.
A patto che sappiate gestire con il misurino i punti talento acquisiti salendo di livello in livello: in Path of Exile un punto speso è speso, non esiste sistema di "respec" integrale, e a parte la possibilità di impiegare oggetti speciali per recuperare ogni tanto un punto o due, dovrete prestare la massima attenzione nella distribuzione dei vostri talenti.
"In Path of Exile un punto speso è speso, non esiste sistema di respec integrale"
L'apertura del gameplay dipende anche dal fatto che le abilità disponibili non sono legate alle varie classi, ma risultano invece collegate a gemme magiche che si droppano nel corso del gioco, come tutti gli altri oggetti. Quindi, tra una mazza ferrata +2 e una tunica da spellcaster, troverete di tanto in tanto una gemma chiamata ad esempio "Firestorm", che se opportunamente incastonata in uno dei vostri pezzi di equipaggiamento vi darà accesso all'abilità collegata, a patto che abbiate i requisiti necessari (come ad esempio un certo valore di intelligenza). Una volta equipaggiate, le gemme "livellano" con voi, crescendo col tempo in potenza ma la cosa più interessante è che ad esse potranno essere affiancate delle speciali gemme "di supporto" che modificheranno il loro effetto.
Armi e armature hanno infatti diversi slot (fino a 6) per incastonare gemme, che possono essere anche collegati fra loro: inserendo una gemma d'abilità ed una di supporto in due slot collegati, il loro effetto si amplificherà. Le gemme di supporto possono aumentare il danno di un'abilità o il suo raggio d'azione, ma danno accesso anche ad altri effetti, convertendo ad esempio il danno fisico in elementale o viceversa.
E il bello è che tali gemme possono essere collegate "a cascata", quindi ad ogni gemma abilità potrete affiancare fino a 5 gemme potenziamento, creando effetti davvero devastanti. Se volete avere un'idea di quanto profondo sia questo sistema, sappiate che al momento il gioco include circa 100 gemme abilità e circa 70 gemme potenziamento, da incrociare a vostro piacimento per trovare la combinazione più letale.
"L'altro fiore all'occhiello di Path of Exile è il sistema di crafting e di commercio"
L'altro fiore all'occhiello di Path of Exile è il sistema di crafting e di commercio, diverso da quello della maggior parte dei suoi "colleghi" per il semplice motivo che in questo gioco non esiste il "gold". La valuta di scambio è invece rappresentata da speciali "orb", che si raccolgono nel corso del gioco e che sono anche lo strumento alla base del sistema di crafting. Gli orb possono infatti essere utilizzati sugli oggetti per modificarli in vari modi.
Ci sono orb per trasformare oggetti normali in magici, per potenziare ulteriormente un oggetto già magico, per cambiarne il numero o il colore degli slot gemme disponibili, per aumentare il danno o l'armatura e persino per "resettare" tutte le statistiche. A seconda della funzione svolta, ogni orb ha un valore più o meno elevato, in base al quale potrà essere scambiato sul mercato online o impiegato per acquistare tutti gli altri oggetti, sia dagli altri giocatori che dai vendor in-game.
Il sistema è ingegnoso e fa sì che la ricerca di loot non diventi mai noiosa e banale. Se in Diablo III, arrivati ad un certo punto del gioco, tutti o quasi gli oggetti lasciati a terra dai mostri diventavano immondizia, in Path of Exile i drop "bianchi" (quelli più comuni e privi di poteri magici) restano invece rilevanti anche al livello più elevato: è infatti possibile trovare un oggetto base che però è dotato di 6 slot gemme, magari tutti linkati e di colori adatti ad ospitare gemme in grado di offrire un'ottima sinergia. Ebbene, un oggetto del genere, data la sua combinazione molto favorevole e rara, sarà interessante quanto e più di un "giallo" (ossia item con 4+ proprietà magiche), e spendendo su di esso una certa quantità di orb di trasformazione si potrà arrivare a creare qualcosa di veramente poderoso.
"In questo gioco non esiste il gold. La valuta di scambio è invece rappresentata da speciali orb, che si raccolgono nel corso del gioco"
Ma cosa resta di Path of Exile una volta finita la sua campagna principale (non lunghissima?). Innanzitutto, restano da affrontare le due campagne successive, che come da tradizione offrono difficoltà via via crescenti e loot sempre migliore. E, come prevedibile, è proprio qui che comincia il bello: se nella prima campagna si può giocare relativamente senza troppi pensieri, già dalla seconda sarà necessario studiare con attenzione le abilità del proprio personaggio e impostare una tattica di combattimento che sfrutti veramente i suoi punti di forza, evitando di esporre invece le sue vulnerabilità.
Scordatevi di tuffarvi al centro della mischia senza avere valori di armatura e resistenza elementale adeguati, perché anche il più cretino dei mob potrebbe uccidervi con un paio di colpi. Il che, nelle modalità difficili, significa perdere un ammontare di preziosi punti esperienza, allontanando di fatto l'obiettivo di salire al livello successivo.
A parte il gioco in singolo, resta poi ovviamente il multiplayer. Attraverso un semplicissimo sistema di party, Path of Exile ci consente di unirci in tempo reale ad amici e sconosciuti per affrontare insieme le varie aree o semplicemente scambiare oggetti, gemme e orb. E fare "gruppo" sarà una vera necessità una volta raggiunto l'endgame e il livello massimo del personaggio: qui, infatti, tra i vari oggetti cominceremo a droppare anche speciali "mappe" mono-uso, che potranno essere cliccate per trasportarci in aree del gioco a difficoltà aggiuntive, in cui ovviamente il bottino sarà sempre più ricco ma la sfida si farà veramente spietata senza un adeguato supporto.
"Attraverso un semplicissimo sistema di party, Path of Exile ci consente di unirci in tempo reale ad amici e sconosciuti"
Ma allora siamo di fronte al gioco perfetto? Ovviamente, no. Path of Exile ha la sua dose di difetti, alcuni dei quali derivano da una produzione indie e dunque non monumentale. Innanzitutto l'aspetto grafico è dark e "truce" al punto giusto, ma di certo non è impressionante. Il design delle creature e la qualità delle texture e degli effetti sono senz'altro buoni, comunque, e non hanno un impatto negativo sulla qualità complessiva dell'esperienza.
Avremmo però gradito più varietà: le skin dei personaggi giocanti, ad esempio, sono soltanto sei, una per ogni classe. Il che vuol dire che ogni guerriero, sotto la sua coltre di elmi ed armature, sarà identico a tutti gli altri guerrieri. Anche le aree disponibili, come già detto, non sono tantissime: una dozzina di ore basteranno probabilmente a vederle tutte e completare il primo playthrough.
Grinding Gear Games promette però di continuare a supportare il suo pargolo per molto tempo (si parla di 5-10 anni), con l'aggiunta di nuove aree, nuove abilità e personaggi, ovviamente sempre completamente gratuiti. L'inizio di questa politica si potrà vedere già dai primi giorni della release ufficiale, che porterà il gioco su Steam e aggiungerà da subito una nuova classe di prestigio, nuove skill e nuove aree rispetto all'open beta su cui questa review è basata.
"Path of Exile purtroppo richiede una connessione always online"
Bisogna poi sottolineare il fatto che Path of Exile "purtroppo" richiede una connessione always online. In parte comprendiamo la scelta, per la natura di multiplayer costante che è parte intrinseca del gioco, ma dall'altro lato è innegabile che questa faccia sorgere i soliti problemi che tutti conosciamo, tra i quali soprattutto l'eventualità di incontrare piccole (e non) dosi di lag nella propria partita "single player". Un'esperienza che nella nostra prova abbiamo incontrato molto raramente (nonostante la comunità di giocatori ammontasse a ben oltre 1 milione già in fase di open beta), ma che può sempre risultare fastidiosa, specialmente nei momenti più "caldi" dell'azione.
Anche il sistema di trading è piuttosto grezzo e non particolarmente "user-friendly", basandosi integralmente sugli annunci nella chat pubblica o sui vari forum ufficiali del gioco, e non avendo tuttora implementato una soluzione in stile "casa d'aste", ormai considerata abbastanza standard in questo genere di giochi.
Ma il difetto più grande di Path of Exile è costituito, a mio giudizio, dalla banalità delle mappe. Intendiamoci: le aree di gioco sono grandi, abbastanza varie in termini estetici e senz'altro ricolme di ogni genere di bestialità da abbattere, ma il loro design non inventa niente di nuovo rispetto a quello di un Diablo II, e non offre spunti particolari sotto alcun punto di vista, risultando spesso soltanto in una serie di corridoi e stanze anonimi (per i dungeon) o in distese prive di particolare interesse (per quanto riguarda le aree aperte).
Nonostante questi (pochi) difetti, Path of Exile resta però un action GdR dalla profondità impressionante, con un gameplay ben realizzato, un sistema di crafting innovativo, un multiplayer efficace e una quantità di variabili davvero infinita. Su tutti, questo è il gioco che dimostra con maggiore chiarezza perché il settore degli indie sarà indispensabile nel corso dei prossimi anni per uscire dal cul-de-sac delle mega-produzioni omogeneizzate in cui l'industria si è infilata nel corso dell'ultima generazione di console. A fronte di "giganti" dello sviluppo sempre più appannati, è evidente che proprio da questo nuovo mondo in fermento arriveranno le nuove Blizzard e BioWare di domani.
Se siete degli "hardcore gamer" e non avete paura di lanciarvi in un'esperienza davvero "hard", sia in quanto ad accessibilità che a difficoltà complessiva, non esitate a scaricare Path of Exile: potete trovarlo sul sito ufficiale di Grinding Gear Games oppure, a partire da ieri, su Steam in release definitiva. E non vi costerà un euro.