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Pokémon Conquest - review

I mostriciattoli Nintendo alla conquista degli strategici!

Pokémon Conquest è uno spin-off che potremmo definire "sperimentale": in quaesto titolo si fondono infatti la celebre tradizione dei mostri tascabili Nintendo e quella di Nobunaga's Ambition, una meno nota (specialmente in Occidente) serie orientale di RPG strategici.

Il risultato è un gioco dallo stile particolare sia per quanto riguarda l'ambientazione sia per il gameplay, che potrà offrire una piacevole variante a tutti i poké-fan in cerca di qualcosa di diverso per allietare questa lunga e calda estate.

L'azione si svolge in una sorta di versione fantastica del Giappone feudale, un mondo diviso in 17 regni che a quanto pare sarebbero stati creati da un Pokémon leggendario, scomparso alla vista dei comuni mortali da secoli ma che, narra la leggenda, si paleserà di nuovo quando un potente guerriero avrà riunito tutti i regni sotto un unico stendardo.

Nel gioco non manca una modalità multiplayer tramite wireless locale, per somministrare una dose di longevità all'avventura.

Indovinate chi sarà quel potente guerriero e come dovrà conquistare tutti i 17 regni? Esattamente: spetterà a noi e alla nostra armata di Pokémon portare a termine questo impegnativo compito, sfidando uno dopo l'altro i guerrieri a capo di ogni differente regione e piegandoli al nostro volere.

Una trama piuttosto stringata (com'era legittimo aspettarsi), che verrà raccontata attraverso semplici finestre di testo lungo il corso di tutta la storia e che in modo abbastanza lineare ci porterà alla conquista del nostro ambito impero.

Anche il gameplay risulta abbastanza diverso da quanto visto finora nei capitoli di questa infinita serie Nintendo. Piuttosto che prendere la forma di un classico RPG, Conquest ha infatti tutte le caratteristiche dello strategico: all'inizio del gioco verremo confrontati con una mappa del mondo vista dall'alto, su cui figureranno le capitali dei differenti regni. Dopo aver conquistato il nostro regno di partenza, attraverso una semplice battaglia, potremo cominciare a spostarci in maniera piuttosto libera verso i regni adiacenti, sempre attraverso la mappa.

L'obiettivo sarà quello di lanciare l'attacco ai guerrieri nemici e conquistare le loro città, ognuna dotata di un campo di battaglia dalle caratteristiche diverse, popolata da Pokémon di tipi specifici e dotata di negozi e altre strutture che potranno tornarci utili. Nel regno di Pugilis troveremo ad esempio Pokémon di tipo combattimento, a Greenleaf di tipo erba e così via.

Le arene di gioco sono piuttosto piccole e semplici, ma offrono qualche variante come trappole, interruttori da attivare ecc.

"Il gameplay risulta abbastanza diverso da quanto visto finora nei capitoli di questa infinita serie Nintendo"

All'inizio della nostra avventura potremo contare su un unico allenatore (anche se in Conquest dovremo abituarci a chiamarli "guerrieri") e sul suo fidato Pokémon per conquistare regni e città, ma molto presto amici ed ex-rivali cominceranno ad unirsi al nostro esercito, finché avremo a disposizione un nutrito gruppo di personaggi da schierare in battaglie differenti.

In tutto potremo "acchiappare" circa 200 Pokémon differenti, i quali sfida dopo sfida cresceranno di potenza e subiranno le immancabili evoluzioni, rafforzando nel frattempo il "legame" con il loro guerriero. Ogni personaggio potrà controllare un numero massimo di mostriciattoli in base alle sue caratteristiche, e sarà in possesso di una abilità speciale di cui tutti i suoi Pokémon beneficieranno.

Questi ultimi, a loro volta, hanno a disposizione un classico potere d'attacco legato al loro tipo e un'abilità passiva, che si attiverà automaticamente in combattimento a seconda delle situazioni. Le battaglie, a turni, si svolgeranno all'interno di piccole arene disposte "a griglia", come da programma nel genere strategico, e durante il loro corso dovremo ovviamente muovere all'attacco i nostri Pokémon in modo da usare al meglio i loro punti di forza e coprire le loro debolezze (tramite la solita dinamica forbici-carta-sasso), evitando nel frattempo trappole, raccogliendo oggetti disseminati sul campo di gioco e così via.

L'obiettivo delle battaglie sarà generalmente sbaragliare l'avversario, ma a volte le istruzioni si faranno più particolari e ci chiederanno ad esempio di conquistare un certo numero di stendardi e difenderli per tot turni.

La mappa di gioco, seppur molto semplificata, aggiunge un piacevole tocco gestionale a Pokémon Conquest.

In tutto ciò, anche la mappa del mondo richiederà spesso le nostre attenzioni, aggiungengo al gioco un tocco gestionale: dovremo infatti disporre le unità nelle varie roccaforti in modo da evitare di lasciare i regni sguarniti e pertanto esposti agli attacchi dei nemici.

Potremo poi assegnare il "comando" di una città ad un nostro alleato (che provvederà in modo indipendente ad eseguire varie azioni, come aumentare la potenza del suo Pokémon o ricercare nuovi alleati), dovremo spostare le truppe di città in città per approfittare dei negozi e delle particolarità di ognuna e altro ancora.

"Non dobbiamo però aspettarci la profondità e la complessità di uno strategico di grandissima caratura"

Questo insieme di elementi rende Pokémon Conquest abbastanza gradevole e senz'altro diverso dal "solito" titolo dei mostri tascabili Nintendo. Non dobbiamo però aspettarci la profondità e la complessità di uno strategico di grandissima caratura: le battaglie di Conquest sono infatti piuttosto semplici e lontane anni luce anche da quelle di un Fire Emblem qualsiasi, sia per quanto riguarda il numero massimo di elementi schierati in campo (6 per parte) e le diverse soluzioni di attacco e difesa, sia per l'Intelligenza Artificiale, che non ci è sembrata certo spietata.

Le stesse arene, del resto, sono piuttosto piccole e non offrono lo spazio per mettere in campo una tattica bellica eccessivamente raffinata. Anche in ambito "gestionale", difficilmente i giocatori più smaliziati troveranno una vera e propria sfida, a causa di un approccio piuttosto "timido" del nemico e di una quantità di opzioni e di territori diversi non vastissima. Infine, l'aspetto tecnico è gradevole ma poco ambizioso, neppure per gli standard dell'ormai vecchiotto DS.

Il gioco è insomma permeato da una semplicità di fondo che può essere letta come un difetto e trasformare l'intera missione in un compito troppo facile e lineare. All'origine di tutto ciò c'è senza dubbio il tipo di pubblico a cui questo Pokémon Conquest è indirizzato, verosimilmente piuttosto giovane, ma seguendo questa logica sale a galla un altro dei difetti del titolo Nintendo, ossia la mancanza di una traduzione in Italiano.

Anche sul nostro mercato, Conquest è infatti interamente in Inglese, cosa che potrebbe creare non poche difficoltà a chi non conosce questa lingua, a maggior ragione tra i più giovani. Se però questo non vi disturba e siete in cerca di un titolo nuovo di zecca per tornare ad accendere il vostro DS, magari per trascorrere oziosi pomeriggi sotto l'ombrellone, Pokémon Conquest potrebbe essere la scelta che fa per voi.

7 / 10