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Pro Evolution Soccer 2013 - preview

Il futuro di Konami è un ritorno al passato.

Giunti quasi all'inesorabile termine di questo ciclo vitale di console, penso di poter affermare senza troppi indugi che l'attuale generazione non sia poi stata così indulgente nei confronti di Pro Evolution Soccer come lo è stata la precedente. L'epopea di una serie storica, dai suoi passi iniziali a dir poco incerti alle fortune crescenti guadagnate - con merito - dalla diretta rivale, è stata documentata già troppe volte anche nel minimo dettaglio.

Tuttavia, pur rimanendo sotto la pesante ombra di FIFA, PES ha cercato di ricostruirsi lentamente, desideroso di fornire un'alternativa brillante e dinamica a quei ritmi più pacati e "studiati" del titolo EA.

Un cammino iniziato con Pro Evolution Soccer 2011, il titolo che per primo ha osato fare a pezzi i canoni secolari della serie per scrivere col fuoco un nuovo inizio. E considerando l'esordio a rilento di PES su console HD, una scelta del genere, seppur drastica, non solo aveva perfettamente senso ma cercava di impartire alla serie una nuova direzione fatta di un calcio frenetico e combattivo.

Visivamente è difficile distinguere PES 2013 dal suo predecessore. Al momento l'enfasi è stata posta sul gameplay.

Dopo aver gettato al vento le proprie carte migliori un paio d'anni or sono, sembra davvero che con questo nuovo PES 2013 la cara vecchia Konami abbia ritrovato una propria dimensione calcistica. Partendo dagli ultimi due titoli, indubbiamente interessanti, seppur minati da innegabili difetti tecnologici, il publisher nipponico è forse ad un passo dal fantomatico "titolo definitivo", metafora della presa di coscienza di quello che Pro Evo avrebbe potuto e, soprattutto, dovuto essere in questa generazione.

Non che quelle carte non siano state rimescolate a dovere. Shinji 'Seabass' Takatsuka si è dimesso dal ruolo di responsabile della serie, sostituito da un nuovo gruppo di producer dal passato più che attivo nel team di sviluppo. Kei Masuda, che ha lavorato alla serie sin dai tempi di PES 3 (era il lontano 2003, tanto per dare un'idea), è il volto della rinascita, a fianco di quello di Naoya Hatsumi, senior producer di PES 2013 nonché veterano di vecchia data del franchise.

Vecchie conoscenze ma volti per certi versi nuovi, che col loro ingresso sanciscono la fine di quel "conservatorismo" perpetuato anche negli episodi più recenti. "Quando ci siamo avventurati nello sviluppo di PES 2013, ci siamo fatti parecchie domande." racconta Hatsumi. "Qual è l'essenza fondamentale del calcio? Qual è la sua parte migliore? Ecco, questa è la nostra risposta". Una risposta che ha stupito persino noi, e che si affaccia sulle scene con quella pompa magna tipica del PES dei tempi migliori.

"La novità principale di questa revisione risponde al nome di PES Full Control"

Le correzioni e i miglioramenti di questo PES 2013 erano stati resi noti già in sede di annuncio, anche se vederli dal vivo col pad stretto tra le mani, come immaginerete voi stessi, regala un effetto completamente diverso.

Dite che si è capito che Cristiano Ronaldo è il testimonial del gioco?.

La novità principale di questa revisione risponde al nome di PES Full Control (PES-FC per gli amici), un nome "generico" che nasconde una serie di modifiche sostanziali e nuove funzionalità volte a porre maggior enfasi sulle abilità del giocatore. Una vetrina di agilità e funambolismo a portata di pollici.

Dynamic First Touch è senza dubbio una delle new entry più significative, in modo speciale se l'andiamo a confrontare con il tanto decantato First Touch Control di FIFA 13. Sseppur queste due feature, così di primo acchito, possano sembrare praticamente identiche anche al giocatore più navigato, dopo un'attenta analisi esse rivelano filosofie quasi diametralmente opposte.

FIFA manifesta infatti una ritrovata enfasi sugli effetti del caso nel bel gioco, sul come il controllo di palla dipenda in parti diverse tanto dall'abilità del calciatore quanto da un pizzico di fortuna: del resto lo sappiamo tutti, il pallone è una brutta bestia e va trattato con i guanti se non vogliamo che se ne esca tristemente dal campo di gioco.

PES 2013, invece, vuole dare al giocatore un livello di controllo innovativo, costantemente indirizzato verso la spettacolarità. La pressione del trigger destro permette di domare un pallone incerto in arrivo oppure, con un minimo di abilità in più, è possibile sfruttarne la velocità per aggirare il difensore.

Una leggera pressione sulla leva destra quando ci troviamo sotto stretta marcatura si traduce in un abile tocco "da sotto", che alza il pallone sopra la nostra testa e, se la situazione lo permette, sopra quella dei difensori in arrivo. La sensazione che ne deriva è davvero tangibile, tanto da rendere i passaggi morbidi e filtranti molto più "fattibili" rispetto a quanto visto nelle precedenti incarnazioni.

"PES 2013 vuole dare al giocatore un livello di controllo indirizzato verso la spettacolarità"

Tale maggior livello di controllo è riscontrabile anche nei momenti più profondi e tattici. Il cosiddetto Deft Touch Dribbling perpetua l'interesse dello scorso anno nel porre l'enfasi sul controllo ravvicinato, aggiungendo ulteriore focus sulla miriade di duelli uno contro uno che animano ogni scontro calcistico.

Con un gioco sincronizzato di leva destra e sinistra, il nostro alter ego digitale accarezza la palla, la sposta fulmineo e la fa rotolare sotto la suola della scarpa, guadagnando in questo modo una pausa di pochi istanti prima di compiere la mossa successiva. Che, se fatta a dovere, potrebbe lasciare di sasso il marcatore.

Anche l'impianto difensivo, uno degli aspetti che lo scorso anno ha decretato la supremazia di FIFA su PES, è stato ampiamente rivisto. Tenendo premuto il pulsante del contrasto andremo ad infastidire in modo prolungato il portatore di palla (la classica marcatura ad uomo contenitiva).

Non possiamo raccontarvi nulla sull'online di PES 2013, ma Konami già promette severe punizioni per chiunque ricorra ai cheat.

Un doppio tap sul medesimo tasto, tuttavia, permette al nostro uomo di esibirsi in un rapido affondo alla ricerca del pallone, utile per stroncare sul nascere eventuali fughe. L'esito di tale mossa, chiaramente, dipenderà anche dalle abilità e dal controllo di palla dell'attaccante.

"Bilanciare ogni potenziale incertezza dei difensori e dell'attacco è compito della Pro Active AI"

Bilanciare ogni potenziale incertezza dei difensori e dell'attacco corale è compito della Pro Active AI, nuova revisione del sistema di intelligenza artificiale grazie alla quale i giocatori senza palla controllati dal computer, finalmente, utilizzano in modo sapiente e appropriato lo spazio intorno a loro.

Un'autentica manna dal cielo se paragonato al modello dello scorso anno, che prevedeva una barriera difensiva costantemente ancorata lungo la "linea di tiro" avversaria. L'azione scorre dunque più fluida e, soprattutto nel frangente difensivo, meno incerta, con i relativi giocatori attivamente impegnati nel bloccare ogni potenziale canale d'attacco.

Questa serie di miglioramenti consente dunque a PES 2013 di mostrare una maggiore e migliore espressività di gioco, senza tuttavia lesinare sulle individualità di spicco di ciascuna squadra. Proprio a tal proposito, sembra quasi di scorgere tra le righe di codice una maggior personalità delle celebrità, doverosamente equipaggiate di atteggiamenti caratteristici e di quelle mosse letali che tutti gli amanti del calcio conoscono.

C'è la stella dei rotocalchi, il belloccio Ronaldo, con la sua posa tronfia e le gambe parzialmente divaricate quando calcia una punizione, con quel "riflesso" fulmineo che rende unico il suo dribbling.

La serie di Konami ritorna a quel calcio dinamico che negli anni ne ha decretato il successo.

Poi c'è Iniesta, con la sua maestria nel possesso di palla e la capacità di lanciare un pallone con una precisione allarmante, oppure Ribery e Neymar, maestri nello spiazzare le altrui difese con gesti d'incredibile atletismo.

Alcune animazioni, quelle più strane e occasionali, appaiono sporadicamente meno lusinghiere: Robben che corre facendo l'aeroplano è più comico che altro, così come John Terry nei momenti di maggiore disperazione che si accascia al suolo mani sul volto, con la stessa eleganza e mobilità di uno stoccafisso. Nulla che non possa essere risolto tranquillamente da qui alla release date, comunque.

"È impossibile non notare il ritmo più pacato e moderato rispetto a quello di PES 2012"

Come si mescolano dunque tutte queste succulente novità? Beh, che lo crediate o no, la prima cosa che noterete giocando a PES 2013 non fa parte dell'elenco appena redatto. Al contrario, è impossibile non notare il suo ritmo, più pacato e moderato rispetto a quello di PES 2012, che pur mantenendo un beat indubbiamente più elevato di quello del suo rivale diretto, appare quasi più ponderato. Il tutto a vantaggio del giocatore, che potrà così prendersi il proprio tempo per provare e sperimentare a dovere tutte le novità apportate da questo sostanzioso PES-FC.

E difficile rimanere impassibili di fronte al nuovo Full Manual Control, uno degli assenti di lusso della serie Konami, ora non solo presentato in grande stile ma addirittura caldamente consigliato. Il passaggio manuale viene arricchito da un uno-due (anch'esso interamente manuale) che permette al giocatore di impartire la direzione della palla, dando così il la ad una serie di finte che, se piazzate con la giusta logica, possono dimostrarsi vincenti.

Il tiro manuale, dal canto suo, offre un livello di controllo totale che può però apparire "disarmante", almeno in prima battuta. Nessun problema, afferma il team di sviluppo, che ha promesso sin da ora l'implementazione di un tutorial esaustivo e completo per ovviare a ogni eventuale incertezza.

In effetti, scendere per la prima volta sui floridi campi di PES 2013 può essere un'esperienza capace quasi di spaesare il giocatore. Ma è una sensazione fugace, un senso di confusione destinato a cedere rapidamente il passo allo stupore non appena le potenzialità delle nuove meccaniche si palesano sullo schermo.

Il fattore apprendimento non può certo essere ignorato, ma il controllo totale posto nelle mani del giocatore contribuisce ad alimentare quel senso di imprevedibilità che rende questo PES così affascinante, proprio come nel suo periodo di massima auge. Un gran goal può scaturire da ogni situazione e, col giusto mix di abilità e fortuna, sembra davvero che tutto sia possibile.

PES 2013 è lontano anni luce da quel piatto ultra-conservatore che Konami ci ha servito per così tanti anni, sino a spingerlo all'oblio: e da quanto abbiamo visto sinora, non sembrano esserci pecche più o meno significative che ne contaminino la maestosa filosofia.

PES 2013 si presenta positivo nella sua audacia, e questa sua transizione al calcio elegante e "stiloso" può solo promettere un gioco capace di incollare allo schermo come pochi: un gioco che, chissà, potrà salutare questa generazione allo stesso, eccezionale modo con cui salutò la precedente.

Traduzione a cura di Alberto Destro.