Reality Fighters - review
Realtà (inutilmente) aumentata.
Insieme al 3D e ai sistemi di controllo alternativi (touch o gestuali che siano), una delle ultime mode in ambito videoludico sembra essere la Realtà Aumentata. A dire il vero anche la vecchia PSP era in grado di sfruttare questa tecnologia, grazie a una speciale fotocamera che però nella precedente generazione non ha avuto grande presa sul pubblico.
Ammetto di non averla testata un granché su Nintendo 3DS, ma l'arrivo di questo Reality Fighters su PS Vita mi ha precipitato forzatamente (e velocemente) in questo mondo alternativo. La domanda è: quanto può essere divertente utilizzare l'ambiente circostante per un gioco e quanto realmente questo fattore può innalzare il livello del gameplay?
Se dovessi giudicare da questo titolo risponderei "non molto", nonostante debba ammettere di essere rimasto affascinato da alcune delle potenzialità intraviste in questo titolo. Il team di sviluppo ha svolto un buon lavoro, soprattutto in termini di umorismo. Impossibile prendere sul serio un gioco come questo, nel quale i protagonisti sono decisamente diversi da quelli visti nei vari Tekken, Virtua Fighter, Soul Calibur e compagnia bella. Volendo possono essere avvicinati a quelli di Street Fighter... ma solo a quelli più bizzarri.
Anche il gameplay stesso è distante anni luce dai tecnicismi dei migliori esponenti del genere, ma non è su questo che gli sviluppatori hanno puntato fin dall'inizio. Basti pensare che nell'editor dei personaggi è necessario scattarsi una foto per dare un volto al proprio protagonista, che andrà ad aggiungersi ai 14 già pre-confezionati.
Neanche a dirlo, spesso il risultato di un volto "appiccicato" sotto forma di texture su un modello poligonale è a dir poco comico, nel mio caso quasi tragico. L'editor in questione è piuttosto scarno dal punto di vista della quantità di oggetti (molti dei quali devono essere sbloccati), ma la presenza di bonus di attacco e difesa, collegati a molti di essi, fa sì che questo aspetto del gioco abbia una funzione più importante del semplice orpello estetico.
Le opzioni di gioco sono le solite, con l'immancabile modalità Storia che vi metterà di fronte ad una serie di avversari con l'obiettivo di arrivare al "boss finale"... niente di esaltante purtroppo, perché potendo affrontare (inspiegabilmente) questa sfida solo con i personaggi creati, la ripetitività non tarda a farsi sentire.
"Il gameplay di Reality Fighters è distante anni luce dai tecnicismi dei migliori esponenti del genere"
La Sfida a Tempo, al contrario, non è quello che ci si aspetterebbe. Non ci si trova di fronte ad un classico Time Attack ma ad una sorta di mini-gioco nel quale bisogna colpire degli oggetti presenti nel livello entro la fine del conto alla rovescia. Chiudono il parterre di opzioni gli Incontri Veloci, l'Allenamento e il Survival, che non hanno davvero bisogno di presentazioni essendo praticamente identici a quelli già presenti nella maggior parte dei picchiaduro in circolazione.
Per quanto riguarda il multiplayer, si possono sfidare amici in modalità "locale" e combattenti da tutto il mondo (o dal pianerottolo di casa) grazie all'online. Purtroppo la totale mancanza di sfidanti disponibili nei giorni pre-lancio mi hanno impedito di testare come si deve tali modalità.
La suddetta Realtà Aumentata viene utilizzata quasi esclusivamente per gli scenari di gioco. La telecamera posteriore della console, infatti, "converte" in arene da combattimento qualsiasi luogo venga inquadrato. Quasi sicuramente nelle intenzioni iniziali degli sviluppatori c'era l'idea di trasformare alcuni degli oggetti inquadrati in ostacoli per i combattenti, ma in pratica la cosa non è andata esattamente così. Difficilmente i personaggi su schermo tengono conto del terreno su cui si trovano e spesso inquadrare un tavolo vuoto piuttosto che qualsiasi altra cosa produce lo stesso, identico risultato.
"La poca profondità del gameplay si rispecchia anche nella scarsa quantità di mosse a disposizione"
Il sistema di controllo miscela l'utilizzo dei pulsanti con quello del touch screen per la realizzazione di un set di mosse predefinite. Peccato che entrambe le opzioni funzionino in maniera decisamente imprecisa. Nonostante, come già detto, questo non sia un picchiaduro tecnico, il ritardo riscontato negli input è a dir poco irritante ed è inspiegabile come mai questo si verifichi solo in alcune occasioni.
La poca profondità del gameplay si rispecchia anche nella scarsa quantità di mosse a disposizione, troppo poche anche per i giocatori meno esperti. La situazione è peggiorata ulteriormente da un sistema di inquadrature a dir poco originale, che a volte sembra fare di tutto per "tagliare" via le parti dello scenario in cui si svolge l'azione.
Le poche idee interessanti e divertenti presenti in Reality Fighters sono letteralmente offuscate dalla grande quantità di "cose che non vanno". In una line-up di lancio nutrita come quella PS Vita, è davvero difficile preferire un gioco simile ad un picchiaduro "serio" e consistente come Ultimate Marvel Vs Capcom 3. Anche i "lottatori" meno esigenti troveranno pochi motivi per farsi piacere questo prodotto, che oltre ad essere poco curato dal punto di vista tecnico, mantiene ben poco di ciò che promette.