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Resident Evil: Operation Raccoon City - anteprima

Storie da Raccoon City.

Resident Evil: Operation Raccoon City include anche una sezione per il multiplayer competitivo che, insieme alla modalità co-op, non è stato presentato all'evento recentemente organizzato dal publisher nipponico. Un peccato, perché giocare da soli lascia un tantino a desiderare: ci sono sempre dei compagni di squadra ma nel single-player questi sono controllati dall'IA. Peccato che almeno per ora l'intelligenza artificiale non sia stata tenuta in grande considerazione e quindi i nostri partner non siano per nulla d'aiuto, preferendo restare nelle retrovie e aspettare che rischiamo la vita, o al contrario mettendosi proprio in mezzo alla nostra linea di fuoco.

Mentre occasionalmente sfruttano uno o due neuroni per mettersi al riparo, spesso paiono agitarsi ciecamente, sperando disperatamente che un paio di proiettili colpiscano per puro caso il loro obiettivo. Abbiamo persino visto, in una fase particolarmente concitata del gioco, i membri del team andare uno dopo l'altro verso un fascio di laser che avrebbe poi azionato una devastante mina, con le conseguenze che potete facilmente immaginare.

I nemici umani non saranno troppo intelligenti ma vi spingeranno comunque a usare le coperture.
Gli agenti controllati dall'IA combatteranno al vostro fianco, nella campagna single-player. Ammesso che non si facciano esplodere.

La situazione non migliora troppo parlando dell'intelligenza artificiale dei nemici, ma almeno questi recitano in modo convincente il loro ruolo di carne da macello. Spuntano a destra e a manca nei momenti giusti e finché non cercherete di fiancheggiarli, cosa che sembra lasciarli incollati al suolo nel tentativo di capire come muoversi, il loro comportamento è quasi accettabile. Si aggiungerebbe qualcosa al livello di sfida, comunque, se gli avversari lavorassero più di squadra, senza contare che se l'IA dei commilitoni seguisse l'esempio, avremmo una sensibile diminuzione della frustrazione nel single-player.

Nonostante le stranezze dell'intelligenza artificiale, i nemici umani rimangono comunque i più difficili da battere. L'atteggiamento degli zombie è invece fedele al marchio di Resident Evil: non attaccano senza sosta ma preferiscono passeggiare goffamente nella direzione del protagonista. Mentre i vecchi episodi della serie aggiungevano difficoltà restringendo le capacità di movimento ed equipaggiamento, però, la nuova impostazione da TPS rende fin troppo facile abbatterli. Con quattro proiettili alla testa, infatti, li spedirete all'inferno prima che possano avvicinarsi.

È una grande idea comunque usare questi zombie per distrarre i nemici più potenti ed è vero che, in qualche occasione, tale strategia ha funzionato. Può essere soddisfacente spingere un manipolo di zombie ad attaccare le truppe nemiche, ad esempio, ma spesso e volentieri non andrà esattamente così per cui resta molto più sicuro mirare e sparare a qualunque cosa si muova.

I gruppi più ampi di zombie rappresentano più di una minaccia, perché tendono a circondare la squadra spingendola a usare frequentemente gli attacchi corpo a corpo. Questi incontri sono più frenetici ma è sempre una questione di premere un singolo tasto finché i nemici non saranno a terra o, al massimo, abbastanza lontani da poter sparare contro di loro.

Le ondate degli zombie più classici lasciano invece molto a desiderare ma mentre i Licker vengono introdotti già alla fine del secondo livello e rimangono capaci di immobilizzare con le loro lunghissime lingue, è il climax del prologo a colpire particolarmente.

Con il virus T accidentalmente diffuso per Raccoon City e lo scienziato infetto William Berkin a caccia di umani, a un certo punto si dovrà combattere per fuggire dalla fabbrica segreta della Umbrella Corporation, mentre questa va a fuoco e rischia di crollare. Getti di fiamme e vapore spuntano dai muri e dal pavimento, mentre una serie di esplosioni devasta lo scenario, quasi impedendo di raggiungere l'uscita dopo una disperata corsa.

Sono queste le sequenze che potrebbero alzare la qualità del titolo, se ben disseminate lungo i tanti livelli. Resident Evil: Operation Raccoon City manca del dinamismo di Left 4 Dead e della tensione tipica del passato del franchise. Questo non è il Resident Evil che conosciamo ed è sfacciatamente un third-person shooter. In un genere sovraffollato come questo sarà necessaria una forte identità per sopravvivere: con la giusta iniezione di trama, Slant Six Games potrebbe ancora avere una possibilità di farcela.