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Ridge Racer: Unbounded - preview

Parola d'ordine: rialzarsi.

Negli ultimi tempi il nome di Ridge Racer ha portato alla mente di molti videogiocatori più delusioni che gioie, e il recente 4/10 rifilato dal nostro Manuel Stanislao alla versione per PlayStation Vita ne è solo la più recente dimostrazione, ma è proprio in momenti di grande difficoltà come questo che una software house ha l'opportunità di dimostrare davvero di che pasta è fatta.

Questo ci porta dunque aduna semplice domanda: Ridge Racer: Unbounded ha davvero le carte in regola per risollevare le sorti di un brand i cui fasti appaiono ormai lontani?

Il primo impatto con la versione fornitaci da Namco Bandai è stato indubbiamente positivo. Tralasciando gli infiniti tempi di attesa dovuti a caricamenti fin troppo duraturi per non essere strettamente legati alla natura incompleta del codice in nostro possesso, posso infatti dirmi parecchio sorpreso dal lavoro dei Bugbear, pur evidenziando la chiara influenza esercitata da titoli come Burnout o Need for Speed (non Shift, ovviamente) o anche il più recente Split/Second.

Gustiamoci insieme l'ultimo trailer del gioco.

"Il modello di guida, totalmente arcade, sembra solido e ben bilanciato"

Ci sono i takedown (quasi imprescindibili ai fini della vittoriam perché permettono di riempire l'indicatore del turbo), una serie di elementi contestuali con cui è possibile interagire per causare ingenti danni ambientali (come ad esempio camion pieni di gas) e le derapate, anch'esse all'ordine del giorno.

L'impressione che ho avuto perlustrando le strade di Shatter Bay, metropoli che ospita le numerosissime gare proposte, è che qui di Ridge Racer ci sia davvero poco... ma questo, come molti di voi converranno con me, non è necessariamente un male.

Il modello di guida, totalmente arcade, mi è parso solido e ben bilanciato, e dunque molto meno "scivoloso" rispetto ai precedenti capitoli del brand anche nel caso in cui si decida di ricorrere al freno a mano per derapare, e sebbene il sistema di danni sia prevalentemente estetico, l'esperienza di gioco si preannuncia senz'altro esplosiva.

La distruzione ambientale è senz'altro uno dei cardini dell'esperienza.

In questo senso la distruzione ambientale gioca un ruolo fondamentale, visto che l'indicatore del turbo può essere usato, sì, per accrescere la velocità del mezzo di turno, ma anche e soprattutto per superare illesi gran parte degli ostacoli che popolano i vari circuiti. Una colonna di cemento vi intralcia il cammino? Attivate il turbo e abbattetela. Un muro si frappone fra voi e la vittoria? Fatelo a pezzi e godetevi il pirotecnico impatto.

A questo si aggiungono poi alcuni "eventi distruzione" programmati, opportunamente segnalati nel corso delle gare, che ci incoraggiano a seminare caos e distruzione in ogni dove; in una particolare gara, ad esempio, mi sono ritrovato a puntare un muro per sbloccare così una scorciatoia, mentre in un altro evento, l'impatto contro un camion di rifornimento, mi ha permesso di accendere, nel vero senso della parola, l'intero circuito. E questi sono solo due banali esempi di ciò che ci attende.

Tutto, dalle gare più semplici a quelle più complesse, sembra essere incentrato sulla spettacolarità e la frenesia dell'azione e questo, considerando la solidità complessiva del concept, potrebbe senz'altro garantire ai Bugbear maggior fortuna, commerciale e non solo, rispetto a titoli come il sopracitato Split/Second.

"Tutto sembra essere incentrato sulla spettacolarità e la frenesia dell'azione"

In questo caso le esplosioni e la distruttibilità ambientale, seppur di entità ed ampiezza inferiori rispetto al titolo dei Black Rock, non sembrano essere il piatto forte dell'esperienza, bensì un ottimo contorno a quello che, già in sede di anteprima, mi è parso un racing di stampo arcade particolarmente promettente.

Il tutto sarà infatti sostenuto da una modalità carriera molto ricca - ci sono oltre 100 eventi - e da un comparto online che, seppur inaccessibile per il momento, sembra nascondere parecchia carne al fuoco e ciò potrebbe facilmente tradursi in un vero e proprio successo, di critica e pubblico.

Le premesse non potrebbero dunque essere migliori, e considerando anche la buona realizzazione tecnica, Ridge Racer: Unbounded potrebbe davvero rivelarsi una delle più piacevoli sorprese di questo inizio 2012. Per il momento non posso dunque far altro che darvi appuntamento all'ormai imminente recensione finale, consigliandovi nel frattempo di non perdere di vista il prodotto. Potreste pentirvene.