Rocksmith - review
Sarà un bravo maestro?
Fin da quando abbiamo appreso per la prima volta del progetto di Rocksmith, non abbiamo potuto fare a meno di interessarci a quella che sembrava essere la nuova frontiera dei giochi musicali. Di pari passo con lo sviluppo del software, tuttavia, ci siamo resi conto che, a differenza di Rock Band e della sua ottima modalità Pro, nel caso di Rocksmith non era propriamente corretto etichettare il prodotto come un semplice gioco, visto che in realtà si trattava di qualcosa di profondamente diverso.
In pratica il team di sviluppo ha lavorato per creare una sorta di corso di chitarra interattivo, capace di sfruttare semplici espedienti di gameplay per rendere meno tediose le indispensabili sessioni di pratica utili ad apprendere le tecniche base di uno strumento complesso come la chitarra.
A diversi mesi di distanza dall'uscita americana del prodotto, finalmente è arrivato anche per noi europei il momento di accantonare gli strumenti plasticosi dei vecchi giochi musicali e di collegare alla console una chitarra vera e propria, con il suo corpo in legno, le corde metalliche e l'inconfondibile suono che questa è in grado di generare.
Vista la lunga attesa, inoltre, la versione europea di Rocksmith è stata arricchita con tutte le partiture e gli esercizi di tecnica per il basso (disponibili in America solo sotto forma di DLC) e, soprattutto, con una serie di migliorie utili a raffinare un'esperienza originariamente interessante ma a tratti grezza e approssimativa.
Quella che nelle ultime settimane abbiamo testato con avidità, quindi, è una versione riveduta e corretta di Rocksmith, che a breve arriverà nei negozi europei per trasformare i giocatori più pazienti e costanti i chitarristi provetti. O quasi.
In questo articolo vogliamo mettere subito in chiaro una cosa: Rocksmith non potrà mai sostituirsi a un vero corso di chitarra condotto da un maestro in carne ed ossa. Il metodo di studio offerto dal software Ubisoft può insegnare alcuni rudimenti tecnici e offrire una serie di spunti su cui lavorare, in particolare per affinare la memoria del corpo e l'agilità delle dita, ma la musica è tutt'altra cosa.
In Rocksmith non troverete elementi di teoria musicale, non vedrete una nota nemmeno per errore e vi affiderete sempre a tabulati elettronici che di certo non vi insegneranno a leggere gli spartiti. Nessuno, inoltre, interverrà per correggere eventuali errori di impostazione che potrebbero, in questo modo, trasformarsi in vizi difficili da sradicare successivamente.
"In Rocksmith non troverete elementi di teoria musicale, non vedrete una nota nemmeno per errore"
Perfino un'operazione semplice e fondamentale come l'accordatura dello strumento viene trasformata in un gesto meccanico da eseguire sfruttando la vista piuttosto che l'udito, sostituendo l'indispensabile orecchio a un ben più pigro approccio in cui non si deve fare altro che allineare l'apposito indicatore dove richiesto.
Nonostante l'introduzione piuttosto dura, comunque, Rocksmith è un prodotto estremamente valido, a patto che venga preso con lo spirito giusto. Se sperate che il software Ubisoft vi trasformi in poco tempo in chitarristi (o bassisti) impeccabili, avete frainteso le intenzioni dei programmatori.
Se, al contrario, vi avvicinerete a questo interessante prodotto con l'intenzione di impegnarvi in prima persona esercitandovi con costanza, sfruttando Rocksmith come un incentivo a prendere in mano ogni giorno lo strumento a vantaggio della manualità e dell'apprendimento di qualche canzone particolarmente cool, troverete in questo titolo un piccolo gioiello.
Come funziona esattamente Rocksmith? Il concetto di fondo è lo stesso di Guitar Hero e di Rock Band, con l'unica (e profonda) differenza caratterizzata dal fatto che invece di cinque pulsanti colorati si ha a disposizione l'intera tastiera della chitarra, con sei corde e diversi tasti su cui far scorrere le dita.
"Per far emettere suoni allo strumento è necessario esercitare una certa pressione sulle corde, bloccandole con fermezza"
Per far emettere suoni allo strumento è necessario esercitare una certa pressione sulle corde, bloccandole con fermezza all'altezza del tasto desiderato e pizzicandole con la mano destra. Già questa semplice operazione può rivelarsi particolarmente difficile per i principianti senza alcuna esperienza, vuoi per la mancanza di forza nelle dita, vuoi per l'assenza dei calli che rendono meno fastidiosa la sensazione delle corde metalliche premute sui polpastrelli.
Una volta avviato il gioco e collegata la chitarra tramite l'apposito cavo si assiste alla prova di forza offerta dalla tecnologia di Rocksmith, che trasporta all'interno del televisore i suoni generati dalla chitarra, riconoscendoli e interpretandoli correttamente.
Nonostante si tratti di una tecnologia impressionante, sfortunatamente non è esente da problemi, rivelandosi a tratti approssimativa e, soprattutto, afflitta dall'inevitabile ritardo legato alla struttura dei televisori moderni.
Se giocando su un vecchio catodico il problema del ritardo è completamente assente, con gli LCD moderni è necessario ricorrere ad alcuni accorgimenti per rendere godibile l'esperienza, un po' come accade con i giochi di combattimento affrontati a livelli competitivi.
Il consiglio offerto dagli sviluppatori è quello di collegare comunque la chitarra a un impianto di amplificazione esterno, ma per chi non avesse a disposizione nulla di simile è possibile tamponare il problema attivando la modalità Gioco sul proprio televisore e, soprattutto, agendo manualmente sullo strumento per la gestione del delay presente nelle opzioni.
Con un po' di pazienza si possono ottenere risultati accettabili, ma raccomandiamo di eseguire l'operazione con particolare precisione, onde evitare di viziare il proprio orecchio e di ritrovarsi a suonare costantemente fuori tempo.
L'imprecisione della tecnologia, poi, viene fuori semplicemente sperimentando tutte le tecniche normalmente utilizzate con la chitarra. A volte Rocksmith tende a confondere gli input inseriti dal giocatore, interpretandoli in maniera differente all'interno della partita.
Tale problematica è piuttosto frequente, per esempio, con il Palm Mute, una tecnica che permette di stoppare le corde con il palmo della mano destra per ottenere un suono caratteristico. Sperimentando con Rocksmith ci siamo resi conto che il gioco fatica a distinguere tra il Palm Mute e il semplice smorzamento effettuato con la mano sinistra.
"L'imprecisione della tecnologia viene fuori semplicemente sperimentando tutte le tecniche normalmente utilizzate con la chitarra"
Si tratta di piccole sbavature, che però assumono un certo peso per i musicisti più esperti. Esperti che, in Rocksmith, si scontreranno con l'aggiustamento automatico del livello di difficoltà studiato per prendere per mano i principianti e accompagnarli lungo un graduale processo di crescita.
Affrontando la Campagna, infatti, alcuni video doppiati in Italiano descrivono ogni singola tecnica presentata dal gioco, introducendo anche le varie prove che il giocatore è chiamato a sostenere. Queste prove passano da brevi sessioni di pratica a performance con interi brani, la cui completezza del tabulato dipende dal livello di abilità dell'utente.
In pratica Rocksmith verifica costantemente le prestazioni del giocatore, aggiustando di conseguenza il livello di difficoltà per rendere la sfida sempre coinvolgente. Questo sistema si rivela particolarmente valido per coloro che partono da zero, ma per chi ha già un minimo di dimestichezza e manualità con lo strumento diventa pericolosamente noioso, costringendo ad affrontare più e più volte la stessa canzone con minimi ritocchi al tabulato.
Al tempo stesso, ritrovarsi a suonare una canzone completamente nuova senza conoscerla non è immediato come in Guitar Hero o Rock Band. Personalmente nei vecchi giochi musicali iniziavo a suonare immediatamente a livello esperto, riuscendo nella maggior parte dei casi a completare le canzoni con ottimi risultati già al primo tentativo.
La maggior complessità della tastiera reale, invece, rende davvero difficile suonare a vista i nuovi brani, a maggior ragione se il livello di difficoltà automatico getta in pasto all'utente un tabulato schizofrenico, che prima presenta solo una manciata di note e poi, gradualmente, travolge con accordi complessi e riff sloga-falangi.
"Ritrovarsi a suonare una canzone completamente nuova senza conoscerla non è immediato come in Guitar Hero o Rock Band"
Fortunatamente è possibile scegliere i singoli brani per studiarli nel Ripetitore di Riff, isolando pezzi specifici per ripeterli al livello di difficoltà desiderato. Questa opzione è una vera manna dal cielo per chi vuole dedicarsi a una canzone in particolare per impararla alla perfezione, operazione consigliata per rendersi effettivamente conto dei progressi fatti giorno dopo giorno.
Particolarmente divertente, poi, è l'area del gioco in cui è possibile studiare divertendosi. I programmatori hanno infatti inserito all'interno di Rocksmith una serie di mini-giochi utili a rendere meno noiosa la continua ripetizione dei movimenti fondamentali sulla tastiera della chitarra.
Ecco, quindi, che mentre si abbattono decine e decine di anatre virtuali in una sorta di Duck Hunt musicale si impara a muoversi con disinvoltura lungo la tastiera dello strumento, o che freddando temibili zombie pixelosi si studiano accordi sempre più complessi, imparando anche a cambiare rapidamente la posizione delle dita sui tasti.
Un'altra opzione interessante è quella che permette di selezionare (dopo averli sbloccati andando avanti nella Campagna) una vasta gamma di amplificatori, effetti e pedali con cui creare il proprio sound ideale.
In questa modalità, in pratica, è possibile dare sfogo a tutta la propria creatività, sperimentando suoni ed effetti sempre diversi per trovare i più adatti al proprio tipo di musica, tutto senza essere legati a tabulati di alcun tipo.
Pur essendo un'esperienza principalmente votata al single player, Rocksmith contiene anche una modalità multiplayer che permette a due giocatori di suonare in locale lo stesso brano. Sarà quindi possibile ritrovarsi nei panni del chitarrista e del bassista del proprio gruppo preferito, suonando strumenti veri e, perché no, atteggiandosi come delle vere rock star.
Sebbene si riveli abbastanza divertente, comunque, questa modalità non è in grado di riprodurre le vibrazioni generate da Rock Band e da Guitar Hero. Mentre con i vecchi giochi musicali, infatti, chiunque poteva superare la timidezza iniziale e buttarsi nella mischia, magari a livello Facile, in Rocksmith per ottenere qualche risultato è comunque necessario che entrambi i giocatori conoscano almeno le basi degli strumenti chiamati in causa.
"Rocksmith non è un gioco ma un software didattico"
Si tratta però di una piacevole aggiunta che può dare vita a pomeriggi fuori di testa, se affrontata con le persone giuste. Considerando poi che in Rocksmith è impossibile fallire le canzoni, si può giocare tranquillamente senza l'incubo del Game Over.
Concludendo, Rocksmith non è un gioco ma un software didattico in grado di avvicinare persone completamente digiune di musica a due strumenti come la chitarra e il basso. Pur non sostituendosi alle lezioni vere e proprie, questo prodotto è in grado di fornire buone basi ai principianti assoluti, mettendo a disposizioni tabulati e divertenti esercizi a utenti di ogni livello.
Alcuni problemi tecnici (il ritardo del segnale, i menu caotici e la totale mancanza di caratterizzazione dal punto di vista grafico) lasciano parecchi margini di miglioramento, ma rispetto all'edizione americana sono già stati fatti evidenti passi avanti.
Se volete avvicinarvi al mondo della musica sfruttando la vostra amata console, Rocksmith è ciò che fa per voi, a patto che vi mettiate in testa di integrarne le lezioni con tanta pratica e, se possibile, con un corso di chitarra vero e proprio.