Shank 2 - review
Dedicato agli amanti dell'ultraviolenza.
Nonostante uno stile grafico particolare e accattivante, la violenza tarantiniana e l'appartenenza a un genere che spero non tramonti mai, ossia quello dei picchiaduro a scorrimento, il primo Shank ha ricevuto un'accoglienza abbastanza freddina.
Una certa mancanza di varietà e alcune lacune dal punto di vista della giocabilità, imperdonabili per un titolo in cui accumulare combo è fondamentale, sono stati i difetti che maggiormente hanno pesato sulle votazioni finali, senza dimenticare il prezzo, forse troppo alto.
Ciononostante, gli sviluppatori dello studio Klei non si sono persi d'animo, hanno ascoltato le critiche, si sono rimboccati le maniche e sono tornati ancora più duri e incazzati con Shank 2, un titolo che stavolta rende ampiamente omaggio alla categoria.
La storia è ovviamente un mero pretesto per accumulare mucchi di cadaveri in giro per lo schermo, e invece della vendetta stavolta a muoverci saranno i nobili ideali di libertà e democrazia, con cui cercheremo di rovesciare un regime dittatoriale. E visto che libertà e democrazia da sole non bastano, ad aiutarle ci saranno motoseghe, fucili a pompa, mitragliatori e machete.
"La prima e più importante differenza col primo capitolo è l'eliminazione del pulsante della parata a beneficio di una schivata"
La prima e più importante differenza di questo secondo capitolo è l'eliminazione del pulsante della parata a beneficio di una schivata, effettuabile con lo stick destro, che rende il ritmo di gioco ancora più fluido e che permette di combinare attacchi e fughe con maggiore efficacia.
Le combo di attacchi sono ancora il piatto principale del menù, e per aumentarne il numero potrete concatenare attacchi leggeri, potenti, armi da fuoco, armi raccolte sul posto, oggetti da lanciare, barili esplosivi, senza mai fermarsi, pensando sempre alla mossa successiva, in un balletto di ultraviolenza che non potrà non gratificare chiunque sia cresciuto a pane e Final Fight.
Un'altra critica mossa al primo capitolo era che, una volta trovate determinate armi, non si tornava più indietro, e sotto questo punto di vista non solo è aumentato l'arsenale, ma determinate armi sono più efficaci contro determinati nemici, quindi ogni situazione può essere risolta utilizzando non solo la propria voglia di distruzione, ma anche un minimo di strategia. Peccato però che le armi si possano cambiare solo quando si viene uccisi…
"Sotto il piano visivo il gioco ha potuto beneficiare di grossi miglioramenti"
Anche sotto il piano visivo il gioco ha potuto beneficiare di grossi miglioramenti. Le animazioni sono più fluide, i colori più vivi, c'è maggiore varietà nelle ambientazioni, con quell'adorabile aria da "fumetto pulp tratto da un film di John Woo" che già aveva impressionato in precedenza.
Le differenze tra questo capitolo e il precedente sono tali che nel riprendere in mano il primo si ha quasi la sensazione di giocare a un prototipo. Certo, questo discorso potrebbe essere fatto per molti altri giochi, ma nel caso di Shank le similitudini sono così tante che più che un sequel, sembra un remake. Evidentemente gli sviluppatori hanno colto l'occasione non per sperimentare nuove e geniali soluzioni, ma per correggere tutto ciò che era andato storto nel primo capitolo.
Ciò che non hanno corretto purtroppo è la longevità, perché nonostante una divertente modalità cooperativa online in stile Orda (ancora Orda? Ma non esistono altri modi per far giocare insieme due personaggi umani?), potrete tranquillamente finire Shank 2 in un paio di pomeriggi, facciamo tre se lo giocate al livello più difficile e vi impegnate a cercare ogni collezionabile.
Il che è un peccato, perché vista la varietà di ambientazioni, nemici e situazioni, poco sotto un mostro sacro come Metal Slug, quando si arriva alla fine è più il dispiacere che sia finito così presto che la soddisfazione per averlo terminato. Tuttavia, al prezzo di 800 Microsoft Point, viene anche difficile chiedere di più.