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Silent Hill: Book of Memories - review

L'orrore firmato Konami cambia stile.

Un Silent Hill che alle atmosfere della saga di Konami abbina il gameplay di un dungeon-crawler in stile Baldur's Gate? Difficilmente potrebbe esistere una ricetta più appetitosa per chi, come il sottoscritto, ha giocato fino allo sfinimento questa serie ed è invecchiato con i vari Dark Alliance e soci. Purtroppo però il risultato finale di questa potenzialmente devastante ricetta non è stato quello ottimale, ma sono sicuro che Book of Memories riuscirà comunque a ritagliarsi una dicreta fetta di appassionati.

L'inizio è piuttosto particolare e assomiglia più ad un teen-horror movie in stile Scream che ad un incubo proveniente dalla famigerata “collina silenziosa”. Si sceglie un personaggio, maschile o femminile, lo si personalizza con poche opzioni quasi unicamente estetiche e si parte per il primo labirinto.

Il gioco è strutturato in livelli, quindi dimenticatevi il free-roaming dell'ultimo Downpour e di tutti i Silent Hill precedenti. In Silent Hill: Book of Memories vi attende una serie di dungeon, composti da un numero variabile di stanze collegate tra loro da innocui corridoi. Imparerete quasi subito che le stanze si dividono in tre o quattro tipi principali: quelle in cui sarete chiamati ad un combattimento libero, quelle in cui rispettare alcune regole durante gli scontri vi frutterà un bonus supplementare, quelle che nascondono un enigma quasi sempre piuttosto semplice da risolvere e quelle in cui potrete salvare la partita o fare acquisti per potenziare il vostro equipaggiamento.

All'inizio del gioco è possibile scegliere uno degli amuleti, che influiscono sulle caratteristiche del personaggio per tutta la durata dell'avventura.

L'architettura di tutti i labirinti si ripete quasi sempre in maniera identica e questo non giova sicuramente alla varietà di situazioni proposte. Anche la storia che fa da contorno al gioco è abbastanza trascurabile e viene raccontata in maniera estremamente frammentata attraverso dei documenti sparsi nei livelli e delle brevi registrazioni audio.

"Il gioco è strutturato in livelli, quindi dimenticatevi il free-roaming dell'ultimo Downpour e di tutti i Silent Hill precedenti"

In ogni “dungeon” c'è anche una sfida supplementare ma al tempo stesso facoltativa da portare a termine, che quasi sempre consiste nel trovare un determinato numero o tipo di oggetti. Ogni impresa portata a termine consente di guadagnare un'arma particolarmente potente o un amuleto che aumenti le caratteristiche vitali del personaggio.

Nel corso del gioco il protagonista guadagna esperienza come nel più classico action-GDR, ed ogni passaggio di livello consente di aumentare le sue caratteristiche di base che sono poi le solite: forza, agilità... e così via. Esplorando ogni singolo anfratto dei labirinti è possibile venire in possesso di nuove armi (che si consumano con l'uso ma possono anche essere riparate prima che diventino inutilizzabili), ma anche di amuleti particolari in grado di alterare le suddette caratteristiche.

Le opzioni di personalizzazione del personaggio all'inizio sono piuttosto basilari, ma si possono acquistare oggetti nel corso del gioco.

Il gameplay di Silent Hill: Book of Memories quindi non porta nulla di nuovo ad un genere del quale negli anni si è abusato fino alla nausea e sicuramente farà anche storcere il naso ai puristi della saga Konami, eppure c'è qualcosa in questo titolo di assolutamente ipnotizzante. La sua ripetitività diventa quasi una droga e nonostante non possegga il fattore “loot” di altri titoli simili, è molto difficile staccarsi.

"La classica frase “faccio un altro livello e poi basta” si addice perfettamente a questo gioco"

La classica frase “faccio un altro livello e poi basta” si addice perfettamente a questo gioco. Dite la verità: non avreste mai pensato che potesse accadere in un Silent Hill, vero? Eppure è così. Nonostante tecnicamente non renda assolutamente giustizia all'hardware su cui gira (avrebbe potuto tranquillamente viaggiare su una PSP e il sonoro si limita a qualche campionamento musicale “Yamaoka Style”), nonostante i suoi caricamenti fastidiosamente lunghi (ma fortunatamente non frequentissimi) e nonostante si capisca fin da subito che il team di sviluppo non si sia sforzato più di tanto per tentare di far correre davvero qualche brivido sulla schiena dei giocatori, na serie di dungeon è comunque un gioco capace di catturare il giocatore.

Le stanze-enigma a cui facevo riferimento poco fa sono anch'esse ripetitive ma possono essere “risolte” in tre modi differenti (Oscurità, Luce e Neutrale) e, a seconda delle vostre scelte, qualcosa nel finale del gioco cambierà. Sì, perché anche in Silent Hill: Book of Memories, come da tradizione, esiste più di un finale e vi assicuro che la voglia di vederli tutti non tarderà a farsi sentire se siete amanti del genere.

Volendo è anche possibile affrontare il gioco in modalità cooperativa con altri tre giocatori, sia in locale che via Internet.

Una delle poche, vere novità del gioco è rappresentata dalla possibilità di scegliere in alcuni casi se allinearsi al cammino d'Ombra o a quello di Luce. Ogni nemico che abbatterete, ad esempio, rilascerà una sorta di “residuo ectoplasmico” chiaro o scuro. A seconda di quale sceglierete di raccogliere un indicatore su schermo si sposterà da una parte o dall'altra. Il risultato più evidente di questo orientamento è rappresentato dal fatto che alcuni mostri appartenenti al vostro stesso allineamento potrebbero non attaccarvi e rivolgere le loro “attenzioni” verso altri bersagli.

"Orientando il karma in senso totalmente positivo o negativo si possono poi ottenere anche attacchi o poteri speciali"

Orientando il karma in senso totalmente positivo o negativo si possono poi ottenere anche attacchi o poteri speciali, oltre che cambiare ulteriormente il finale della storia, ma questo richiede parecchio tempo. Viene da chiedersi perché tale idea non sia stata implementata in maniera più immediata ed efficace, visto che il gioco non è sicuramente tra i più longevi in circolazione.

Le caratteristiche peculiari di PlayStation Vita non sono state fortunatamente inserite a forza nel gameplay del gioco. Le uniche “concessioni” fatte al nuovo hardware Sony sono rappresentate dall'utilizzo dello schermo touch per la selezione dei menu, la risoluzione degli enigmi proposti alla fine di ogni livello e poco altro.

Il trailer di lancio di Silent Hill: Book of Memories.

Come detto poche righe fa, Silent Hill: Book of Memories è sicuramente uno di quei giochi in grado di spaccare in due critica e gusti. Se state cercando un buon Silent Hill “classico”, l'unico modo che avete per tornare alle origini di questa saga è recuperare la recente Collection HD. Se pensate invece di poter convivere con un cambio di rotta così netto e con un gameplay più adatto ad un action-GDR, potreste trovare più di un motivo per acquistarlo.

7 / 10