Silent Hill HD Collection - review
Della stessa materia di cui son fatti gli incubi...
Difficile migliorare qualcosa di già praticamente perfetto. Potremmo aggiornarne il comparto grafico ripulendo quelle imperfezioni legate ai limiti di un vecchio hardware, convertire il tutto nell'oramai irrinunciabile alta definizione e arricchirlo con altri piccoli miglioramenti o modalità di gioco alternative: certo, tutto sarebbe più bello e appagante, affine ai gusti di un pubblico il cui palato, negli anni, è divenuto via via più esigente.
Uno sforzo di lavoro non indifferente, e trattandosi di una riedizione in HD a dir poco dovuto. Ma ciò che rende questa Silent Hill HD Collection imperdibile sia per gli amanti di uno dei brand cruciali nell'intera storia del gaming, sia per i neo-visitatori del lugubre paesino americano, ha poco ha che fare con quanto di nuovo apportato dal team di sviluppo: nulla è infatti migliore di quanto rimasto invariato in tutti questi anni.
Silent Hill HD Collection ripropone al giocatore il secondo e il terzo capitolo della saga, arricchendone la già ragguardevole offerta con Born From a Wish, l'episodio aggiuntivo disponibile nell'edizione speciale di Silent Hill 2 avente per protagonista la misteriosa Maria. Se dal punto di vista narrativo, com'è lecito immaginare, non abbiamo ravvisato differenza alcuna rispetto a quanto provato quasi una decade fa, l'impressione iniziale che regala il revamp grafico operato Konami è assolutamente positiva, come già accaduto con la Metal Gear Collection.
Entrambi i titoli godono di una resa visiva notevole. L'alta definizione permette di cogliere dettagli molto contenuti, quali i particolari delle vetrine/insegne o i grotteschi orrori che ricoprono i volti dei vari mostri: perle che, per ovvi motivi, difficilmente avremmo potuto notare nella generazione di console precedente. Anche la volumetria della nebbia, protagonista indiscussa sin dalle prime incarnazioni di Silent Hill, appare più reale, seppur soffra alle volte di texture più slavate di altre: l'imperscrutabile oceano bianco "dei bei tempi" si trasforma in un velo torbido e verosimile, dal cui fondo fa flebilmente capolino l'architettura cittadina.
Se la resa poligonale e la texturizzazione dei modelli, nel complesso, raggiungono dei livelli più che accettabili (non dimenticate che si tratta pur sempre di un remaster di due titoli con tanti anni sul groppone), davvero estasiante è l'altalena di chiaroscuri ricreata da un sistema di illuminazione perfetto, affidato ancora una volta ad una torcia che diffonde una pallida luce in un oceano di penombre. Inutile raccontarvi come tutto questo finisca per stuzzicare l'ansia e l'irrequietezza del giocatore.
"Silent Hill HD Collection ripropone al giocatore il secondo e il terzo capitolo della saga"
Sul fronte sceneggiatura, dicevamo, niente è cambiato. In Silent Hill 2 torneremo a vestire i panni di James Sunderland, richiamato alla lugubre cittadina da una laconica lettera che porta in calce la firma della defunta moglie. Malato, psicologicamente subdolo e fomentatore di un senso di precarietà costante per tutta la ricerca della sfortunata consorte, quello che da molti viene considerato il miglior capitolo della saga, nonché un indiscusso caposaldo dell'horror, catapulta il giocatore in una dimensione paradossale dove l'amore si alterna ad altri temi ben più opprimenti quali l'abuso sessuale, il suicidio o l'omicidio in serie.
Un autentico pugno nello stomaco zeppo di deformi allegorie (in special modo una volta messo piede nell'Otherworld) e di raccapriccianti creature, personificazione delle paure più profonde e irrazionali di James. Silent Hill rappresenta l'inquietante metafora della psiche tormentata del suo protagonista, una scatola cinese fatta di incubi, fobie e incertezze capace di logorare i nervi del giocatore al punto da destabilizzarne ogni certezza.
Potremmo quasi affermare che il solo SH2 valga l'acquisto di questa Collection, ma non sarebbe tuttavia corretto glissare sugli innegabili meriti del terzo capitolo, l'ultimo effettivamente capace di ricreare quel legame viscerale tra città e protagonista destinato poi a perdersi nelle produzioni successive. Diretto seguito del capostipite della serie, SH3 narra le vicende dell'adolescente Heather dopo la morte del padre, quell'Harry Mason che molti di voi ricorderanno con piacere.
"Grafica a parte, le novità più interessanti investono il solo secondo episodio"
Pur non così emotivamente intenso e ingarbugliato come il suo predecessore, questo episodio offre una narrativa intensa e sfaccettata, che mescola al tradizionale gore concetti presi in prestito dalla filosofia e dalla religione, convogliandoli in una serie di omicidi rituali facenti riferimento ad un'oscura setta priva di alcuno scrupolo nella sua lucida follia. Il tutto condito da atmosfere sanguinolente, personaggi al limite della psicosi e dal mai troppo lodato tocco di classe di Akira Yamaoka, unico nel creare colonne sonore strazianti e quanto mai in linea con lo spirito del gioco.
Grafica a parte, le novità più interessanti investono il solo secondo episodio: avviata una nuova partita sarà infatti possibile scegliere tra due tipologie di voice over, rispettivamente l'originale e una nuova versione appositamente doppiata per questa ri-edizione. Quest'ultima, a nostro modo di vedere, si conferma superiore se paragonata al doppiaggio originale, non particolarmente brillante e incapace di veicolare gran parte delle emozioni dei personaggi in gioco. L'update sonoro non investe invece SH3, vista la buona qualità del materiale originale.
La grandezza della Silent Hill HD Collection coincide dunque con il suo glorioso passato, una commistione perfetta come poche di narrazione digitale, design pionieristico e dell'horror più introspettivo. Certo, attingere a piene mani dal remoto vissuto trascina con sé alcune imperfezioni a livello di gameplay, più legnoso e meno reattivo di un qualsiasi survival horror o TPS recente.
Il taglio volutamente cinematografico della telecamera, alle volte, si traduce in angoli morti da cui uscire difficilmente senza impaccio, così come il sistema di controlli nelle fasi più concitate non gode della stessa immediatezza ravvisabile, tanto per citare un degno erede, in Dead Space: un retaggio comprensibile trattandosi di meccaniche non propriamente al passo coi tempi ma che, pur non pregiudicando l'esperienza del giocatore, rischia di allontanare l'utenza più giovane.
"Attingere a piene mani dal remoto vissuto trascina con sé alcune imperfezioni a livello di gameplay"
Nettamente più fastidiosi sono invece gli evidenti cali di frame rate in SH3 nelle situazioni dove la presenza nemica si fa più massiva e alcune asincronie dei dialoghi nelle cut scene, legati in special modo al nuovo doppiaggio di SH2. Nulla che possa far rimpiangere l'eventuale acquisto o che un paio di patch non possano correggere tranquillamente, per carità, ma proprio in virtù del valore intrinseco di questa Collection trattasi di bug e leggerezze di cui avremmo fatto volentieri a meno e il cui peso, in sede di giudizio, non può essere trascurato.
Al di là di tutto, se siete alla ricerca di qualcosa che vi faccia tremare sulla sedia o, in molti casi, spegnere la console anzitempo obbligandovi a riprendere l'avventura in pieno giorno e magari in compagnia, difficilmente riuscirete a trovare qualcosa di più indicato di questa Silent Hill HD Collection. L'ultima operazione Amarcord targata Konami è quanto di più indicato ai giovincelli per godere appieno di parte di una saga che ha riscritto i dettami del terrore su console, ricordando allo stesso tempo anche ai più attempati che non si è mai troppo vecchi per sentire la paura scorrere gelida sotto la pelle.
Un capolavoro eterno capace di uscire ancora quasi indenne dalla prova del tempo, ancora pregno della purezza del survival horror: se la paura è il vostro pane quotidiano e avete abbastanza fegato da affrontare un paio di fastidiose imperizie tecnologiche, difficilmente dovreste nutrire ancora qualche dubbio sull'acquisto. Gli amanti irriducibili di Silent Hill si sentano invece liberi di aggiungere un buon punto al voto finale e, già che ci sono, corrano al negozio più vicino.