Sly Cooper: Ladri nel Tempo - review
Ladri all'antica.
In un'epoca di seguiti e serie inflazionate, che in alcuni casi devono prendersi anche delle pause di riflessione per permettere all'interesse del pubblico di rigenerarsi, un quarto episodio dovrebbe teoricamente partire senza alcun fattore novità dalla sua. Nel caso di Sly Cooper parliamo però di un ritorno sulle scene dopo ben otto anni, e addirittura di un debutto sull'attuale generazione di PlayStation se si esclude il remake HD della serie The Sly Collection.
A otto anni e una generazione di console di distanza dall'ultimo episodio originale della serie, Sly Cooper: Ladri nel Tempo si ripresenta quindi con una certa freschezza, nel tentativo di rilanciare la serie ed evitare che passi quasi un'ulteriore decade di qui al prossimo episodio.
Non ci spingiamo oltre con gli excursus temporali, perché il gioco stesso è basato sul concetto di viaggio nel tempo. Ladri nel Tempo riprende infatti le vicende della banda di Sly e dei personaggi collaterali come Carmelita Fox e rimescola il tutto, utilizzando come collante un viaggio nel tempo senza soluzione di continuità, in cui al gruppo si aggiunge di volta in volta un antenato di Sly che dovrà essere tirato fuori dai guai.
La trama ruota intorno alla sparizione di alcune pagine del Thievius Raccoonus, il libro che custodisce i segreti dell'arte del furto della celebre famiglia Cooper, in perfetto stile Ritorno al Futuro. La geniale tartaruga Bentley riunisce allora la banda e le investigazioni partono da un furto in un museo... un insieme di stereotipi che servono più che altro a puntellare l'azione e che passano infatti ben presto in secondo piano.
"Già dalla prima missione si nota che i livelli sono discretamente estesi e articolati"
Ogni scenario può essere visitato liberamente alla ricerca di tesori ed extra collezionabili, oppure scegliendo il personaggio previsto per la missione di turno e dandosi da fare per muovere gli eventi, recandosi nei luoghi indicati o compiendo alcune azioni ben precise.
Già dalla prima missione si nota che i livelli sono discretamente estesi e articolati: anche se gli oggetti collezionabili non sono affatto pochi, trovarli nell'intrico di piattaforme e strutture sviluppate anche in verticale non rende la ricerca facile. Molto più lineare invece la progressione lungo la trama grazie alla presenza di strumenti come mappa e bussola, e alla possibilità di richiamare un indicatore che mostra la posizione del checkpoint successivo rispetto al personaggio utilizzato.
I personaggi principali sono i tre membri della banda: Sly, la tartaruga Bentley e l'ippopotamo Murray, ben definiti nei rispettivi ruoli e nelle capacità che permettono di intuire la natura di una missione in base al personaggio indicato, prima ancora di cominciarla. Sly è l'ovvio protagonista quando si tratta di infiltrarsi e sgattaiolare, Bentley è un mago della tecnologia in grado di hackerare terminali e utilizzare una serie di gadget per effettuare pedinamenti, mentre Murray è il combattente del gruppo.
"Le abilità di Sly si moltiplicano grazie ai costumi che possono essere recuperati nelle varie epoche"
Le capacità dei due soci di Sly e degli altri personaggi che entrano di volta in volta a far parte del gruppo sono spesso utilizzate all'interno di mini giochi di varia natura: le operazioni di hacking di Bentley possono prendere la forma di sparatutto alla R-Type (con le dovute proporzioni del caso) con tanto di potenziamenti multipli, di puzzle game e platform alla Marble Madness, Super Monkey Ball e così via. Alcune di queste sezioni si basano sul Sixaxis e prevedono l'inclinazione diretta del joypad, e tutte in generale rappresentano piacevoli diversivi che durano il giusto.
Nel caso di Murray i mini giochi sconfinano nell'assurdo, inteso in senso positivo, e in più di un caso sono in grado di strappare qualche sentita risata. Le abilità di Sly si moltiplicano invece grazie ai costumi dai vari effetti che possono essere recuperati in ogni epoca. Il costume da samurai permette al procione di passare inosservato alle guardie del livello giapponese e lo rende immune al fuoco, mentre quello da arciere dà accesso all'abilità di scoccare frecce verso bersagli lontani e creare così funi sospese su cui muoversi. Questi sono solo due esempi, e in alcuni casi un costume conferisce più di un'abilità da utilizzare in base alla situazione. Carmelita e gli antenati di Sly hanno invece abilità ben specifiche che vengono sfruttate in sezioni pensate appositamente per farne ampio uso.
Di sicuro il team Sanzaru non ha lesinato sulla varietà, col risultato che le situazioni si susseguono a buon ritmo e alternandosi in maniera efficace, rendendo l'incedere tra i livelli abbastanza naturale e tenendo lontana la noia. Forse le sezioni meno avvincenti sono proprio quelle platform, che dovrebbero costituire l'essenza del gioco, a causa di spostamenti molto facili e di piattaforme immediatamente identificabili grazie a un leggero bagliore blu e raggiungibili (se a tiro) tramite la pressione di un tasto dedicato.
"I nemici hanno una visuale molto ristretta, ed evitare lo scontro non è un problema"
Anche i combattimenti non sono un gran problema, e i potenziamenti come le mosse più elaborate acquistabili nel covo tra una missione e l'altra tramite la sezione denominata "Ladronet" non sono propriamente indispensabili. Avere la peggio non ha conseguenze particolarmente gravi: un simil-rewind o nel peggiore dei casi una nuova partenza dall'ultimo checkpoint sono fin troppo comodi e abbassano notevolmente il livello di sfida. Le monete che fungono da valuta per gli acquisti su Ladronet possono essere reperite ovunque in una quantità di modi, altra ragione per non impegnarsi in combattimento allo scopo di recuperarle dai nemici sconfitti.
I nemici hanno poi una visuale molto ristretta e spostarsi, anche correndo, da un estremo all'altro della mappa evitando lo scontro non è un problema. Il difficile sta più nel trovare e raccogliere tutti i tesori nascosti sparsi nei livelli, una sfida decisamente superiore alle sezioni "principali". Quando si sceglie di cimentarsi in un combattimento, o nei rari casi in cui lo scontro è inevitabile, è sufficiente affidarsi alla solita combo per avere ragione del nemico di turno o scappare precipitosamente nell'improbabile eventualità che le cose si mettano male. L'unica eccezione al basso livello di difficoltà generale sono gli scontri con i boss di fine livello, molto vari e previsti non solo per Sly (quando c'è di mezzo Murray il simil-rhythm game è quasi immancabile).
La grafica fa il suo dovere in pieno, con un buon uso del Cel Shading che rende gli ampi scenari molto evocativi. Per una volta lo stile cartoon non viene utilizzato come scusa per spacciare una grafica dai toni blandi, e la palette molto vivace si rivela perfettamente azzeccata, a parte forse un paio di aree dalle tonalità troppo scure. Lo stesso stile grafico viene ripreso per le scene di intermezzo che illustrano il dipanarsi della trama e che risultano piacevoli ma a lungo andare troppo frequenti.
"Per una volta lo stile cartoon non viene utilizzato come scusa per spacciare una grafica dai toni blandi"
Un altro dei problemi di questo nuovo Sly Cooper è infatti l'occasionale spezzettatura dell'azione. I caricamenti troppo lunghi e la brevità di alcune missioni si traducono a volte in lunghe pause intervallate da qualche minuto di gioco, un cattivo bilanciamento che per fortuna rappresenta l'eccezione e non la regola. Anche durante le sequenze di azione, spesso la voce di un personaggio di supporto sottolinea ripetutamente cosa sia necessario fare per proseguire, trasformandosi in un tutorial a volte fastidioso. Mediamente, la presentazione audiovisiva evidenzia comunque una buona cura da parte di Sanzaru: per quanto riguarda la nostra lingua, il doppiaggio in italiano si piazza invece nel mezzo, senza stonare né brillare in maniera particolare.
È da considerare che andando avanti nel gioco non si rimane mai stupiti da trovate o idee particolarmente creative. Tutta l'esperienza di gioco di Sly Cooper: Ladri nel Tempo è più un mix di idee riprese da vari giochi che una formula con una identità ben definita, ma non prendete questa semplice considerazione come una critica. In realtà è difficile sentire il bisogno di diversivi quando a ogni angolo il gioco propone una situazione diversa senza riciclare troppo frequentemente i vari mini-giochi.
Sanzaru è poi riuscita a centrare una durata totale appropriata, che porta a concludere la sezione principale del gioco prima di cominciare ad annoiarsi. Oltre la storyline principale, c'è comunque tutta una serie di oggetti e tesori da raccogliere che dovrebbero tenere impegnati i completisti per svariate ore. Quale che sia il vostro approccio al gioco, in Sly Cooper: Ladri nel Tempo troverete un platform ricco di contenuti senza particolari spunti ma ben realizzato e mai afflitto da problemi particolarmente evidenti.
L'entusiamo di Sanzaru (che realizzò di propria iniziativa un prototipo del gioco da mostrare a Sony, il resto è facile immaginarlo) e la volontà del team di creare un gioco capace di intrattenere e divertire il giocatore si vedono. Non sempre battute e gag riescono a raggiungere il proprio scopo, soprattutto a causa della perdita di alcune sfumature e doppi sensi nella trasposizione in italiano, ma in generale il gioco riesce in tutti gli scopi che si prefigge, primo tra tutti divertire.
È innegabile che il team non abbia osato a livello di game design, ma visto che la serie è stata assente dalle nostre console per anni neanche si sente la mancanza di particolari soluzioni creative. Per una rivisitazione più profonda della serie ci sarà tempo in futuro, per ora Sly Cooper è riuscito nel suo balzo nel tempo che riporta su PS3 e Vita quanto di buono c'è stato nella serie.
Sly Cooper: Ladri nel Tempo sarà disponibile a partire dal 27 marzo.