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Soul Sacrifice - prova

Cosa siete disposti a perdere?

Dopo l'entusiasmante successo riscosso in Giappone, dove ha finalmente portato PlayStation Vita in testa alla classifica di vendita dell'hardware (seppur per sole due settimane), Soul Sacrifice si appresta ad arrivare anche in Europa e in Italia, dove sarà disponibile sia in formato fisico che digitale dall'1 maggio.

In attesa della versione completa del gioco, abbiamo potuto provarne in anteprima la demo che sarà scaricabile da domani. Una versione dimostrativa che ci ha dato molto più di una semplice idea sulle potenzialità della nuova creatura di Keiji Inafune, il coraggioso designer che ha lasciato anni or sono una posizione onorevole in Capcom per tentare l'avventura dell'indipendenza e lavorare su questo progetto insieme a Marvelous AQL e Japan Studio.

Tra gli aspetti più interessanti dell'intera produzione figurano senz'altro le tematiche, sorprendentemente mature per un titolo portatile: si passa dal sacrificio, naturalmente la colonna portante del gioco, ad amore, amicizia, dovere e le loro continue contrapposizioni con poche e toccanti righe di testo, musiche struggenti nonché orecchiabilissime e un doppiaggio in lingua inglese estremamente riuscito.

Salvare o sacrificare? È questo il dilemma…

Ma il concetto di sacrificio non si ferma alla pura forma e, come vedremo più avanti discutendo del sistema di combattimento, pervade tutte le meccaniche che influenzano il profondo gameplay del titolo pubblicato da Sony. È così che per migliorare il proprio personaggio e le sue abilità si fanno delle "offerte", che si sceglie se tenere in vita o meno l'avversario messo al tappeto, che si rinuncia ad un'anima, a chiunque essa appartenga, o ad una parte di sé per risolvere uno scontro particolarmente ostico.

L'avventura di Soul Sacrifice inizia nel covo di un misterioso stregone, che imprigiona sistematicamente dei malcapitati prima di eliminarli ed assimilarne le forze. Il giocatore, uno di questi reclusi, si ritrova al termine di qualche breve sequenza introduttiva a conversare con Librom, un libro magico parlante, che gli farà rivivere la storia di un suo sfortunato predecessore per apprendere il modo in cui potrà evadere.

"Un misterioso stregone imprigiona dei malcapitati prima di eliminarli ed assimilarne le forze"

Come per l'idea del sacrificio, Librom non è un semplice espediente narrativo ma un vero e proprio oggetto di gioco, con la sua utilità nelle fasi che precedono le missioni. Il libro magico sprigiona infatti delle lacrime, da raccogliere con un suggestivo utilizzo del touchscreen, capaci di resuscitare i compagni caduti sul campo e ripristinare parti del corpo che altrimenti rimarrebbero ustionate.

Sarebbe stato meglio non farla arrabbiare, quell'arpia…!

Il dipanarsi di quest'avventura è regolato da un sistema di missioni, più o meno chiuse in compartimenti stagni a seconda della loro importanza ai fini della trama, che compongono i capitoli di Librom. Tali missioni sono delle autentiche battute di caccia al mostro, ordinate dai piani alti dell'organizzazione di stregoni di cui il protagonista vuole conquistare la fiducia: si tratterà principalmente di battere un tot di nemici poco impegnativi e un boss di fine livello che potrebbe sopravvivere anche più di dieci minuti, in base al grado di difficoltà (espresso in stelle) della quest.

Giacché si parla di un action, il sistema di combattimento riveste un'importanza notevole per l'apprezzamento complessivo del titolo e va riconosciuta subito la profondità di quello escogitato da Inafune. Il protagonista, accompagnato da uno o due personaggi secondari sia offline che nelle partite in rete, può evocare diverse abilità ed armi per gli scontri ravvicinati o dalla distanza, ma anche per curare sé stesso e i membri del suo party.

"Va riconosciuta subito la profondità del sistema di combattimento escogitato da Inafune"

La difficoltà più grande sta nella limitatezza dei lanci, ossia nel numero ridotto di volte in cui sarà possibile utilizzare la stessa "mossa": è possibile ricaricarli scovando le offerte sparse in giro per le ambientazioni o rinnovandole, se proprio sono scadute, al termine della sessione corrente. Qualunque sia la vostra scelta, è fondamentale che prestiate particolare attenzione ai lanci se non volete ritrovarvi più che in battaglie, in lunghe ed inesorabili agonie fatte di continui tentativi e fallimenti.

Keiji Inafune spiega Soul Scrifice.

A chiudere il quadro del combattimento ci sono dei veri e propri "perk", che permettono a seconda del proprio orientamento (buoni o cattivi) di incidere sulle performance del protagonista con più potenza magica, più salute e via discorrendo.

Osservato quanto accade durante i combattimenti, è senz'altro interessante fare lo stesso con ciò che succede prima e dopo di essi. Nelle fasi che precedono gli scontri, infatti, è possibile preparare il proprio arsenale e scegliere sia le abilità da portarsi in missione che gli alleati. Come anticipato poche righe fa, i lanci vengono rinnovati con le offerte trovate nelle location di gioco: tali offerte possono anche essere unite per ottenere risultati ancora superiori e far crescere il livello delle skill, che vanno da un pugno infuocato ad un'ascia dalle proprietà magiche.

"Al termine dei singoli scontri, battuto un nemico, è possibile determinarne la sorte: vita o morte"

Al termine dei singoli scontri, battuto un nemico, è inoltre possibile determinarne la sorte: vita o morte di un mostro, insomma, dipenderanno da una scelta del giocatore. Nel caso voglia salvarlo, si ritroverà con più punti salute e una creatura inerme (felini, roditori, volatili) di fronte a sé; al contrario, sacrificandolo si faranno crescere le qualità magiche del protagonista, portandolo lentamente verso il suo lato oscuro.

Anche nei combattimenti con nemici dall'alto non abbiamo riscontrato problemi di inquadrature.

La medesima decisione va presa quando a cadere è un compagno di squadra o lo stesso personaggio principale. Optando per la salvezza sarà possibile contare su un party più corposo, mentre il sacrificio risulterà in una potente mossa che potrebbe mettere K.O. il boss di turno. Sacrificando la propria corporeità, il protagonista rinascerà sotto forma di spirito e potrà influenzare i combattimenti, alterando in negativo le difese del nemico o in positivo gli attacchi del compagno. Ci chiediamo solo come sarebbe stato avere anche un meccanismo per regolare la fiducia tra un alleato e l'altro...

Terminato il nostro viaggio nelle meccaniche prettamente ludiche di Soul Sacrifice, possiamo concederci un breve excursus sulle sue qualità tecniche. La prima impressione è che si sarebbe potuto lavorare meglio sulle ambientazioni, alquanto ristrette e spesso anonime, nonché caratterizzate da un aspetto non troppo vicino all'alta definizione di cui è capace PS Vita.

"Col progredire della storia il comparto grafico non fa grandi passi in avanti ma le location sì"

Col progredire della storia il comparto grafico non fa grandi passi in avanti ma le location sì, presentando una maggiore complessità e mettendo in campo degli elementi utili ai fini del gameplay: armi efficaci contro i mostri che popolano l'area, offerte o semplici fonti di energia sono fortunatamente all'ordine del giorno.

Sacrificare rende il personaggio un combattente assetato di sangue e votato all'attacco.

Non mancano neppure le texture slavate e un insieme di effetti che, nel complesso, paiono destinati a far sfigurare l'hardware portatile di nuova generazione assemblato da Sony. Se questo sia un segno o meno dell'arretratezza nipponica in fatto di sviluppo, potremo dirlo soltanto di fronte alla versione completa del gioco, già disponibile nella terra del Sol Levante ma nei negozi occidentali soltanto tra poco più di due settimane.

E se l'unico difetto dovesse restare il comparto grafico, di fronte ad un titolo profondo ed ispirato qual è Soul Sacrifice, saremmo disposti a chiudere anche più del classico occhio.