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Spelunky - review

Una piccolo tesoro in tasca.

C'era una volta Spelunky, un bizzarro e originale platform 2D per PC creato da un ragazzo di nome Derek Yu. Lanciato sul finire del 2008 in via totalmente gratuita, nel giro di pochi mesi divenne un piccolo must-have per gli amanti dei giochi indipendenti, tanto che subito dopo il rilascio del codice sorgente (nel Natale del 2009), Yu si mise al lavoro per una nuova versione completamente ridisegnata per Xbox 360.

L'esclusiva temporanea per la console Microsoft uscì nell'estate del 2012 e ricevette perfect score dalle più importanti testate del settore e diversi riconoscimenti nell'ambiente indie, ma seppur il titolo Mossmouth non fosse esente da difetti (vedi la sua estrema la sua difficoltà), riuscì a piazzare oltre 350 mila copie nei 6 mesi successivi al lancio.

Ed ecco che Spelunky arriva anche sulle due console di Sony con alcune novità interessanti, come la possibilità di giocare partite co-op in locale tra PS3 e Vita, ma ne parleremo nel dettaglio più avanti. In Spelunky prenderemo il controllo di uno speleologo senza nome che si avventura in una caverna piena di trappole, nemici, oggetti e tesori, alla ricerca della leggendaria Città dell'Oro. La caratteristica più interessante è senza dubbio quella della varietà delle ambientazioni che cambiano ad ogni nuova partita, regalando quindi una longevità praticamente infinita al gioco.

Prima di fare i salti di gioia è meglio che cominciate a fare i conti con la bastardissima difficoltà degna dei migliori videogames usciti negli anni '80 e '90, che hanno regalato centinaia di notti insonni ai di giocatori in tutto il mondo. Una semplice statua di pietra che nasconde una freccia letale, un morso di ragno, una caduta da una piattaforma troppo alta, sono solo alcuni esempi di come sia possibile passare all'aldilà e perdere tutti nostri averi.

Ogni livello è infestato di trappole e nemici di ogni genere. Se siete giocatori che non amano le sfide, lasciate perdere questo gioco.

Non solo, una volta sopraggiunta la morte perderemo tutto l'oro e i progressi ottenuti e toccherà ripartire daccapo, con un nuovo livello, trappole e oggetti posizionate su altre piattaforme e così via. Se siete giocatori che non amano le sfide e si scoraggiano in tempi brevi, tenetevi alla larga dal titolo Mossmouth. Comunque sia, i controlli fanno quasi sempre il loro dovere, e sarà quindi compito del giocatore osservare per bene ogni dungeon prima di un salto o di una mossa azzardata.

"Si può distruggere praticamente ogni centimetro delle caverne utilizzando le bombe o gli attrezzi che troveremo scavando nelle rocce"

Si può distruggere praticamente ogni centimetro delle caverne utilizzando le bombe o gli altri attrezzi che mano a mano troveremo scavando nelle rocce, e non vi è alcun modo di rimanere bloccati nei livelli, nonostante questi siano in apparenza dei terribili labirinti senza fine. Oltre alle 4 zone esplorabili (le miniere, la giungla, le caverne ghiacciate e il tempio), sono presenti diverse aree bonus raggiungibili trovando oggetti particolarmente rari, oppure scovando i passaggi segreti disseminati in alcuni dungeon. Questi contengono alcuni tra le più originali e divertenti creature che ci sia mai capitato di trovare in un videogioco: si inizia con i classici serpenti e ragni, passando per yeti, mammut, alieni, vampiri, baby vermi, fino ad arrivare a strane creature mitologiche e ad altri personaggi non meglio classificabili.

Durante le nostre "passeggiate" troveremo un paio di strampalati tizi che offrono oggetti più o meno utili (acquistabili con l'oro raccolto), per renderci leggermente la vita più facile. Peccato soltanto che la (poca) merce in vendita sia completamente casuale e nel caso avessimo disperato bisogno di bombe o di un altro oggetto specifico, dovremo per forza di cose portare pazienza.

Sacrificare oggetti sugli altari delle divinità è cosa buona e giusta se non volete che queste vi scaglino contro imponenti massi o altre maledizioni.

Oltre all'avventura principale potremo cimentarci in appassionanti sessioni co-op con altre 3 persone in locale (no, niente multiplayer online nemmeno in questa versione), che senza dubbio risulta avvincente grazie alla possibilità di giocare indipendentemente sullo schermo di PS Vita senza dover per forza rimanere in uno spazio delimitato come nella versione da salotto.

"La modalità deathmatch è giocabile anche in singolo contro 3 personaggi controllati dalla CPU"

La modalità "deathmatch" invece è giocabile anche in singolo contro 3 personaggi controllati dalla CPU e sono disponibili oltre 70 livelli differenti ambientati in 9 location. Numero di vittorie, vite, bombe e corde sono a discrezione del giocatore, che può personalizzare gli incontri come meglio preferisce, peccato solo che l'azione sullo schermo risulti fin troppo frenetica per capire quello che sta accadendo. Bombe che volano in ogni dove, frustate a destra e a sinistra e morti improvvise sono all'ordine del giorno: preparate quindi una buona dose di pazienza se avete intenzione di addentrarvi in questa modalità,

Chiudono la lista delle feature una pagina che riepiloga le immancabili statistiche, un libro che raccoglie le informazioni di tutte le creature, le location e quant'altro raccolto durante la campagna principale e le classifiche mondiali per vedere in quanto tempo i nostri amici e altri giocatori da tutto il mondo hanno impiegato per portare a termine il gioco (sappiate che, sapendo come fare, si può completare in meno di 4 minuti).

La grafica non è di certo il piatto forte della produzione ma seppur non brilli sotto l'aspetto tecnico e la varietà dei colori utilizzati, veder muovere sullo schermo il piccolo esploratore e le creature che infestano i dungeon è una piccola gioia per gli occhi, grazie anche alle forme arrotondate dei personaggi che gli trasmettono un'anima fanciullesca.

Dopo ogni game over comparirà una pagina che riassume tutte le statistiche della partita appena portata a termine.

Anche la colonna sonora nasconde un'anima retrò, con semplici ma efficaci brani 16-bit che rievocano felici ricordi a coloro che hanno speso la loro adolescenza a giocare su SNES e Mega Drive negli anni '90. In diversi motivi è infatti possibile riconoscere alcuni giri di note già sentiti in qualche vecchio titolo,occhio quindi a non farvi trascinare dall'effetto nostalgia.

Insomma, come probabilmente avrete capito Spelunky non è il classico videogioco adatto a tutti, complice soprattutto il senso di frustrazione che potrebbe cogliere i giocatori meno propensi a provare e riprovare per ore lo stesso livello (beh, in effetti queste ultime parole vanno un po' strette al titolo in questione).

"La natura portatile del gioco sembra aver trovato il suo habitat naturale nella versione PS Vita"

La versione PlayStation Vita è forse quella più riuscita, e non parliamo di certo del reparto grafico o delle opzioni, bensì della natura portatile del gioco che sembra aver trovato il suo habitat naturale nella console portatile di Sony. Addentrarsi in un livello "al volo" giusto per perdere qualche minuto, oppure mettersi alla ricerca di un passaggio segreto sotto le coperte prima di dormire, è quanto di più semplice e riuscito in un titolo che già di per sé è capace di regalare svariate ore di gameplay.

La mancanza delle sfide giornaliere è forse l'altro unico punto a sfavore rispetto alle controparti per PC e 360, ma a quanto pare i ragazzi di BlitWorks (il team che si è occupato della conversione) e Derek Yu, sono in fase di trattativa per portare la tanto amata feature anche sulle console del colosso giapponese. Spelunky, infine, sfrutta il cross-buy e il cross-save tra le due piattaforme, sulle quali può essere scaricato al prezzo di €14.99.

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Se avete amato la versione 360 e non ne avete mai abbastanza di addentrarvi nei dungeon anche lontani da casa, la versione per PS Vita rappresenta senza alcun dubbio la migliore di quelle disponibili sul mercato. Per tutti gli altri il gioco dei Mossmouth può rivelarsi un solido platform d'esplorazione con una curva d'apprendimento praticamente nulla, ma condito da un ottimo gameplay e una grafica retrò che faranno felici molti giocatori di vecchia data.

8 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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Spelunky

PS4, PS3, Xbox 360, PlayStation Vita, PC

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