Star Wars: The Old Republic
Finalmente l'abbiamo provato come si deve.
Fino a ora per capire l'effettivo valore di Star Wars: The Old Republic ci siamo potuti basare solo su anteprime e test che duravano al massimo qualche ora, ma giudicare un MMORPG di queste dimensioni provandolo un'ora è come parlare di un film utilizzando solo alcune foto di scena. Finalmente in questi giorni ho avuto modo di provarlo con tutta calma, per almeno una decina di giorni, testando in maniera approfondita le varie classi della fazione Repubblicana, ed ecco cosa ne è venuto fuori.
Prima di mettermi a scrivere mi sono giocato almeno una quindicina di livelli di uno Smuggler Twi'lek e un Mirialan Jedi Consular, arrivando fino al punto in cui finalmente vi viene data una navicella e potete cominciare a fare danni in giro per la galassia. Di solito una ventina di livelli sono sempre stati sufficienti per capire se continuare con un MMO o no, e spesso è anche il punto in cui la noia comincia a farsi sentire, ma se non avessi una lista di roba da scrivere lunga come l'elenco delle ex amanti di una rockstar, devo ammettere che sarei ancora immerso nel mondo di Old Republic, visto che di noia per ora non ne ho sentita neppure un po'.
Chiariamo subito due punti: se non amate gli MMO, Star Wars: The Old Republic non fa per voi. Bioware può anche andare in giro a dire che è come giocare ai prossimi quattro Knights of the Old Republic in un colpo solo, ma c'è molto più WOW che KOTOR qua dentro.
Il secondo punto è che, sì, fondamentalmente Old Republic è WOW con le spade laser. È senza dubbio un'affermazione molto riduttiva ma è ciò che i detrattori del gioco sono andati dicendo fino a ora, e che continueranno a dire anche quando il gioco uscirà, pochi giorni prima di Natale, quindi tanto vale scoprire le carte. Tuttavia, i molti elementi di contatto col gigante di Blizzard sono tutt'altro che negativi, visto che Bioware ha saputo costruirci sopra un'infrastruttura e una storia degna di essere vissuta.
Partiamo dunque da quest'ultima. Ogni classe vive una storia personale che s'intreccia più e più volte con le vicende narrate in Star Wars: The Old Republic, ovvero lo scontro fra Impero e Repubblica, fra Jedi e Sith, e che costituisce il motivo principale per cui continuerete a loggare e a macinare livelli. Non stiamo parlando di qualche quest di classe da completare ogni tanto, ma di una vera e propria storia degna di un gioco in single player. Ad esempio, se giocate come uno smuggler, dovrete recuperare la vostra astronave dopo che vi viene rubata nel prologo, per poi continuare a dare la caccia a chi ha osato farvi questo sgarro. Se invece iniziate usando un Jedi, dovrete recuperare alcuni artefatti per il vostro Maestro, per poi capire come usarli e come migliorare le vostre capacità.
Così facendo, anche le quest più banali assumono tutto un altro spessore. Old Republic non vuol essere "parla con tizio che ti dirà di uccidere 20 mostri a caso", ma è più "Tizio ha informazioni sulla tua navicella, vai a interrogarlo e, se capita, uccidi chi ti intralcia". Ora non è che il nucleo del gameplay sia differente da WOW, visto che volendo potrete in ogni caso completare delle quest opzionali in cui uccidere un tot numero di nemici, ma gli elementi di contorno, la forza narrativa e la componente emozionale lo rendono in qualche modo diverso e, in questo senso, migliore.
Tutto ciò è reso possibile anche grazie al fatto che ogni quest viene introdotta e chiusa da un breve dialogo in cui potrete scegliere quale risposta dare, una decisione che, in pieno stile Bioware, potrebbe influenzare non solo l'allineamento del vostro personaggio (si può essere dei bastardi anche giocando con i buoni, Han Solo non vi ha insegnato niente?) ma anche la stima che i vostri compagni nutrono per voi (e su di loro torneremo fra poco).
Certo questo rallenta in un certo senso il ritmo del gioco, e potrebbe non andar giù a chi punta ad arrivare nel minor tempo possibile ad avere un personaggio di massimo livello, ma spero che queste persone perdoneranno quelli che, fortunatamente, sanno ancora godersi il gioco così come dovrebbe essere.