Strike Suit Zero - review
Eurogamer recensisce il titolo nato su Kickstarter e appena approdato su Steam.
Il combattimento spaziale è sempre stato uno dei generi più gettonati nel mondo dei videogiochi: che si trattasse di sparatutto arcade o simulatori di commerciante siderale, il fascino di tenere in mano un joystick per blastare ondate di caccia ha sempre avuto un certo appeal, come confermato dal successo di titoli del calibro di Elite, Wing Commander, Freespace e i vari X-Wing vs Tie Fighter. Negli ultimi quindici anni gusti e generi sono cambiati e gli sparatutto spaziali sono stati relegati a una nicchia ben precisa del mercato che solo sviluppatori indipendenti possono soddisfare.
Strike Suit Zero incarna esattamente questo: un progetto indipendente foraggiato da Kickstarter, i cui centomila dollari necessari all'avvio del progetto hanno permesso la realizzazione in tempi piuttosto rapidi del prodotto finale. Non aspettatevi però doppiaggi raffinati, presentazioni sontuose e una produzione tipica dei tripla A. Tempo due minuti d'orologio e passerete da un minitutorial in cui viene spiegato il controllo del vostro caccia, a blastare formazioni di intercettori intenzionati a trasformarvi in pulviscolo spaziale.
La struttura di Strike Suit Zero è quindi piuttosto semplice: il giocatore deve riscattare la reputazione di pilota caduto in disgrazia salvando la sua flotta dall'attacco di una fazione avversaria intenzionata a spazzarla via con ogni mezzo. Le tredici missioni di cui è composta la campagna singleplayer raccontano l'evoluzione di questa guerra intergalattica, in cui il giocatore è chiamato ad attaccare grossi incrociatori nemici o a difendere i propri o piccole varianti di questi due concept.
Per farlo, occorre pilotare diversi tipi di caccia sfruttando l'armamento a disposizione che va dai classici laser alle mitragliatrici, passando per vari tipi di missili a ricerca o razzi non guidati. Il gameplay è chiaramente arcade in virtù della possibilità di agganciare facilmente i bersagli e pilotare i mezzi che il gioco propone tramite l'utilizzo combinato di joystick o mouse e tastiera. In realtà un minimo di pratica è indispensabile, visto che quando le cose iniziano a farsi veramente difficili, occorre saper tenere d'occhio l'energia delle armi e lo scudo EMP da usare quando un missile a ricerca sta per colpirci. A parte questo, è tutto molto immediato, soprattutto se si dispone di un joystick vecchia maniera da usare in concomitanza con il mouse o il pad dell'Xbox 360.
"Fino quasi a metà del titolo, il giocatore è chiamato a destreggiarsi in mezzo a nugoli di caccia avversari"
Fino quasi a metà del titolo, il giocatore è chiamato a destreggiarsi in mezzo a nugoli di caccia avversari e qualche occasionale fregata di medie dimensioni solo utilizzando normali caccia adeguatamente potenziati. Il vero divertimento inizia quando si entra in possesso della Strike Suit Zero da cui il titolo, una sorta di bombardiere trasformabile in un mech da combattimento che ci permetterà di affrontare un numero soverchiante di nemici, addirittura intere flotte con tanto di incrociatori, corazzate e tutta l'aviazione che questi possono contenere.
È in questo contesto che emerge il vero divertimento offerto da Strike Suit Zero: trovarsi sovrastati sul fronte del numero e della potenza di fuoco è funzionale alla corazzatura e agli scudi che permettono di assorbire parecchi colpi prima della nostra eventuale dipartita. Nel frattempo è possibile seminare morte e distruzione tra le fila avversarie grazie a sistemi di mira automatica e armi sempre più potenti.
Ai livelli avanzati occorre abbandonare l'approccio diretto in favore di uno più tattico che tolga di mezzo prima gli armamenti più pericolosi come torpedini e cannoni laser a lunga gittata, pensati per eliminare le nostre navi madre. In questo senso Strike Suit Zero è sicuramente un buon titolo per gli amanti delle scorribande spaziali e in effetti gli scontri a partire da metà gioco in avanti sono frenetici e divertenti, in particolare quando l'hud si satura di laser, missili e scie di motori.
"Il divertimento inizia quando si entra in possesso della Strike Suit Zero, una bombardiere trasformabile in un mech"
Nonostante l'ode all'ultraviolenza in alcuni frangenti riesca a dare ottime sensazioni agli orfani dei titoli citati nell'introduzione, alcuni difetti impediscono a Strike Suit Zero di arrivare a guadagnarsi un punteggio elevato. Il primo è sostanzialmente quello della ripetitività delle missioni. In un gioco di questo genere non ci si può inventare granchè sotto il piano della varietà dell'azione, che essenzialmente si traduce nell'attaccare o difendere grossi incrociatori saturando lo schermo di missili e cannonate laser.
Per quanto gli sviluppatori si siano dati da fare nell'introdurre qualche elemento di varietà come l'impossibilità di usare determinate armi in alcune zone, mettervi contro nemici particolari o navigare a una certa velocità in zone di spazio ben definite, le missioni tendono ad assomigliarsi tutte, ed è quindi la difficoltà, unita alla spettacolarità, a invogliare al gioco più che la possibilità di variare il gameplay.
Parlando di missioni, anche la longevità non spicca per essere particolarmente elevata, visto che le tredici messe a disposizione si potrebbero affrontare tranquillamente in meno di una decina d'ore se il gioco permettesse di salvare la posizione. E invece, non solo non è possibile impostare il livello di difficoltà ma in caso di missione fallita o di nostra dipartita, si ricomincia da capo o dall'ultimo checkpoint affrontato.
"Le tredici missioni potrebbero essere affrontare in meno di una decina d'ore se il gioco permettesse di salvare la posizione"
La versione iniziale del gioco era ancora più punitiva visto che i salvataggi automatici erano pochi e distanti tra loro: un aggiornamento pubblicato a ridosso del lancio ha aumentato il loro numero, mitigando il problema. Rimane il fatto che dalla metà in avanti, occorre spesso ripetere molte volte le sezioni più impegnative e ciò potrebbe dare fastidio a chi detesta rigiocare molte volte interi spezzoni.
Degna di nota è anche l'assenza di un qualsiasi supporto multiplayer che avrebbe contribuito ad aumentare le possibilità di divertimento, magari realizzando flotte miste con caccia e navi di medie e grosse dimensioni in una riedizione di Homeworld potenzialmente molto intrigante. Buon ultima sul banco degli imputati troviamo la storia e il modo in cui questa viene proposta: la trama di fondo è chiaramente l'apoteosi dello stereotipo, al punto che si riesce spesso ad indovinare cosa succederà ogni volta che a metà di una missione cambia la situazione proposta.
Semplici icone incarnano i dialoghi tra i vari personaggi che descrivono la lotta tra due fazioni per il controllo dello spazio; il doppiaggio è buono ma, nonostante questo, le vicende proposte non riescono ad essere coinvolgenti come dovrebbero, confermandosi un semplice interludio tra una battaglia e l'altra. A mascherare questi difetti, anche se solo in parte, pensa la realizzazione tecnica di Strike Suit Zero: non siamo di fronte a un capolavoro ma bisogna dire che gli sviluppatori hanno lavorato molto bene per quanto riguarda la fluidità dell'azione e gli effetti di combattimento, quali esplosioni e scie che contribuiscono a rendere molto spettacolari le battaglie di massa.
"Il motore grafico riesce a gestire senza problemi decine di caccia e parecchi incrociatori e fregate, in una festa di effetti ed esplosioni"
Il motore grafico riesce a gestire senza problemi decine di caccia e parecchi incrociatori e fregate, in una festa di effetti ed esplosioni. Il dettaglio del nostro veicolo nelle sue varie versioni è molto buono e nettamente superiore a quello delle navi alleate e nemiche, che comunque non sfigurano, soprattutto nei passaggi radenti in cui è possibile apprezzare il discreto dettaglio poligonale e di texture, come potete notare dai filmati a corredo della recensione.
In definitiva, Strike Suit Zero è un discreto sparatutto siderale che garantisce qualche ora di sano divertimento a chi apprezza il genere, grazie alla potenza di fuoco messa a disposizione del giocatore per permettergli di affrontare praticamente da solo flotte di nemici le cui dimensioni, verso la fine del gioco, rasentano il ridicolo. Anche la realizzazione tecnica invoglia ad aumentare la densità dei detriti spaziali con un gameplay fluido e frenetico, che dà il meglio di sé combinando joystick e mouse.
Come detto poc'anzi, la trama banale, la ripetitività delle missioni e la necessità di rigiocare molte volte intere sezioni di alcuni livelli, mettono però a rischio l'appetibilità del gameplay e solo gli aficionado del genere riusciranno a perseverare per arrivare alla fine, giustificando i 18 euro del cartellino richiesti su Steam.
La promessa da parte del team di sviluppo di nuovi DLC consiglia di tenere in considerazione questo titolo indipendente, al momento disponibile solo su PC ma che nei prossimi mesi dovrebbe vedere la luce anche su Xbox 360 e PlayStation 3.