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The Guided Fate Paradox - review

Tattica J-rock in salsa anime.

Avete mai giocato un qualsiasi episodio di Disgaea? Vi è piaciuto? A seconda di come risponderete a queste domande potrete decidere se continuare a leggere questa recensione o se dedicare ad altro i prossimi 10 minuti della vostra vita.

The Guided Fate Paradox, infatti, riprende molti degli elementi di Disgaea, a partire dal genere di appartenenza fino ad arrivare all'umorismo e ad alcune meccaniche del sistema di combattimento. Se non avete mai digerito il modo in cui Nippon Ichi ha plasmato la propria irriverente saga fantasy, quindi, difficilmente troverete in questo titolo qualcosa in grado di attirare la vostra attenzione.

Al contrario, se la complessità e la struttura di Disgaea sono il vostro pane quotidiano, The Guided Fate Paradox potrebbe essere il modo perfetto per cambiare le carte in tavola senza stravolgere i punti cardine di questo tipo di esperienze.

The Guided Fate Paradox è il successore spirituale di Zettai Hero Project: Unlosing Ranger vs Darkdeath Evilman, gioco strategico uscito anni fa su PSP e per la prima volta proposto su una console casalinga.

I richiami al personaggio di Prinny erano inevitabili, vista la popolarità del pinguino Nippon Ichi.

La trama, com'era lecito aspettarsi, parte da una premessa a dir poco assurda pensata per mettere il giocatore nei panni di un Dio. Dopo aver vinto alla lotteria, infatti, il liceale Renya Kagurazaka ottiene i poteri di una divinità e decide di utilizzarli per migliorare la vita del prossimo.

"Il liceale Renya Kagurazaka ottiene i poteri di una divinità e decide di utilizzarli per migliorare la vita del prossimo"

Per far sì che le persone realizzino i propri sogni, quindi, Renya visita regolarmente il Copy World, la copia del mondo reale, per manipolare la realtà e risolvere ogni genere di problema. Al di là della premessa, comunque, tutto si risolve con una serie di combattimenti contro i mostri e le creature che popolano il Copy World, durante i quali emergono tutti gli elementi chiave del gameplay di The Guided Fate Paradox.

Esattamente come accadeva in Disgaea, anche qui i campi di battaglia vengono mostrati con un'inquadratura isometrica e sono divisi in caselle quadrate all'interno delle quali i personaggi possono spostarsi liberamente.

Questa volta, però, il giocatore deve concentrarsi unicamente sugli spostamenti e sulle azioni di Renya, visto che il suo assistente angelico viene gestito da una CPU programmabile attraverso una serie di comandi e strategie.

Le sequenze animate sono ben realizzate e mostrano tutto il talento di Noizi Ito.

Un'altra importante differenza rispetto a quanto accade nei vari capitoli di Disgaea è la presenza di un indicatore di "fame" che inizia a calare appena il protagonista muove i primi passi sulla griglia di gioco.

"La morte sul campo di battaglia non porta alla fine della sessione ma penalizza il giocatore con una perdita di tutti gli oggetti ottenuti nel livello"

Quando l'indicatore della fame si esaurisce del tutto, Renya inizia a perdere punti ferita, dettaglio che costringe non solo a portare velocemente a termine le proprie mosse sul campo di battaglia, ma soprattutto a tenere sempre sotto controllo la fame sacrificando oggetti da dare in pasto al protagonista.

Rispetto a quanto accade in molti altri titoli del genere, la morte sul campo di battaglia non porta alla fine della sessione costringendo a ricominciare, ma penalizza il giocatore con una perdita di tutti gli oggetti e le monete ottenuti nel livello, riducendo drasticamente lo stress di fondo a tutto vantaggio dell'esperienza globale.

L'assenza della morte, tuttavia, non dev'essere presa come un segno di semplificazione del genere, visto che in The Guided Fate Paradox ritroviamo tutti gli elementi che hanno reso tanto intrigante la serie di Disgaea, facendola entrare prepotentemente nel cuore degli appassionati dei giochi tattici a turni.

Alcuni degli accessori che possono essere equipaggiati sono divertenti da vedere e dannatamente efficaci in combattimento.

Anche qui, infatti, è possibile lanciare i membri del party attraverso le arene o combinare gli attacchi di più personaggi per ottenere risultati tanto coreografici quanto efficaci. Le tecniche più "cafone" sono rese particolarmente apprezzabili anche grazie a un aspetto grafico semplice ma caratterizzato da una cura e una pulizia maniacali, in particolar modo nella realizzazione dei personaggi.

"È possibile lanciare i membri del party attraverso le arene o combinare gli attacchi di più personaggi per ottenere risultati coreografici ed efficaci"

Gran parte dei risultati ottenuti sul fronte visivo dipendono da un buon uso dell'alta risoluzione (i vari episodi di Disgaea non hanno mai brillato in tal senso) e, soprattutto, dal tratto di Noizi Ito, famosa autrice nipponica nota per aver lavorato a diversi giochi per adulti e ad alcune light novel (tra cui spicca La malinconia di Haruhi Suzumiya).

Particolarmente interessante è la possibilità di modificare a piacimento e in qualsiasi istante delle battaglie l'aspetto e le abilità del protagonista, utilizzando una gran quantità di costumi e gadget da sbloccare e acquistare (anche nei negozi all'interno delle arene).

Gli elementi per la personalizzazione non solo vengono mostrati chiaramente sul modello per personaggio (a volte con risultati davvero esilaranti), ma influenzano profondamente le abilità e gli attacchi a disposizione, garantendo innumerevoli approcci e permettendo di trovare una contromossa a ogni genere di situazione.

Naturalmente il gioco è pieno di menu tra cui perdersi e di statistiche da valutare. I titoli Nippon Ichi non sono mai stati noti per la loro accessibilità.

In particolare è importante scoprire e sfruttare a proprio vantaggio le debolezze di ogni creatura del gioco, in modo da selezionare l'equipaggiamento più adatto per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. A seconda dell'avversario, infatti, scegliere un'arma da fuoco piuttosto che una coppia di spade può fare la differenza tra un successo e una disfatta.

"Nonostante la sua natura di GDR tattico, il gioco contiene anche una componente tipica dei dungeon crawler"

A seconda della missione, inoltre, per non perdere la battaglia è necessario soddisfare una serie di requisiti (come la protezione di uno specifico personaggio lentamente risucchiato verso un oscuro libro magico, per fare un esempio).

Nonostante la sua natura di GDR tattico, The Guided Fate Paradox contiene anche una componente tipica dei dungeon crawler, visto che al di là dei livelli legati alla trama (10 in totale) si possono affrontare dungeon generati in modo casuale e letteralmente pieni di mostri e trappole.

Tutto questo è accompagnato da ottimi filmati animati, da una colonna sonora a base di j-rock orecchiabile, da un doppiaggio gradevole e da una trama capace di andare a toccare argomenti anche piuttosto scottanti, senza però abbandonare lo stile intricato tanto caro agli anime di questo particolare filone.

Visto il genere di nicchia a cui appartiene, The Guided Fate Paradox è un gioco che difficilmente saprà convincere chi non abbia mai apprezzato questo tipo di esperienze, ma per chi è avido di tattica in salsa anime e di umorismo squisitamente nipponico, questo titolo si trasformerà in un piacevole compagno di giochi per un gran numero di ore. Il voto qui sotto è rivolto ovviamente a questa fetta di utenti.

8 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

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