Tomb Raider - review
Lara Croft guarda a Nathan Drake.
Rivedere in chiave moderna una serie come quella di Tomb Raider non dev'essere stata un'operazione semplice per Crystal Dynamics, un po' per l'amore incondizionato che i fan dimostrano nonostante gli anni passati a Lara Croft, un po' per la maturazione dei videogiochi, non più adatti ad ospitare algide eroine senza macchia, in grado di affrontare da sole eserciti di avversari, uccidere dinosauri e profanare tombe millennarie.
È un po' quello che è successo agli eroi Marvel e DC Comics: per piacere ad un pubblico moderno anche i supereroi devono diventare umani, sanguinare, lottare, soffrire. Questo ha portato gli sviluppatori a decidere di tagliare col passato: basta doppie pistole e piroette, Lara è una ragazza apparentemente normale, piuttosto fragile, che si è trovata suo malgrado in una situazione decisamente più grande di lei.
Quando lei e i suoi compagni iniziarono il viaggio alla ricerca della misteriosa isola dove Himiko, la Regina del Sole, si era rifugiata, nessuno poteva pensare di trovare una sorta di setta di fanatici assetati di sangue ad attenderli. Separata dal suo gruppo da un rovinoso naufragio, Lara si troverà a dover lottare per sopravvivere e combattere per la salvezza dei sui compagni. L'inizio dell'avventura ricorderà molto Lost, con la sua isola ricca di misteri e stranezze, la necessità di recuperare strumenti per sopravvivere e il conflitto con autoctoni violenti e aggressivi.
Crystal Dynamics ha infatti messo in campo le sue migliori risorse per raccontare nella maniera più convincente possibile questa storia, legando senza soluzione di continuità le fasi di giocato con quelle narrative. Nella decina di ore che impiegherete a completare la campagna non vi sarà un solo secondo di tregua, né per caricare la scena successiva, né per attendere il successivo momento spettacolare. Ogni volta che Lara si muoverà, infatti, ci saranno ponti che crollano, palazzi in fiamme e serbatoi che esplodono, tanto che, dopo poche ore, vi chiederete se la signorina Croft sia più sfortunata, dato che tutto crolla o esplode al suo passaggio, o fortunata, perché comunque ed in ogni caso troverà sempre una sporgenza cui aggrapparsi o in generale un modo per salvarsi, anche nelle situazioni più disperate.
"Crystal Dynamics ha messo in campo le sue migliori risorse per raccontare nella maniera più convincente possibile questa storia"
L'ispirazione, sia dal punto di vista del taglio registico, sia da quello del gameplay, giunge chiaramente dalla serie Uncharted: dal gioco dei Naughty Dog, Crystal Dynamics ha carpito la capacità di legare fasi di gameplay spettacolari, giochi di telecamera arditi e filmati ottimamente recitati, in grado di canalizzare la drammaticità della situazione. Il passaggio tra una situazione e l'altra è spesso mediato da quick time event nei quali dovrete, di volta in volta, far appendere Lara ad un cornicione, abbattere a fucilate ostacoli o far fuori qualche nemico troppo tosto per le armi convenzionali.
Dove l'allievo ha superato il maestro è nell'interazione della protagonista con l'ambiente circostante e nella fluidità del gameplay. Lara, passando nei pressi di una parete, allungherà una mano per ritrovare l'equilibrio o si chinerà automaticamente per passare attraverso un buco nel muro. Dimenticatevi anche di dover premere un pulsante per sfruttare una copertura o dover entrare in modalità stealth: la giovane archeologa 'leggerà' sempre molto bene la situazione e agirà di conseguenza, senza appesantire i controlli con un ulteriore comando.
In altre parole, in presenza di nemici, la protagonista si acquatterà automaticamente smettendo di produrre rumori e si nasconderà dietro i muri una volta che si troverà nei loro pressi. Starà quindi a voi decidere, in seguito, se provare ad agire silenziosamente o far fuori tutti in stile Rambo. Terminata la minaccia, miss Croft smetterà di usare queste precauzioni e ricomincerà a muoversi normalmente.
"Dove Tomb Raider supera Uncharted è nell'interazione della protagonista con l'ambiente circostante e nella fluidità del gameplay"
Questo sistema funzionerà meravigliosamente e impiegherete davvero poco ad abituarvi a tale fluidità di movimento, che non vi priverà di nessuna opzione ma vi solleverà dal dover impartire un ulteriore comando. E avrete davvero moltissime occasioni per mettere in pratica le vostre doti di combattenti e questo gameplay tremendamente fluido. La Lara innocente e inesperta durerà, infatti, poco più di un'ora: tempo di cacciare un cerbiatto e ricevere le sgradite attenzioni di un rude autoctono, che la signorina Croft si trasformerà in una vera macchina da guerra.
Tra ferite cauterizzate, botte e scottature, gli sviluppatori di Crystal Dynamics non hanno risparmiato alla loro giovane protagonista nessuna disavventura, che anzi dimostra di saper soffrire, sanguinare e soprattutto imparare in fretta le arti dei suoi avversari. Come dicevamo, si comincerà tirando qualche freccia e sgattaiolando dietro le spalle dei nemici, per arrivare a sbloccare finisher nelle quali sparerete in faccia ad un nemico con un fucile a pompa.
Il sistema di esperienza e crescita ideato da Crystal Dynamics da una parte integra una struttura in stile Metroidvania in un gioco altrimenti piuttosto lineare, dall'altra però snatura forse eccessivamente la nuova Lara. Ad intervalli regolari gli sviluppatori vi daranno in mano un nuovo strumento da sfruttare sia per poter proseguire nella storia, sia per raggiungere tesori, diari, tombe e quant'altro è disseminato nell'isola, fondamentale per raggiungere l'agognato 100% di completamento finale. L'isola è infatti percorsa da tracciati apparentemente lineari, che però nascondono passaggi secondari che solitamente porteranno ad uno di questi collezionabili.
"Con enorme sorpresa in Tomb Raider l'esplorazione di antiche tombe rivestirà un ruolo assolutamente secondario"
Con enorme sorpresa in Tomb Raider l'esplorazione di antiche tombe rivestirà un ruolo assolutamente secondario (Lara dirà persino che "odia le tombe"!), con il quale spezzare un il ritmo dell'avventura. Siamo stupiti anche perché i migliori puzzle, legati all'esplorazione dell'ambiente, a fasi platform e a qualche interazione che sfrutterà la fisica di gioco, sono stati riservati proprio a questi luoghi ed è quasi uno spreco che gli sviluppatori non abbiano costretto i giocatori ad attraversarli.
Raccogliendo cibo, cacciando, recuperando reliquie e ovviamente uccidendo avversari, si accumuleranno punti esperienza grazie ai quali sbloccare nuove abilità di Lara, che semplificheranno di molto la partita rendendola una 'sopravvissuta' potentissima. Alcune di queste nuove capacità potenzieranno l'Istinto di Sopravvivenza, ovvero l'abilità della giovane archeologa di scandagliare tutto l'ambiente circostante e di evidenziare i punti di interesse presenti, siano essi oggetti o il percorso da prendere per proseguire nell'avventura.
Altre invece consentiranno a Lara di apprendere nuove mosse, come la capacità di contrattaccare o speciali finisher. Queste ultime, assieme ad alcuni potenziamenti delle armi che è possibile sbloccare raccogliendo detriti sparsi per l'isola, renderanno la 'giovane ed ingenua' protagonista una crudele macchina da guerra che non si farà problemi a calciare bidoni di carburante addosso ai nemici per farglieli scoppiare in faccia, per poi frugare nelle tasche dei cadaveri alla ricerca di munizioni.
"La maturità di alcune scelte narrative non corrispondono ad una maturità dal punto di vista del gameplay di Tomb Raider"
La maturità di alcune scelte narrative, testimoniata dalla cruenza di alcune scene e dal tanto sangue versato dalla protagonista e dai suoi nemici, nonché la maturità tecnica con la quale gli sviluppatori sono stati in grado di costruire il loro gioco, attestata dall'elegante uso della telecamera, dal ritmo sempre incalzante, dall'assenza di caricamenti e dalle splendide animazioni della protagonista, non corrispondono ad una maturità dal punto di vista del gameplay di Tomb Raider.
Sembra infatti che, senza un incremento delle sparatorie e una boss battle con tanto di finisher, un gioco non possa terminare. O che una protagonista rimanga pura, determinata e assolutamente positiva anche dopo aver ucciso un numero incredibile di persone, o che dopo aver scalato palazzi in rovina e in fiamme o disigillato tombe chiuse da secoli, sia normale trovare al loro interno nemici che ci aspettano, munizioni o diari abbandonati dai nostri amici.
Capiamo l'esigenza di riempire il gioco di 'contenuti' o di provare a rendere maggiormente dinamiche alcune sezioni, ma queste incongruenze si notano in maniera più evidente nei prodotti come Tomb Raider, nei quali ogni dettaglio è curato in modo certosino e nei quali è possibile trovare valori produttivi elevati. La qualità media dal punto di vista tecnico e della giocabilità, infatti, stride con queste scelte decisamente naif, soprattutto quando queste vengono ripetute più volte.
"La sceneggiatura piuttosto debole si riflette anche nella caratterizzazione dei personaggi secondari"
In altre parole è possibile che tutte le volte che crolla qualcosa, lo fa nella direzione in cui deve andare Lara? Che vi siano nemici anche in cima ad un palazzo abbandonato che avete appena scalato? Che una ragazzina fragile e inesperta in soli due giorni impari ad uccidere 'in maniera silenziosa' un nemico spaccandogli la testa con un picchetto da scalatore?
La sceneggiatura piuttosto debole si riflette anche nella caratterizzazione dei personaggi secondari, forse troppo poco presenti in scena per riuscire a creare affetto ed empatia nel giocatore. In questo modo scene potenzialmente drammatiche e all'alto impatto emotivo perdono vigore di fronte ad un cast di supporto un po' incolore, che oltretutto imparerete a conoscere solo attraverso i documenti sparsi per l'isola, che non è detto che leggerete.
Il grande lavoro svolto da Crystal Dynamics per evolvere la serie sotto tutti i punti di vista viene dunque parzialmente invalidato da queste scelte un po' banali che contribuiscono a diluire la portata innovativa di questo reboot, che parte con un passo molto interessante (gli elementi survival, l'esplorazione, i puzzle basati sulla fisica, la tensione) ma che progressivamente si trasforma in uno sparatutto in terza persona con qualche elemento platform piuttosto guidato.
I fan della serie potrebbero oltretutto rimanere piuttosto delusi. Del vecchio Tomb Raider non è rimasto praticamente nulla, e la protagonista è sì la stessa ma rivisitata sotto una chiave di lettura molto differente, con persino il gameplay che abbandona la struttura di piattaforme ed enigmi in favore di una maggiormente shooter. Sia chiaro, non è peggiore, anzi: è solo profondamente diverso.
"Una volta terminato il gioco, potreste provare la modalità multigiocatore proposta dai Crystal Dynamics"
Una volta terminato il gioco, oltre a provare a recuperare i collezionabili che vi erano sfuggiti durante la campagna, scoprendo che i nemici respawneranno nello stesso punto nel quale li avevate eliminati in precedenza e diranno le medesime frasi, potreste provare la modalità multigiocatore proposta dai Crystal Dynamics.
Questa presenta tutte le caratteristiche che un moderno sparatutto in terza persona online dovrebbe avere, come una divisione in classi, personalizzazione e sbloccabili. Prova persino a modificare alcune delle caratteristiche di gameplay più apprezzate nella campagna come le coperture, ora attivabili tramite la pressione di un tasto, per meglio adattarsi agli standard moderni. Nonostante gli sforzi il gioco però non riesce a conquistare, un po' per via di una concorrenza agguerrita e rodata, un po' per via delle poche opzioni a disposizione, che al momento sembrano incapaci di elevare il multiplayer di Tomb Raider dalla media.
Un elemento che invece è in grado di far brillare Tomb Raider è la direzione artistica. Non si tratta solo della gestione della telecamera, sempre in grado sia di inquadrare l'azione dal punto di vista più spettacolare sia di indirizzare il giocatore verso l'obiettivo successivo, ma della qualità con la quale i grafici Crystal Dynamics hanno disegnato l'isola, ricca di scorci mozzafiato e architetture ardite.
"Tomb Raider offre un'avventura intensa, tecnicamente notevole e molto divertente da giocare"
Non solo ma assistiamo alla presenza di un discreto motore fisico intorno al quale sono stati costruiti molti enigmi, e di un ottimo comparto luci che rende il motore di gioco veloce e capace di rendere il ritmo incalzante. A chiudere il cerchio arriva un'ottima realizzazione dei personaggi, soprattutto quelli principali, caratterizzati da un set di animazioni vasto e molto curato, tra i quali ovviamente spicca quello di Lara, e una buon modellazione dei volti, in grado di rendere piuttosto curate e convincenti le scene animate. Questo anche grazie all'ottimo il doppiaggio in lingua inglese, mentre non era disponibile, nella versione da noi provata, quello in Italiano.
Tomb Raider si ferma allora ad un passo dall'eccellenza offrendo un'avventura intensa, tecnicamente notevole e molto divertente da giocare. Con una sceneggiatura migliore, in grado di trovare soluzioni di gameplay più convincenti oltre che a dipingere un cast di comprimari meno anonimo e qualche ora di campagna in più, ci saremmo trovati di fronte ad un prodotto imperdibile.