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Tryst - review

Uno StarCraft indipendente.

Facciamo un gioco, di quelli che gli appassionati di videogame si ritrovano a fare appoggiati al bancone di un pub mentre bevono l'ennesima birra della serata. O almeno, come immagino succeda, visto che essendo astemio e pure da poco padre, il bar per me non è che un pallido ricordo, di quelli che sorreggono la vita di redattore mentre le immagini si succedono sul monitor.

Tralasciando questo inciso famigliare, vorrei però che provaste seriamente ad indovinare il titolo di un gioco, più precisamente di uno strategico ambientato in un mondo fantascientifico e che deve molto del suo appeal alla modalità multigiocatore. Ok, perfetto, avete trovato la risposta? Quanto di voi hanno pensato a StarCraft?

Gli obiettivi vi verranno ricordati di volta in volta direttamente nella schermata di gioco.

Capite bene quindi che i paragoni che il nuovo titolo di Blue Giants si trova a scomodare non sono né troppo originali né di quelli da prendere alla leggera: d'altronde stiamo "solo" parlando di uno dei giochi che hanno fatto la storia del settore e che in alcune nazioni (qualcuno ha detto Corea del Sud?) è diventato addirittura sport nazionale.

La fortuna è che, come potete vedere dal numerino a fondo pagina, Tryst non ne esce con le ossa completamente rotte, ma di certo non sono qui a raccontarvi della nuova pietra miliare del genere ma solo di un onesto mestierante, di quelli buoni per intrattenervi fra un tripla A e l'altro.

Ambientato in un lontano futuro, più precisamente sul pianeta Ithonia IV (tralasciamo per comune decenza il fatto che sono riusciti a chiamare altri tre pianeti con questo "nome") nell'anno 2900, Tryst narra dell'incontro fra gli Umani e la razza degli Zali, un popolo di allegri essere meccanici teoricamente disposti ad una convivenza pacifica con i più famosi bipedi dell'universo.

Teoricamente, appunto, perché come avrete modo di scoprire lungo la campagna a singolo giocatore, una sorta di tutorial esteso utile per introdurvi alle dinamiche principali, l'incontro fra i due mondi non risulterà esattamente idilliaco, con scontri e guerre che sentenzieranno il classico "alla fine ne rimarrà uno solo".

Déjà vu, questo è il suo nome.

Già nelle prime fasi si possono comunque notare alcuni elementi interessanti, primo fra tutti l'estrema velocità: escludendo la raccolta delle risorse a favore dell'ormai classico controllo di punti chiave, Tryst entra infatti nel vivo praticamente dopo pochi minuti dall'inizio di ogni scenario, costringendo il giocatore a dover ragionare in maniera estremamente rapida e decisa per riuscire a portare a casa la vittoria di turno.

"Già nelle prime fasi si possono notare alcuni elementi interessanti"

Altro aspetto di rilievo è lo sviluppo delle singole unità che permette di decidere, attraverso un albero tecnologico, come modificare le caratteristiche di ogni unità, profilando la propria tattica in funzione delle esigenze contingenti, optando ad esempio per un +3 in attacco a favore di una super armatura temporanea utile per raid improvvisi.

Questa sorta di micro gestione può essere ovviamente bypassata in funzione di un'evoluzione massiva, utile per chi non vuole perdere troppo tempo nel personalizzare il proprio esercito e, soprattutto nella campagna a singolo giocatore, probabilmente la scelta migliore per non rimanere schiacciati dalla repentina evoluzione della missione di turno. Devo dire comunque che nel complesso il meccanismo funziona decisamente bene.

Il punto focale nonché chiave di volta per ogni strategico che si rispetti rimane però come sempre il parco delle fazioni disponibili e in questo ambito Tryst si difende con onore ma con qualche neo: il numero di unità, spalmato sui due soli eserciti presenti, risulta infatti abbastanza limitato, attestandosi sul minimo sindacabile e lasciando poco spazio alla creatività.

Di contro quello che c'è funziona bene e, unito al cosiddetto Augmentation Research Mechanism (la profilazione speciale di cui sopra), riesce a costruire un mix capace di entrare in empatia rapidamente con il giocatore, il quale non dovrà perdere troppo tempo per poter godere appieno delle possibilità a lui offerte.

"Lo scenario gioca realmente un ruolo negli scontri, con dei bonus dati a coloro che sfruttano coperture e conformazioni del terreno a proprio favore"

Chiude la rassegna la felice constatazione che lo scenario gioca realmente un ruolo negli scontri, con ad esempio dei bonus che vengono dati a quelle unità capaci di sfruttare coperture e conformazioni del terreno a proprio favore. Considerando che se ne sente spesso parlare ma con risultati poi discutibili, un sorriso in questo caso è perlomeno d'obbligo.

Passata così con diversi punti a favore la campagna, è affrontando la modalità a più giocatori che Tryst mette davvero i muscoli in campo.

Nel futuro probabilmente le belle ragazze verranno escluse (vedere riquadro in basso a destra).

Cominciamo proprio dalle possibilità a disposizione: il multiplayer può ospitare, in ogni sua partita, fino ad otto giocatori contemporaneamente, impostando ogni match nella configurazione a voi più gradita, partendo dalla classica 2vs 2 per arrivare ad una sontuosa 4vs 4, con l'intelligenza artificiale pronta a sopperire a un'eventuale penuria di giocatori.

Essendo che, come ho illustrato poc'anzi, non è possibile produrre ex novo risorse utili per avviare la vostra carriera bellica, il fulcro dell'azione nei minuti iniziali consiste prevedibilmente nel cercare di conquistare quanto prima i punti di snodo della mappa, così da poter ottenere un forte vantaggio competitivo sull'avversario.

Tale impostazione si riflette così direttamente anche sulla durata media delle partite, tutte generalmente molto veloci e capaci di arrivare a un finale in un periodo ragionevole, anche per chi non ama passare ore del proprio tempo a scoprire il fianco dell'avversario.

Sebbene infine la presenza di due sole fazioni possa limitare in apparenza gli approcci tattici che è possibile adottare, alla prova dei fatti ho avuto il piacere di constatare che questo binomio di scelta permette a Tryst di essere un'ottima alternativa sia per i giocatori alle prime armi che per i veterani del genere.

Il terreno e la sua conformazione sono variabili da non sottovalutare.

Per intenderci, mentre la razza degli Umani permette di essere padroneggiata in tempi relativamente ridotti, presentando un'evoluzione lineare e una serie di unità di stampo classico basate sul paradigma del "triangolo strategico", il popolo degli Zali richiede parecchia esperienza e soprattutto una gestione del microsviluppo avanzato, esattamente il pane per gli hardcore della strategia.

"La stretta parentela col capolavoro di Blizzard si sente poi anche e soprattutto nel versante grafico"

Complessivamente quindi anche questa modalità risulta promossa, sebbene forse manchi di una certa variabilità, utile per poter sopravvivere nel lungo periodo in un mercato così competitivo come quello degli strategici, soprattutto laddove è presente un colosso come Starcraft II.

La stretta parentela col capolavoro di Blizzard si sente poi anche e soprattutto nel versante grafico e questo non solo perché strutture, moduli o unità possono in qualche modo ricordare l'estetica "starcraftiana", quanto perché le risorse spese in questo settore sono state gioco forza limitate, lasciando così un impatto visivo vicino alle possibilità di qualche anno fa.

Niente di inguardabile, non preoccupatevi, ma certo non si può dire che poligoni e soluzioni tecniche siano all'ultimo grido, tanto che in alcuni frangenti, giusto per dare un esempio, potreste vedere le vostre unità quasi singhiozzare all'impartire dei vostri comandi.

Nel complesso Tryst si difende onestamente, cercando di fare (bene) quello per cui è stato creato, ovvero fornire una solida e frenetica esperienza multiplayer, cercando di difendersi dignitosamente negli altri comparti che si trova giocoforza ad affrontare, non ultimo una campagna single player che è stata inserita più per dare un'infarinatura delle meccaniche principali che per dare ciccia al giocatore.

Tolto questo, il titolo di Blue Giants è una buona alternativa al ben più blasonato concorrente e, al prezzo per il quale è proposto (24,99 euro su Steam), potrebbe solleticare la fantasia di ben più di uno stratega amante dell'agonismo videoludico, perlomeno nel breve periodo.

7 / 10
Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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