WRC 2
Derapate tutte italiane.
Per WRC 2 è giunto il momento della resa dei conti. Nei mesi passati abbiamo dedicato più di un articolo al nuovo gioco di corse sviluppato da Milestone, seguendo ogni singolo passo del suo sviluppo.
In redazione abbiamo praticamente visto crescere questo gioco di corse rallistiche interamente made in Italy, osservando da vicino tutte le fasi della sua realizzazione e avendo la possibilità di provare codici sempre più completi e curati.
Ora che abbiamo ricevuto la versione definitiva del gioco possiamo finalmente fare il punto della situazione, in modo da verificare quanto, questa volta, il metodo Milestone abbia funzionato a dovere.
Con tutti i suoi franchise più famosi, infatti, il più importante sviluppatore italiano ha sempre portato avanti un metodo lento e chirurgico, che anno dopo anno e capitolo dopo capitolo vedeva il team ritoccare e perfezionare il lavoro svolto l'anno precedente.
WRC 2 è il primo capitolo della saga di WRC a poter godere di questo trattamento. L'episodio dello scorso anno, infatti, pur mostrando basi piuttosto buone prestava il fianco a qualche critica di troppo.
In particolar modo era il comparto tecnico a non essere all'altezza delle produzioni più recenti, a causa di una modellazione poligonale non certo perfetta e di una massiccia quantità di aliasing a rovinare il colpo d'occhio generale.
Da questo punto di vista WRC 2 presenta diversi miglioramenti, soprattutto sul fronte dell'illuminazione dinamica (davvero ben realizzata e in grado di donare anche alle ambientazioni meno riuscite un aspetto gradevole).
Anche i modelli delle vetture e i tracciati hanno acquistato una maggior solidità rispetto al passato, mettendo in luce l'impegno profuso dagli sviluppatori nei confronti dell'intero comparto tecnico. Certo, siamo ancora lontani dalle prestazioni impressionanti dell'EGO Engine Codemasters, ma non possiamo che apprezzare gli sforzi profusi del team.
A far apprezzare i prodotti Milestone, comunque, è sempre stata la qualità del modello di guida, che rispetto al vecchio WRC ha fatto ulteriori passi avanti. I movimenti della vettura, questa volta, sono meno rigidi (l'anno scorso le auto sembravano ruotare attorno a un perno invisibile), anche se la fisica che regola gli incidenti tende ad essere ancora un po' troppo leggera.
A volte, infatti, capita di toccare lievemente alcuni elementi a bordo pista e di ribaltarsi (o di andare in testa coda) con eccessiva facilità. A parte questo dettaglio, tuttavia, il resto non fa altro che continuare da quanto di buono si era visto in passato.
Il passaggio da una superficie ad un'altra è ancora il pezzo forte di WRC. L'asfalto, l'asciutto o il bagnato, la ghiaia, il fango, la terra. Ogni tipo di superficie garantisce sensazioni differenti, influenzando pesantemente lo stile di guida del giocatore.
L'impatto che un cambio di terreno può avere sul comportamento delle vetture è decisamente più convincente rispetto a quello che può essere sperimentato nei vari Dirt, a tutto vantaggio della qualità dell'esperienza.