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Yakuza: Dead Souls - hands on

Non fidatevi di un gangster non-morto!

A mesi dall'uscita di Dead Island e ad alcune settimane da quella di Resident Evil: Revelations, eccomi di nuovo alle prese con zombie e mostruosità di vario genere. Ma aspettate, stavolta c'è qualcosa di diverso! Non siamo in un'isola tropicale o su una nave da crociera in balia di eventi catastrofici (dove l'abbiamo già sentita questa recentemente?): questa volta siamo in Giappone e nel bel mezzo di un'apocalisse-zombie diversa dal solito.

Dopo svariati capitoli "normali", il creatore della serie, Toshihiro Nagoshi (soprannominato "omo marone" da un mio vecchio amico/collega per via della sua innaturale abbronzatura perenne), deve aver ricevuto la classica "schicchera" ai neuroni perché ha deciso di cambiare le carte in tavola, proponendo al pubblico giapponese uno Yakuza strapieno di zombie.

Ma siamo per caso finiti a Raccoon City senza che nessuno ci abbia avvertito? E dove solo Chris, Jill e Leon?

Visto lo scarso risultato commerciale ottenuto, i fan nipponici non sembrano aver gradito molto la scelta e infatti Nagoshi e soci sono subito tornati nei ranghi mettendosi al lavoro sul quinto capitolo della saga originale, che uscirà in Giappone all'inizio del prossimo autunno.

Siamo comunque venuti in possesso di una versione quasi definitiva di Yakuza: Dead Souls e ci sembrava opportuno, a poche settimane dall'uscita europea, dargli un'occhiata per capire se realmente il gioco sia così pessimo come si dice o se ci sia una minima speranza di redenzione.

Bisogna ammettere che il primo impatto con il gioco non è dei più "normali" o almeno a me ha fatto questo effetto. Mi è sembrato infatti di trovarmi in una versione orientale di Operation Raccoon City ambientata tra le strade di Kamurocho, il fittizio quartiere a luci rosse che fa da sfondo alla "trama" del gioco.

Ho messo tra virgolette la parola "trama" perché riuscire a digerire un cambio di rotta così radicale rispetto ai temi seriosi (anche se a volte un po' esagerati) della saga principale non è cosa facile e forse è stato proprio questo il boccone che non è stato digerito dal pubblico giapponese.

"Sembra di trovarsi in una versione orientale di Operation Raccoon City ambientata tra le strade di Kamurocho"

Le maggiori differenze per quanto riguarda il gameplay, invece, riguardano un netto spostamento dei combattimenti verso le sparatorie piuttosto che negli scontri "corpo a corpo" a cui siamo stati abituati finora. D'altronde sappiamo tutti benissimo che uno zombie non si può abbattere con un destro alla mascella o una presa articolare: serve del piombo bello caldo nel bel mezzo del cranio!

Il team di Nagoshi ha così farcito a dovere i protagonisti con un armamentario che potrebbe fare invidia a qualsiasi esercito reale. In questo gioco, fra l'altro, non dovremo neanche preoccuparci più di tanto di risparmiare munizioni perché ce ne saranno più che a sufficienza... quasi troppo oserei dire.

In Dead Souls scopriremo un lato un po' diverso di alcuni personaggi storici della saga. Non aspettatevi un survival horror però...

Qualche elemento dei giochi originari è stato comunque mantenuto, come la barra denominata Heat Gauge che questa volta però è stata adattata al nuovo tipo di gameplay. Non viene più riempita mettendo a segno combo e proiezioni ma utilizzando le armi contro i malcapitati mangia-carne barcollanti (ma neanche tanto).

"Qualche elemento dei giochi originari è stato comunque mantenuto, come la barra denominata Heat Gauge"

Una volta disponibile, questa permette al protagonista di disporre di un attacco speciale, una sorta di "super-sniper" in grado di prendere di mira oggetti speciali presenti negli scenari... ovviamente esplosivi. Al tempo stesso tempo, però, attiva anche una sorta di "quick time mode" che consente di spazzare via orde di zombie in pochissimo tempo.

Alcune influenze da titoli come Resident Evil e Silent Hill sono abbastanza evidenti, ma non facciamo l'errore di considerare Yakuza: Dead Souls un survival, né tantomeno un horror. Di terrificante nel gioco c'è ben poco, ma non penso che il team di sviluppo avesse in mente di spaventare il suo pubblico con questo titolo.

Certo è che le mostruosità anche in questo gioco non mancano. Non solo zombie ma anche mostri e creature di vario genere, che però mi hanno dato più la sensazione di provenire da Dead Island o Left 4 Dead piuttosto che da un laboratorio della Umbrella... fatta eccezione per una sorta di polipo mutante decisamente schifoso.

Il fatto che tutto questo impianto venga accostato alle star della serie, prima fra tutte il grande Kazuma Kiryu, fa uno strano effetto. Ancora più strano è stato per me sapere che alcuni dei protagonisti storici di Yakuza incontreranno il loro "destino finale" proprio in questo capitolo, segno che per Nagoshi Yakuza: Dead Souls fa effettivamente parte della time-line ufficiale.

Il gioco arriverà sugli scaffali europei il 16 marzo, in piena guerra primaverile di uscite. Riuscirà comunque a ritagliarsi un suo spazio? Le premesse non sembrano le migliori ma mai sottovalutare uno zombie affamato! Appuntamento a fra pochi giorni per la recensione!

Avatar di Daniele Cucchiarelli
Daniele Cucchiarelli: Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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