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VVVVVV

Sorpresi e capovolti

La cosa interessante è che Cavanagh getta continuamente dentro nuove idee, cambiando il già bizzarro mondo di VVVVVV in vari modi. Sottili campi di pixel che invertono la gravità vengono usati come trampolini e catapulte, alcune semplici stanze si trasformano, una volta invertite, in labirinti senza entrata, e loop infiniti scorrono davanti ai nostri occhi come le interferenze su un vecchio televisore. A volte bisogna usare la gravità per muovere uno sfortunato membro dell'equipaggio. Nell'arco della sua breve durata VVVVVV non invecchia mai, spremendo ogni goccia dalla sua nuova interpretazione dei platform, come una sorta di Mario Galaxy in miniatura.

Questa produzione amatoriale, comunque, in termini di raffinatezza non è certo il massimo, per gli appassionati di platform. La velocità è l'elemento chiave della sua difficoltà, e il capitano si muove in modo rapido e preciso. Il modo migliore per avere in mano la situazione è contare su un Arcade Stick di qualità, perché con la semplice tastiera capita spesso di perdere a causa del lag impercettibile che separa il momento in cui si inizia a premere il pulsante da quello in cui si arriva effettivamente a mandare il segnale al gioco. Basta questo per creare la differenza tra il semplice giocatore e il maestro dei platform.

Questa immagine dice tutto.

I momenti di frustrazione infinita sono davvero rari in VVVVVV, e considerandone il livello di difficoltà è un grande traguardo. In una partita di tre ore si può morire approssimativamente un centinaio di volte, e solo raramente si rimane bloccati in punti apparentemente impossibili da superare. VVVVVV è tosto ma è pensato per essere giocato e completato, non per punire i giocatori. La difficoltà è perfettamente calibrata, e resa più sostenibile dai momenti tranquilli in cui si esplorano spazi privi di pericoli attraverso la stazione spaziale.

Un'altra cosa da sottolineare, per quanto difficile da spiegare, è la capacità di VVVVVV di creare un'atmosfera incredibile nonostante le risorse audiovisive basilari. Gran parte del merito va alla colonna sonora brillante di Magnus Palsson, composta da una splendida musica elettronica che si sposa perfettamente con il retro-futurismo del gioco.

Non ci resta che sperare...

A questo si aggiunge il fatto che, in gran parte, VVVVVV scorre via liscio. Ha i suoi momenti di follia indie, con parti di alcuni livelli composti dalle parole LIES e TRUTH che rimbalzano in giro, ma non ha alcuna pretesa di essere qualcosa di diverso da un semplice videogioco.

In questo senso la sua trama semplice, i due frame quasi invisibili delle animazioni e la grafica a cubetti gli donano una sorta di purezza, e il sorriso perenne del capitano, anche di fronte a una o più morti orribili, diventa una sorta di espressione di eroismo. In qualche modo questo scarabocchio cubettoso diventa un personaggio memorabile per cui non si può non provare un affetto genuino.

Come abbiamo già detto, VVVVVV è piuttosto corto. Bastano appena tre ore a completarlo, e altre due (più tanta pazienza e determinazione) per prendere tutti i bonus sparsi qua e là. Sapendo questo, il prezzo di 9 sterline (circa 10 euro) potrebbe sembrare un furto. Guardando oltre il suo stile lo-fi, però, ci si rende conto del suo valore di produzione decisamente elevato, grazie anche alla presenza di sfide sbloccabili e di modalità nascoste. E, cosa più importante, il gioco è eccellente per tutta la sua durata. Di quanti blockbuster più blasonati potreste dire altrettanto?

8 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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