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Waking Violet - recensione

Un puzzle-adventure tutto italiano.

Di puzzle game isometrici non se ne vedono più tanti, quantomeno su console e PC. Su sistemi operativi mobile il genere dei puzzle game isometrici resiste ancora ma su console e PC questo genere è praticamente morto. A riportarlo in vita ci prova il team torinese MixedBag, capitanato da Mauro Fanelli. Forse vi siete imbattuti nel loro precedente lavoro, l'eccellente metroidvania Forma.8; se non lo avete mai sentito nominare, vi consigliamo di recuperarlo perché ne vale la pena.

Dopo quel suggestivo progetto i ragazzi piemontesi hanno voluto confrontarsi con un genere completamente diverso e sempre più raro, quello dei puzzle-adventure. Waking Violet ricorda nelle atmosfere la saga Yomawari sviluppata da Nippon Ichi. Anche in questo gioco la protagonista è una fanciulla giovanissima che dopo aver litigato con i genitori ed essersi tuffata nel piumone del suo letto sprofonda in un sonno profondo. Un sonno purtroppo tormentato da incubi, nei quali vi muoverete con l'obiettivo di tirare fuori la protagonista dalla sua brutta avventura onirica.

Inizialmente non avrete molti indizi sul perché Violet sia finita qui, ma andando avanti vi imbatterete in alcuni indizi che hanno a che fare con una misteriosa figura, una sorta di alchimista. C'entra una strana pozione e degli esperimenti magici, ma ovviamente non saremo noi a raccontarvi i dettagli della storia. Per ora vi basti sapere che verrete spediti in una serie di labirinti, dentro i quali dovrete muovervi con cautela.

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Il sistema di controllo è basilare. Potrete muovere Violet unicamente lungo il classico piano cartesiano, a meno che ovviamente non incontriate qualche ostacolo. Ogni schema è diviso in blocchi, molti dei quali potranno essere mossi per attivare interruttori, creare passaggi o proteggersi da qualche minaccia. Occhio però perché non sempre questi serviranno per rimanere vivi. Il rischio di attivare qualche trappola è sempre dietro l'angolo e in Waking Violet avrete a che fare con occhi spara-laser o pericolose bolle di energia. Non mancheranno anche nemici che vi seguiranno ovunque andrete. Non potrete ucciderli ma solo aggirarli quindi ponderate bene ogni passo.

Non esistono più soluzioni per completare un livello. Il gioco è estremamente lineare ma esistono dei vicoli ciechi. Visto che non è possibile tirare i blocchi ma solo spingerli, spostarne uno addosso ad una parete significa bloccarlo in quella posizione. Come fare quindi quando inevitabilmente vi troverete in una di queste situazioni? Waking Violet vi permetterà di "riavvolgere il tempo" e tornare passo passo alle azioni che avete compiuto in precedenza.

Fin qui tutto abbastanza chiaro e tutto sommato scontato. Fortunatamente i ragazzi del team non si sono limitati a copiare elementi già presenti in vecchi titoli come The Adventures of Lolo, Boulder Dash e via dicendo. Andando avanti con l'avventura Violet troverà delle pagine magiche che le faranno assorbire dei poteri utili a superare i puzzle successivi.

L'effetto 'Rewind' è illimitato, cosa che rende la prima metà del gioco un po' troppo facile e ripetitiva.

Il primo di questi è una palla di fuoco che può essere usata per polverizzare un blocco che sbarra la via. Per usare tali magie dovrete però recuperare delle bottiglie di Mana, che verrà consumato in misura diversa a seconda dell'incantesimo. Una delle più costose vi consentirà di clonare la protagonista per permetterle di essere in più posti contemporaneamente, una meccanica già vista in altri puzzle game che in Waking Violet però viene usata in modo intelligente.

Il livello di difficoltà in alcuni casi sale piuttosto velocemente per poi abbassarsi nello schema successivo, un bilanciamento altalenante che non arriva però alla frustrazione, grazie anche ad una discreta quantità di aiuti. Oltre al suddetto "rewind" e all'estrema linearità dei livelli, potrete chiedere anche dei suggerimenti (fortunatamente limitati) che vi forniranno indizi sulle mosse da fare, senza però svelarvi troppi dettagli su come risolvere gli enigmi.

A livello tecnico è quasi inutile fare le pulci a Waking Violet: il gioco è volutamente semplice dal punto di vista estetico, per porre maggiore accento sul gameplay. Aggiungere qualche effetto speciale in più avrebbe sicuramente giovato all'impatto generale, ma tenete presente che stiamo pur sempre parlando di un titolo dal budget piuttosto modesto, che deve puntare più che altro sul coinvolgimento ludico del giocatore.

Le bottigliette di Mana sono merce preziosa, prendete tutte quelle che trovate e usatele con parsimonia.

Da questo punto di vista l'obiettivo dei ragazzi torinesi è stato centrato. Anche se i 42 livelli da cui è composta l'avventura non sono moltissimi, portarli a termine non sarà esattamente un gioco da ragazzi. La meccanica di riavvolgimento fa sì che non esista un vero e proprio Game Over, ma arrivare all'uscita sarà tutt'altra cosa.

Sappiamo bene che di giochi simili su smartphone/tablet ne esistono parecchi, spesso anche gratuiti anche se pieni di pubblicità. Waking Violet però è un prodotto italiano, ben realizzato e anche il prezzo di vendita (7 euro) è appetibile. Non è un progetto Tripla A e quasi sicuramente fino ad ora non ne avevate mai sentito parlare, ma dategli una possibilità, potreste scoprire una piacevole compagnia per queste ultimi giorni estivi.

7 / 10