Warhammer 40.000 Gladius: Relics of War - Tyranids - recensione
Pura distruzione targata Warhammer.
Nel genere strategico, e anche nel suo sottoinsieme del 4X (ricordiamo che sta per eXplore, eXterminate, eXpand e eXploit) c'è un deciso fermento ultimamente. Al di là dei giganti ormai stabilmente considerati al top delle classifiche (Civ6, Stellaris, EU4, Age of Wonders, Endless Space, Dominions) abbiamo in arrivo una ridda di nuovi titoli, alcuni di questi anche già in Early Access, che fa ben sperare tutti gli appassionati strateghi su PC.
Giusto per citare i più promettenti stiamo seguendo con particolare interesse Driftland, They are Billions, Thea 2, Age of Wonders Planetfall, Pax Nova, Imperator Rome e Jon Shafer's At the Gates. Tutti questi titoli in arrivo hanno in comune una caratteristica che li rende interessanti, ovvero l'intenzione di innovare introducendo novità in uno o più aspetti del gameplay. Citiamo questo fatto perché il genere strategico, sia esso RTS, a turni e/o più o meno 4X, ha un disperato bisogno di innovazioni essendo uno di quelli maggiormente ancorato a pilastri di gameplay stabiliti non anni fa, decenni fa (Dune 2 è arrivato sul mercato nel 1992).
A testimonianza della bontà della formula originale il mercato trabocca ancora di giochi che usano più o meno la stessa formula, ma il mondo dei videogiochi è particolarmente efficiente nel ricercare le opportunità di innovazione, affiancarle alle nicche di mercato profittevoli, e offrire nuovi mix. Per questo attendiamo con particolare curiosità i giochi citati in precedenza.
Nel frattempo il genere prosegue reinterpretando la formula 4X in salse diverse, mescolando temi differenti e dando più o meno importanza a una delle quattro 'x'. È questo il caso di Warhammer 40,000 Gladius Relics of War, uno strategico 4X abbastanza classico ambientato nel mondo di Warhammer, più precisamente sul pianeta Gladius, un posto terribile in cui si è scatenata una ferocissima guerra.
Il tema del gioco giustifica il conflitto con la ricerca di preziose antiche reliquie che, una volta portate alla luce, hanno anche scatenato le forze oscure dei Necron che si trovano ora in conflitto con le più classiche fazioni di Warhammer. Quindi Space Marine, Orchi, Necrons e la Guarda Imperiale (ora chiamata Astra Militarum). Ogni fazione ha una ridda di unità peculiari con abilità speciali perfette per creare combo e attacchi coordinati.
La strategia di posizionamento (che si crea limitando l'occupazione degli spazi a una unità per esagono) introdotta per la prima volta dalla serie Civilization, funziona particolarmente bene in Gladius. Gli accerchiamenti, l'appoggio delle artiglierie e l'uso del terreno (abbinato con la scelta delle unità corrette per affrontare ogni tipo specifico di nemico) sono gli ambiti in cui Gladius si comporta splendidamente e offre una delle esperienze tattiche al momento più divertenti sul mercato.
Il livello di violenza e l'ampiezza dei conflitti sono tali da garantire che questo aspetto del gioco rimane comunque, sempre, l'occupazione principale del giocatore. Insomma Gladius è pensato per farci pensare guerra nella stragrande maggioranza del tempo. Ed è un bene, perché il resto del gioco è più nella norma e non fa registrare nessun particolare spunto di interesse rispetto a quanto siamo abituati a vedere e giocare da anni. Innanzitutto la diplomazia è completamente assente. Ovviamente potevamo aspettarcelo, visto il tema, ma quello che era meno prevedibile è il fatto che anche il recupero delle risorse, la costruzione di edifici e l'avanzamento tecnologico sono stati un po' trascurati nel design dell'esperienza di gioco.
Le scelte in fatto di costruzione, produzione e, in generale, gestione delle risorse, sono piuttosto blande e ci è sempre sembrato chiaro quale fosse l'opzione migliore da scegliere in ogni momento. L'albero tecnologico è molto semplice e la progressione non richiede scelte particolarmente interessanti né sacrifici che strizzino un po' la nostra materia grigia.
Il più delle volte queste scelte si focalizzano sulla verifica della risorsa in cui siamo particolarmente deboli, la conquista del tile con bonus relativo a quel materiale e, infine, la costruzione del relativo edificio. Oppure ci si concentra sull'occupazione di una tile in cui risiede una reliquia (in grado di dare bonus di combattimento a tutte le vostre unità). Al contrario della serie Civ c'è ben poco da pensare sul lungo periodo in Gladius, ci si concentra su problemi contingenti e li risolve, abbastanza facilmente aggiungiamo. Se non fosse per quest'ultima parte, la semplicità, ci sentiremmo di ascrivere la questione a una pura scelta di design.
Oltre al gameplay relativo agli scontri tra fazioni ci sono quest che dovrete affrontare per portare avanti la storyline sul pianeta Gladius. Le quest sono ben realizzate dal punto di vista dei contenuti e danno al giocatore la possibilità di scoprire i misteri della trama.
Anche dal punto di vista del gameplay si tratta di un aggiunta efficace; anche se alcune missioni della quest sono spesso semplicistiche ci aspettano poi sorprese decisamente interessanti in grado di spiazzarci e di aggiungere un po' di pepe all'intera esperienza.
Non è presente alcuna campagna in Gladius ma esperienze singole tipo-skirmish, completamente customizzabili in quanto a fazioni avversarie, e arricchite dalle quest che aiutano a dare un soddisfacente senso di progressione. Insomma l'assenza di una campagna singola tradizionale non si sente affatto (anche considerando che il gioco si concentra esclusivamente sull'aspetto militare del 4X).
Un'altra aggiunta che sostiene il gameplay del gioco (e l'interesse del giocatore) è data dalle peculiarità di ogni fazione. Gli orchi, ad esempio, aumentano i danni inflitti in proporzione alla risorsa 'influenza' e hanno problemi di lealtà. Gli Space Marine possono invece costruire una sola città più avamposti per lo sfruttamento delle risorse, mentre i Necron costruiscono solo sopra le loro tombe (sparse un po' ovunque). Si tratta di aggiunte interessanti ma non in grado di offrire un'esperienza di gioco completamente diversa cambiando fazione.
A livello estetico il mondo di Gladius è, come si dice, un 'mixed bag'. La palette delle mappe rende bene la realtà di un pianeta devastato dalla guerra, ma è anche sempre un po' troppo simile a se stessa, con poca varianza e in generale scenari che possono venire a noia piuttosto velocemente. Le unità sono invece molto ben realizzate con discrete animazioni di combattimento; in particolare siamo rimasti impressionati dalla modellazione, dalle texture e dai colori applicati sui modelli.
Molto bello anche vedere i propri insediamenti espandersi e prendere piede sul pianeta; la sensazione di potenza e di occupazione di un territorio alieno c'è tutta. L'interfaccia è minimale; fa il suo lavoro, ovvero conduce il giocatore a interagire in maniera efficiente con gli elementi di gioco senza brillare per polish né per tematicità. Dell'intero comparto estetico si tratta sicuramente dell'aspetto più debole.
Insomma Gladius ci è piaciuto nella misura in cui ci si mette il cuore in pace su quello che è il gameplay del gioco, il progetto di game design che i developer volevano eseguire. Gladius è una splendida guerra continua in cui risorse, costruzione delle basi e avanzamento tecnologico sono questioni secondarie, tutte al servizio del nostro esercito ma senza decisioni interessanti né particolari idee brillanti sul lato del design.
Se questa particolare formula vi intriga, e magari amate anche il mondo di Warhammer, potete tranquillamente aumentare il voto in calce di un punto. Se invece siete alla ricerca di qualcosa di più innovativo, raffinato e in generale più completo sulla formula 4X, Gladius potrebbe non rispondere alle vostre aspettative.